Il reportage include le confessioni di diversi cittadini cubani, che hanno riconosciuto di aver ricevuto istruzioni e risorse monetarie da individui e organizzazioni con sede nel sud della Florida, per appiccare incendi in strutture commerciali e di servizio all’Avana.
Martedì, la televisione cubana ha presentato le prove cinematografiche dell’incitamento a compiere atti di sabotaggio e sovversione nel Paese, dal territorio degli Stati Uniti, in cambio di denaro e promesse di emigrare.
Il rapporto include le confessioni di diversi cittadini cubani, che hanno riconosciuto di aver ricevuto istruzioni e risorse monetarie da individui e organizzazioni con sede nel sud della Florida, per appiccare incendi in strutture commerciali e di servizio all’Avana.
Gli atti, che prevedevano la presa di mira di veicoli, uffici medici, centri educativi e strutture informatiche, dovevano essere documentati e trasmessi sui social network come prova della loro esecuzione, e presentare al mondo l’immagine di una situazione di disordini sociali e di caos sull’isola.
Tra queste azioni, è stato denunciato il presunto sciopero della fame recentemente effettuato da membri del cosiddetto Movimento di San Isidro con l’obiettivo di sollecitare il rilascio di uno dei suoi membri condannato a otto mesi di carcere per il reato di disprezzo dell’autorità.
Anche la profanazione dei busti dell’Eroe Nazionale José Martí, all’Avana e a Santiago de Cuba, tra gli altri.
Il lavoro giornalistico espone anche l’intenzione del gruppo Alfa 66, con sede in Florida e con una lunga storia di attività terroristiche contro Cuba, di attaccare il sistema elettrico nazionale.
I funzionari del Ministero dell’Interno hanno denunciato l’incitamento dei giovani a compiere atti di disobbedienza, provocazione e sabotaggio con finalità destabilizzanti, sotto la promessa di denaro e di aiuto per recarsi negli Stati Uniti, in un momento in cui la nazione mantiene una forte politica anti-immigrazione.
In tutti i casi, hanno detto, le autorità statunitensi sono state informate, ma assumono una posizione di complicità non intervenendo per prevenire questi atti illegali.
Fonti: www.juventudrebelde.cu