Un centinaio di osservatori internazionali sostengono la legittimità delle che si svolgono oggi in Venezuela. Tra gli osservatori internazionali figurano anche l’ex presidente di Bolivia ed Ecuador, Evo Morales e Rafael Correa.
Dopo aver visitato alcuni centri elettorali, Danny Shaw, professore alla Public University di New York, ha evidenziato a Prensa Latina la massiccia partecipazione del popolo al processo elettorale.
“Ho potuto verificare che tutto ciò che si dice nel mio paese è una bugia; i venezuelani potrebbero benissimo dare lezioni di democrazia agli americani”, ha sottolineato.
Ha ricordato che questa nazione ha sviluppato negli ultimi 20 anni almeno 25 processi elettorali, tutti in maniera organizzata e con le necessarie garanzie, mentre negli Stati Uniti le ultime elezioni presidenziali sono state segnate da una serie di irregolarità e scandali.
Invece, l’ex candidata alla presidenza USA, Gloria La Riva, ha assicurato che nessuno può dubitare della legittimità delle elezioni parlamentari in Venezuela: “Credo che il presidente Nicolás Maduro stia andando bene, il modo in cui ha gestito la situazione nel Paese è importante, essenziale, perché questo momento è il risultato del dialogo nazionale indetto dal governo”.
A spiegare la situazione in queste ore è l’intellettuale spagnolo Ignacio Ramonet, che ha assicurato che l’Unione Europea non ha giustificazioni politiche per ignorare e dichiarare illegittime le elezioni parlamentari in Venezuela.
Ramonet, che è in Venezuela come osservatore internazionale delle elezioni, ha dichiarato a Prensa Latina che questa entità regionale non ha l’autorità di dire a priori che il processo è manipolato, solo perché è la linea seguita dagli Stati Uniti.
Ha sottolineato che il contesto in cui si svolgono le elezioni è complesso ed è caratterizzato da una difficile situazione economica a seguito del bloqueo imposto da Washington, diventato una punizione collettiva per il popolo venezuelano.
“Per loro è sancire la politica che difende il governo bolivariano; Tuttavia, l’estrema destra che promuove le sanzioni non osa nemmeno apparire in competizione con mezzi elettorali e verificare se le persone le eleggeranno davvero o meno”, ha sottolineato il noto giornalista a questa agenzia.
Per questi motivi il presidente Nicolás Maduro ha conferito un carattere plebiscitario dichiarando che se le Forze Rivoluzionarie perderanno l’Assemblea Nazionale, si ritireranno dalla carica. Un modo coerente per incoraggiare le destre a votare e dimostrare che il processo è legittimo e democratico.
“In tutto il mondo, le elezioni legislative hanno una bassa percentuale di presenze, ma se meno del 50% votasse in Venezuela, sarebbe il pretesto per provare a dimostrare che il processo è illegale”, ha sottolineato.
Sebbene questo momento elettorale che sta vivendo il Venezuela è il risultato del tavolo di dialogo tra il governo e l’opposizione, in cui il sistema elettorale è stato cambiato come richiesto, le approssimazioni dell’UE provano ancora a delegittimarlo.
Riguardo al panorama nazionale, Ramonet ha sottolineato a Prensa Latina che sono state create tutte le condizioni perché il popolo possa andare a votare sabato e domenica, esercitando il diritto di eleggere il Parlamento, che, ha sottolineato, è ciò che infastidisce l’estrema destra, la Casa Bianca e i suoi alleati.
Ignacio Ramonet: “L’Ue non ha giustificazioni per ignorare le elezioni in Venezuela”