Ministro della cultura dialoga con i giovani

All’incontro hanno partecipato il Ministro della Cultura Alpidio Alonso, il Vice Ministro Fernando Rojas, il Presidente della Casa de las Americas, Abel Prieto, il Presidente dell’UNEAC, Luis Morlote, e il Presidente dell’Associazione Hermanos Saíz, Rafael González.

Il Ministero della Cultura ha aperto le porte sabato scorso per il dialogo con i giovani artisti e creatori che non hanno compromesso il loro lavoro con i nemici della Rivoluzione Cubana, riferisce Cubadebate attraverso la sua pagina Facebook.

All’incontro partecipano il Ministro della Cultura Alpidio Alonso, il Vice Ministro Fernando Rojas, il Presidente della Casa de las Americas, Abel Prieto, e il Presidente dell’UNEAC, Luis Morlote, e il Presidente dell’Associazione Hermanos Saíz, Rafael González.

Tra i giovani che partecipano al dialogo ci sono l’artista visivo Humberto Díaz, il fotografo Gabriel Guerra Bianchini, il produttore audiovisivo Joseph Ros, l’attore cubano Reinier Díaz e il musicista Jota Barrioz. Alcuni di loro erano presenti lo scorso 27 novembre, quando davanti ai Mincult si sono riuniti persone con diverse rivendicazioni.

Durante il suo discorso, il Ministro della Cultura ha detto che “L’obiettivo è quello di interloquire con totale trasparenza, come abbiamo sempre fatto. È stata una pratica. La politica culturale è stata fondata sul dialogo. Più dialogo c’è, meglio le istituzioni hanno lavorato.

Ha anche annunciato che “Apriremo un ciclo di dialogo perché è ovviamente necessario. Pensiamo che sia la cosa più utile”.

Giovani come il musicista cubano Christopher Simpson hanno sottolineato che “il dialogo è importante e deve essere sistematico”; mentre il musicista Jota Barrioz ha sostenuto di sostenere il dialogo bilaterale: “Penso che tutti noi vogliamo una Cuba migliore. Non mi sento identificato con il MSI, vengo a parlare come cittadino e come artista”.

Il critico d’arte Maikel Rodríguez ha sottolineato che “L’idea che l’arte debba essere libera, è nell’essenza dell’arte cubana (…) L’arte al di fuori della legge è un campo di anarchia. L’artista è un soggetto sociale e deve rispondere alle leggi sociali”.

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Il giovane Pedro Pablo Cruz ha detto che “Dobbiamo agire come un paese e senza ingenuità, perché tutti sappiamo che ci sono interessi degli Stati Uniti per destabilizzare il paese, dobbiamo pensare come un paese e da Mincult generare dialogo, alleanze e strategie (…) Dobbiamo promuovere un confronto di idee sempre. E difendere le nostre virtù, quelle di questo progetto sociale che abbiamo. Che non siamo perfetti e che abbiamo vecchi metodi, sì. Abbiamo il dovere di pretendere noi stessi come intellettuali… Dobbiamo pensare con un’anima di sinistra.

José Ernesto Nováez, giornalista e scrittore, ha detto: “Non credo che ci sia un leader culturale in questo Paese che non capisca l’importanza del dialogo. Questo non significa che sia sempre fatto (…) Non possiamo perdere la prospettiva che questo non è un dibattito puro. Dietro a gran parte del dialogo che viene richiesto, si stanno negoziando progetti nazionali. Dove volete che dialoghiamo, dobbiamo essere chiari su quale progetto di Paese stiamo difendendo. Sono sempre d’accordo nei principi di una Cuba sovrana e socialista”.

Non legittimeremo coloro che con il sostegno degli Stati Uniti vogliono danneggiare Cuba

Il 27 novembre, davanti al Ministero della Cultura, si sono riunite persone con diverse rivendicazioni. Per rispetto delle preoccupazioni e delle richieste dei giovani legati all’arte, che vi erano venuti unendosi a reti di gruppi con altri interessi, si sono aperte le porte del Ministero per uno scambio con il viceministro Fernando Rojas e i rappresentanti dell’UNEAC e dell’AHS.

Dopo più di 4 ore di dialogo, si è deciso di tenere un nuovo incontro, presieduto dal Ministro, per il quale le liste degli argomenti e dei partecipanti sarebbero state preventivamente riconciliate.

Il 3 dicembre, alle 13.39, è arrivata una lettera insolente al Ministero dei Beni Culturali, dove il gruppo, che si è posto come voce di tutti, intende imporre, unilateralmente, chi, con chi e per quale scopo acconsentirà al dialogo.

Tentando di includere tra i partecipanti persone che da tempo si sono autoescluse a causa delle loro aggressioni contro i simboli patriottici, i crimini comuni e gli attacchi frontali alla leadership della Rivoluzione cubana, con il pretesto dell’arte, coloro che hanno attuato questa manovra hanno appena interrotto ogni possibilità di dialogo.

Una dichiarazione dal titolo “Chi ha chiesto un dialogo rompe il dialogo” è stata pubblicata ieri dal Ministero della Cultura sul suo sito web Cubarte, in cui viene ratificata la posizione dell’istituzione, in quanto non accetta di incontrare “persone che hanno contatti diretti e ricevono finanziamenti, supporto logistico e sostegno propagandistico dal governo degli Stati Uniti”. Né lo farà con i mezzi di stampa finanziati dalle agenzie federali statunitensi”.

Il viceministro della Cultura, Fernando Rojas, in una conferenza stampa tenutasi presso il Ministero, ha fatto riferimento al titolo eloquente del documento, scritto da un messaggio che ha ricevuto via e-mail, un testo “inaccettabile” da alcune persone che ha incontrato lo scorso 27 novembre al Ministero, che è – ha detto – un segno di rispetto per le preoccupazioni di questi giovani legati all’arte, che meritavano di essere ascoltati e per i quali sono stati selezionati circa 30 di loro.

Fonte: www.granma.cu

Traduzione: ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIA-CUBA

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