Sovranità e indipendenza. Nicaragua risponde alle sanzioni Usa

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Sanzioni, sanzioni e ancora sanzioni. In breve è possibile riassumere così l’attitudine dell’imperialismo statunitense verso paesi e popoli che decidono con esercizio di sovranità di prendere un percorso autonomo e non necessariamente vincolato a quelli che sono gli interessi geopolitici di Washington.

Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato nuove sanzioni dirette a colpire Cuba e Nicaragua. Diversi individui ed entità di Cuba e Nicaragua sono stati inseriti nella cosiddetta “lista nera”, una serie di misure coercitive unilaterali promosse dall’amministrazione di Donald Trump contro i governi progressisti dell’America Latina e dei Caraibi.

In Nicaragua, le misure sono state imposte al vicepresidente della Corte suprema, Marvin Ramiro Aguilar García, al vice Walmaro Antonio Gutiérrez Mercado e al capo della polizia della città di León, Fidel Jesús Domínguez Álvarez.

La giustificazione fornita è che queste tre persone sostengono le presunte persecuzioni politiche portate avanti dal governo sandinista. Persecuzioni inesistenti. Si tratta in realtà semplicemente di far rispettare leggi e ordinamenti statali.

Per quanto riguarda Cuba la lista è stata “aggiornata”. A finire in questo giro nel mirino degli USA sono tre entità legate alle Forze Armate Rivoluzionarie (FAR): il Grupo de Administración Empresarial SA (GAESA) e le società controllate Financiera Cimex SA e Kave Coffee SA.

Il 2020 è stato uno degli anni più duri per quanto riguarda le misure coercitive unilaterali contro Cuba e Nicaragua, oltre al Venezuela, ricorda teleSUR. L’obiettivo non dichiarato, miseramente fallito, era quello di ottenere un cambiamento del sistema politico in ciascuna di queste nazioni e di insediare alla guida dei paesi investiti dalla destabilizzazione statunitense dei fantocci che avrebbero governato secondo le esigenze e gli interessi statunitensi nella regione.

Il Nicaragua approva una legge in difesa di popolo, sovranità e indipendenza

Alle misure arbitrarie statunitensi il Nicaragua risponde con la forza della legge. L’Assemblea nazionale del Nicaragua ha approvato “Legge per la difesa dei diritti delle persone all’indipendenza, alla sovranità e all’autodeterminazione per la pace”. La legislazione mira a garantire che le persone che agiscono contro l’indipendenza del paese perderanno il diritto di essere elette per un servizio pubblico.

La legge stabilisce che “i nicaraguensi che guidano o finanziano un golpe, che alterano l’ordine costituzionale, perderanno il diritto politico di essere eletti”.

Inoltre, la legislazione sanzionerà gli individui che “incoraggiano atti terroristici, che compiono atti che minano l’indipendenza, la sovranità e l’autodeterminazione, che incitano all’interferenza straniera negli affari interni”.

Inoltre, chi “chiede interventi militari, si organizza con finanziamenti di potenze straniere per compiere atti di terrorismo e destabilizzazione”, può essere escluso anche dalle elezioni popolari.

L’Assemblea Nazionale ha approvato la legge con 70 voti favorevoli, 14 contrari e cinque astensioni. La decisione arriva tra gli avvertimenti del presidente Daniel Ortega mentre i leader dell’opposizione si stanno recando negli Stati Uniti per chiedere a Washington sanzioni contro la nazione centroamericana, in danno del popolo nicaraguense.

Un copione, questo, già visto in tanti altri paesi. Senza guardare troppo lontano volgere lo sguardo al Venezuela bolivariano.

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