Cubainformacion: il blocco…delle rimesse

Cuba è un paese che vive di rimesse?

 

A causa delle nuove sanzioni di Washington, Western Union ha chiuso i suoi 407 punti di pagamento delle rimesse a Cuba. Unico paese dell’America Latina la cui popolazione ora non potrà più ricevere aiuto dalla propria famiglia negli USA.

Ciò che arriverà sarà per vie irregolari e non sicure, a rischio di illegalità e truffe.

La Casa Bianca, al culmine del cinismo, ha accusato di ciò L’Avana per non aver accettato il suo ricatto: stabilire, in 30 giorni, una nuova rete di pagamento senza Fincimex, società cubana presumibilmente legata “alle forze armate”.

Qualcosa di assurdo: altre società cubane simili sono anche nella lista nera delle “entità ristrette”, e la scadenza data era, inoltre, impossibile da rispettare.

Ricordiamo che Cuba ha aperto una rete di negozi con pagamento diretto in divisa, come modo per attirare dollari. E, da gennaio, inoltre, avrebbe permesso la raccolta delle rimesse in detta valuta, e non solo nel suo equivalente cubano, il CUC.

Con le sanzioni questo non sarà possibile. L’obiettivo è bloccare qualsiasi via di ingresso a Cuba e portare la popolazione alla penuria ed alla disperazione.

Nel frattempo, sulla stampa leggiamo ogni sorta di falsità. Ad esempio, che Cuba è un “paese che vive di rimesse”. Tuttavia, l’isola non compare nella lista delle nazioni della regione che ricevono il maggior numero di rimesse, guidata da Messico, Guatemala e Repubblica Dominicana.

In ogni caso, l’ “embargo” – leggiamo – colpisce solo il governo cubano. Vi è chiaro, vero?


¿Cuba es un país que vive de las remesas?

 

Debido a las nuevas sanciones de Washington, Western Union cerró sus 407 puntos de pago de remesas en Cuba. Único país de América Latina cuya población ya no podrá recibir ayuda de su familia en EEUU.

Lo que llegue, será por vías irregulares e inseguras, a riesgo de ilegalidades y estafas.

La Casa Blanca, en el colmo del cinismo, culpaba de ello a La Habana, por no haber aceptado su chantaje: establecer en 30 días una nueva red de pagos sin Fincimex, compañía cubana supuestamente vinculada “con las Fuerzas Armadas”.

Algo absurdo: otras empresas cubanas similares están también en la lista negra de “entidades restringidas”, y el plazo dado era, además, imposible de cumplir.

Recordemos que Cuba ha abierto una red de tiendas de pago directo en divisa, como vía para captar dólares. Y, desde enero, además, iba a permitir el cobro de las remesas en dicha moneda, y no únicamente en su equivalente cubano, el CUC.

Con las sanciones esto no será posible. El objetivo es taponar cualquier vía de ingresos en Cuba y llevar a la población a la penuria y la desesperación.

Mientras, en la prensa leemos todo tipo de falsedades. Por ejemplo, que Cuba es un “país que vive de las remesas”. Sin embargo, la Isla no figura en la lista de naciones de la región que más remesas reciben, encabezada por México, Guatemala y la República Dominicana.

En todo caso, el “embargo” –leemos- solo afecta al gobierno cubano. ¿Les ha quedado claro, verdad?

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