Dichiarazione dell’Accademia delle Scienze di Cuba

Il Comitato Permanente (CP) creato dalle Accademie Nazionali di Scienze, Ingegneria e Medicina degli USA (NASEM), ha pubblicato nel dicembre 2020 il rapporto “Una valutazione delle malattie nei dipendenti del Governo USA e dei loro familiari nelle ambasciate all’estero”.

Le malattie menzionate nel titolo del rapporto si riferiscono principalmente a disturbi della salute segnalati dal personale USA situato a Cuba ed in misura minore in Cina. Questo documento riassume la valutazione iniziale dell’Accademia delle Scienze di Cuba sul rapporto del CP, sulla base del lavoro realizzato da un gruppo di esperti che ha indagato su tali disturbi della salute per più di due anni e tenendo conto dei giudizi di esperti internazionali, compresi quelli che hanno partecipato al seminario “Esiste la sindrome dell’Avana?” che, opportunamente, si è celebrata all’Avana nel marzo 2020.

Il rapporto del NASEM tenta di definire la natura dei disturbi della salute, identificare le loro cause e raccomandare misure per proteggere i diplomatici USA ed i loro famigliari quando stanno all’estero.

L’Accademia delle Scienze di Cuba dissente sulla conclusione finale circa le cause dei disturbi, benché riconosce che il rapporto (preparato da un prestigioso gruppo di scienziati) ha compiuto progressi nel definire la caratterizzazione medica delle disturbi ed ha emesso raccomandazioni valide. È importante notare che il CP del NASEM ha fatto spesso riferimento alla difficoltà di disporre di dati affidabili sui sintomi dei pazienti, informazione clinica e sulle esposizioni a possibili agenti causali.

Il rapporto del comitato del NASEM afferma che il candidato più plausibile per l’origine dei sintomi è stata l’esposizione ad onde di radiofrequenza. Tuttavia, questa affermazione non è supportata da prove dirette, né da un esame critico della letteratura disponibile, né dal corpo principale del rapporto stesso, ed inoltre esibisce contraddizioni intrinseche.

E’ da notare che sebbene il rapporto in sé fosse maggiormente prudente, la pubblicità intorno al suo rilascio ha suggerito che il rapporto del NASEM supportava l’idea che una fonte di radiofrequenza era probabilmente relazionata coll’insorgenza dei sintomi dei pazienti. Nella migliore delle ipotesi, le onde di radiofrequenza devono considerarsi un’ipotesi sulla causa dei disturbi di salute, poco probabile, e certamente non un fatto provato.

Nello specifico, il rapporto del NASEM ha dato peso al fatto che le onde a radiofrequenza causavano la costellazione di sintomi riportati, anche quando riconosce che i dati rilevanti sono problematici.

Ad esempio, non esiste letteratura che suggerisca che la radiazione di radiofrequenze produca l’esperienza di suoni forti dolorosi; né suggerisce che tale esposizione provochi sintomi neurologici specifici e, molto significativo, non vi è alcuna prova, circostanziale o di altro tipo, che potesse generare un’esposizione intensa ad un campo di radiofrequenza.

Citiamo dal rapporto: “… Non ci sono dati sufficienti nella letteratura aperta sulle potenziali caratteristiche di esposizione/dose a radiofrequenza e sugli effetti biologici in possibili scenari per il Dipartimento di Stato”. D’altra parte, il rapporto dice: “…Tuttavia, alcuni studi su animali hanno mostrato risultati contraddittori, anche quando si usa lo stesso sistema di esposizione…”.

Il rapporto non fornisce prove scientifiche che esistano onde a radiofrequenza ad alta intensità nell’area in cui si trovavano i diplomatici (ed infatti indagini ambientali condotte a Cuba hanno scartato questa ipotesi). La mancanza di prove sufficienti è stata considerata nella relazione come motivo per dubitare fortemente di un avvelenamento da pesticidi, un’origine infettiva o un fattore scatenante psicologico come causa dei sintomi; tuttavia, la stessa logica non è stata applicata all’ipotesi delle microonde (per la quale ci sono ancora meno prove).

Sebbene l’Accademia delle Scienze di Cuba non sia convinta dall’affermazione che le onde a radiofrequenza abbiano causato gli incidenti di salute, riconosce, tuttavia, che il CP del NASEM ha condotto un attento esame dei limitati dati clinici che ha potuto raccogliere, giungendo a solide conclusioni con quella degli esperti internazionali che abbiamo consultato, così come quella degli scienziati cubani.

Il rapporto ha trovato poche prove di un danno cerebrale diffuso nei diplomatici e nei loro famigliari. Inoltre, conclude che le neuroimmagini realizzate con procedure cliniche standard erano normali nei casi studiati, mentre indica che i risultati riportati con nuove tecniche di immagine (con risultati infondati attraverso due studi) non sono accettabili per studi di singoli casi, non hanno livelli normativi convalidati e sono notoriamente difficili da riprodurre.

Coincidendo con critiche pubblicate in precedenza, il rapporto conclude che i risultati dei test neuropsicologici in questi casi non consentono di postulare una nuova sindrome causata da un diffuso danno cerebrale. Inoltre, il comitato mette in dubbio la validità di molti dei test di funzionalità vestibolare utilizzati.

Una questione importante affrontata dalla relazione è l’enorme eterogeneità dei sintomi all’interno e tra le coorti valutate in diversi siti. Ciò fa che la proposta di una nuova sindrome omogenea, causata da un’unica causa, sia insostenibile e molto improbabile. È anche importante che il CP riconosca che i disturbi neurologici funzionali ed i fattori psicogeni avrebbero potuto giocare un ruolo importante nell’esacerbare e propagare nel tempo i sintomi sperimentati dai diplomatici.

Gli Istituti Nazionali di Salute hanno identificato la persistente vertigine posturale-percettivo, un disturbo neurologico funzionale, in circa un quarto dei diplomatici esaminati. Questa è la prima volta che un organismo scientifico USA considera tale possibilità, che è stata postulata in modo convincente nella letteratura scientifica come un fattore che contribuisce (ed in alcuni casi come causale) a questi incidenti di salute.

Le raccomandazioni del CP del NASEM al Governo USA sono ragionevoli: aumentare la raccolta pre e longitudinale di dati relazionati con la salute del personale diplomatico all’estero, monitorare efficacemente nuovi gruppi di casi, se apparissero, e fornire protocolli per misurare la possibile esposizione a fonti di radiofrequenza e tossiche.

Tuttavia, per il benessere di tutte le persone coinvolte, ci verrebbe da raccomandare che tanto i giornalisti che i Governi ascoltino la scienza e si astengano dal sostenere teorie cospirative. Negli ultimi due anni, sono state rese pubbliche, persino in fonti ufficiali, speculazioni incoerenti, con affermazioni infondate su “attacchi sonici o di microonde” contro diplomatici USA, che hanno generato danni cerebrali. Queste affermazioni non sono sopravvissute alla convalida sperimentale o teorica, ma hanno generato molta ansietà e preoccupazione non necessaria.

L’Accademia di Scienze di Cuba condivide la frustrazione espressa dal gruppo di NASEM per non avere accesso alle informazioni cliniche necessarie per realizzare un’adeguata valutazione, fattore che spiega, parzialmente, i limiti del rapporto.

Oltre ai tagliafuochi informativi negli USA, di cui il comitato si lamenta, la ricerca su questi disturbi della salute ha sofferto per la mancanza di comunicazione fluida tra gli scienziati USA e cubani che esaminano il tema, in gran parte a causa di barriere artificiali e politicamente motivate. La comunicazione tra scienziati USA e le loro controparti a Cuba e nel mondo è stata ostacolata. Questa censura preventiva può solo minare i legittimi desideri di comprendere la fonte di questo particolare focolaio di incidenti alla salute e di adottare le misure necessarie per proteggere i cittadini di qualsiasi paese da future malattie.

I disturbi riportati dai diplomatici e dai loro famigliari devono considerarsi e trattarsi come un problema di salute, non come una questione politica. La collaborazione dà i suoi frutti, come lo dimostrano gli scienziati cubani e canadesi che studiano incidenti di salute simili, che hanno stabilito una discussione produttiva, organizzato seminari congiunti ed, attualmente, sviluppano un progetto di ricerca collaborativa per valutare le persone esposte a pesticidi a L’Avana

Singoli scienziati USA hanno partecipato a discussioni via e-mail con l’Accademia delle Scienze di Cuba e alcuni hanno partecipato al seminario organizzato da tale istituzione cubana nel marzo di quest’anno. Il seminario è stato imparziale ed ha incluso un sostenitore dell’ipotesi della radiofrequenza.

L’Accademia delle Scienze di Cuba ribadisce la sua volontà a collaborare con il NASEM ed altre controparti USA (che è stata espressa più volte negli ultimi anni), per comprendere meglio gli incidenti di salute che coinvolgono i diplomatici USA ed i loro famigliari a L’Avana (o altrove), con l’obiettivo finale di aiutare le persone e promuovere legami più stretti tra le due comunità scientifiche ed, eventualmente, tra i due paesi.

L’Avana, 15 dicembre 2020


Declaración de la Academia de Ciencias de Cuba:

 

El Comité Permanente creado por las Academias Nacionales de Ciencias, Ingeniería y Medicina de los Estados Unidos (NASEM), publicó en diciembre de 2020 el reporte “Una evaluación de enfermedades en empleados del Gobierno de EE.UU. y sus familiares en embajadas en el extranjero”.

Las enfermedades mencionadas en el título del reporte se refieren principalmente a padecimientos de salud reportados por personal de EE.UU. ubicado en Cuba y en menor grado en China. Este documento resume la valoración inicial de la Academia de Ciencias de Cuba sobre el informe del Comité Permanente, sobre la base del trabajo realizado por un panel de expertos que ha estado investigando tales padecimientos de salud durante más de dos años y tomando en cuenta criterios de expertos internacionales, incluidos los que participaron en el taller “¿Existe el síndrome de La Habana?”, que apropiadamente se celebró en La Habana en marzo de 2020.

El reporte de NASEM intenta definir la naturaleza de los padecimientos de salud, identificar sus causas y recomendar medidas para proteger a los diplomáticos estadounidenses y a sus familiares cuando estén en el extranjero.

La Academia de Ciencias de Cuba discrepa sobre la conclusión final acerca de las causas de los padecimientos, aunque reconoce que el reporte (preparado por un prestigioso panel de científicos) avanzó en definir la caracterización médica de los padecimientos y emitió recomendaciones válidas. Es importante destacar que el Comité Permanente de NASEM hizo referencia frecuente a la dificultad de tener datos confiables sobre los síntomas de los pacientes, información clínica y sobre las exposiciones a posibles agentes causales.

El reporte del comité de NASEM afirma que el candidato más plausible al origen de los síntomas fue la exposición a ondas de radiofrecuencia. Sin embargo, esta afirmación no se respalda con evidencias directas, ni por un examen crítico de la literatura disponible, ni por el cuerpo principal del propio reporte, y además exhibe contradicciones intrínsecas.

Es de notar que aunque el reporte en sí fue mayormente prudente, la publicidad en torno a su lanzamiento sugirió que el reporte de NASEM respaldaba la idea de que una fuente de radiofrecuencia estaba probablemente relacionada con el inicio de los síntomas de los pacientes. En el mejor de los casos, las ondas de radiofrecuencia deben considerarse una hipótesis sobre la causa de los padecimientos de salud, poco probable, y ciertamente no un hecho demostrado.

Específicamente, el reporte de NASEM dio peso a que las ondas de radiofrecuencia causaban la constelación de síntomas reportados, aun cuando reconoce que los datos relevantes son problemáticos.

Por ejemplo, no hay literatura que sugiera que la radiación de radiofrecuencias produzca la experiencia de sonidos altos dolorosos; ni tampoco sugiere que tal exposición resulte en síntomas neurológicos específicos, y muy significativo no hay evidencias, circunstanciales o de otro tipo, que pudiera generar una exposición intensa a un campo de radiofrecuencia.

Citamos del informe: “…Hay insuficiente datos en la literatura abierta sobre las potenciales características de exposición/dosis a radiofrecuencia y efectos biológicos en posibles escenarios para el Departamento de Estado”. Por otra parte, el reporte dice: “…Sin embargo, algunos estudios en animales han mostrado resultados contradictorios, incluso cuando se usa el mismo sistema de exposición…”.

El informe no proporciona evidencias científicas de que existieran ondas de radiofrecuencia de gran intensidad en el área donde se ubicaron los diplomáticos (y de hecho, investigaciones ambientales realizadas en Cuba han descartado esta hipótesis). La falta de evidencias suficientes fue considerada en el reporte como motivo para dudar fuertemente de una intoxicación por pesticidas, un origen infeccioso o un desencadenante psicológico como causa de los síntomas; sin embargo, no se aplicó la misma lógica a la hipótesis de microondas (para la cual hay todavía menos evidencias).

Aunque la Academia de Ciencias de Cuba no está convencida de la aseveración de que ondas de radiofrecuencia causaron los incidentes de salud, reconoce sin embargo que el Comité Permanente de NASEM realizó un examen cuidadoso de los limitados datos clínicos que pudo recolectar, llegando a conclusiones consistentes con la de los expertos internacionales que consultamos, así como la de científicos cubanos.

El reporte encontró poca evidencia de un daño cerebral difuso en los diplomáticos y sus familiares. Además, concluye que las neuroimágenes realizadas con procedimientos clínicos estándares fueron normales en los casos estudiados, al tiempo que indica que los hallazgos reportados con técnicas novedosas de imagen (con resultados inconsistente a través de dos estudios) no son aceptables para estudios de casos únicos, no tienen rangos normativos validados, y son notoriamente difíciles de reproducir.

Coincidiendo con críticas publicadas anteriormente, el reporte concluye que los resultados de las pruebas neuropsicológicas en estos casos no permiten postular un síndrome novedoso causado por daño cerebral difuso. Además, el comité pone en duda la validez de muchas de las pruebas de función vestibular utilizadas.

Un tema importante abordado por el reporte es la enorme heterogeneidad de los síntomas dentro y entre las cohortes evaluadas en diferentes sitios. Esto hace que la propuesta de un síndrome novedoso homogéneo, provocado por una única causa, sea insostenible y muy improbable. También es relevante que el Comité Permanente reconoce que los trastornos neurológicos funcionales y los factores psicógenos podrían haber jugado un papel importante en exacerbar y propagar en el tiempo los síntomas experimentados por los diplomáticos.

Los Institutos Nacionales de Salud identificaron el mareo persistente postural-perceptivo, un trastorno neurológico funcional, en aproximadamente una cuarta parte de los diplomáticos que examinaron. Esta es la primera vez que un organismo científico estadounidense considera tal posibilidad, la que se ha postulado de manera convincente en la literatura científica como un factor contribuyente (y en algunos casos como causal) a estos incidentes de salud.

Las recomendaciones del Comité Permanente de NASEM al Gobierno de los EE.UU. son razonables: aumentar la recopilación previa y longitudinal de datos relacionados con la salud del personal diplomático en el extranjero, monitorear de manera efectiva nuevos aglomerados de casos, si aparecieran, y proporcionar protocolos para medir la posible exposición a fuentes de radiofrecuencia y tóxicos.

Sin embargo, por el bienestar de todos los involucrados, también recomendaríamos que tanto los periodistas como los Gobiernos escuchen a la ciencia y se abstengan de respaldar teorías de conspiración. Durante los últimos dos años, se han hecho públicas, incluso en fuentes oficiales, especulaciones incoherentes, con afirmaciones infundadas sobre “ataques sónicos o de microondas” contra diplomáticos estadounidenses, que generaron daño cerebral. Estas afirmaciones no han sobrevivido a la validación experimental o teórica, pero han generado mucha ansiedad y preocupación innecesaria.

La Academia de Ciencias de Cuba comparte la frustración expresada por el panel de NASEM por no tener acceso a la información clínica necesaria para realizar una evaluación adecuada, factor que explica parcialmente las limitaciones del reporte.

Además de los cortafuegos informativos dentro de los EE.UU., de lo cual se queja el comité, la investigación sobre estos padecimientos de salud ha sufrido por la falta de comunicación fluida entre los científicos estadounidenses y cubanos que examinan el tema, en gran parte debido a barreras artificiales y políticamente motivadas. Se ha obstruido la comunicación entre científicos de EE.UU. y sus contrapartes en Cuba, y en el mundo. Esta censura preventiva solo puede atentar contra los deseos legítimos de comprender la fuente de este brote particular de incidentes de salud y de adoptar las medidas necesarias para proteger a los ciudadanos de cualquier país de futuras enfermedades.

Los padecimientos reportados por los diplomáticos y sus familiares deben considerarse y tratarse como un problema de salud, no como una cuestión política. La colaboración da sus frutos, como lo demuestran los científicos cubanos y canadienses que estudian incidentes de salud similares, quienes han establecido una discusión productiva, organizado talleres conjuntos, y actualmente desarrollan un proyecto de investigación colaborativo para evaluar a las personas expuestas a plaguicidas en La Habana.

Científicos individuales de EE.UU. han participado en discusiones por correo electrónico con la Academia de Ciencias de Cuba, y algunos participaron en el taller organizado por esa institución cubana en marzo de este año. El taller fue imparcial e incluyó a un postulante de la hipótesis de la radiofrecuencia.

La Academia de Ciencias de Cuba reitera su voluntad de colaborar con la NASEM y otras contrapartes estadounidenses (lo cual se ha expresado reiteradamente en los últimos años), para comprender mejor los incidentes de salud que involucran a diplomáticos estadounidenses y sus familiares en La Habana (o en cualquier otro lugar), con el objetivo final de ayudar a las personas y promover vínculos más estrechos entre las dos comunidades científicas y, eventualmente, entre los dos países.

La Habana 15 de Diciembre de 2020

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