In Colombia il 2020 si è concluso nel peggiore dei modi e il nuovo anno non sembra essere migliore. Infatti nel paese sud americano lo scorso anno sono stati ben 309 i leader sociali e difensori dei diritti umani assassinati dalle bande paramilitari secondo i dati forniti dall’ong. Indepaz.
Il nuovo anno è iniziato come era terminato il precedente: si contano già quattro omicidi selettivi tra i leader sociali e gli ex appartenenti alle FARC. Nel dettaglio sono due i leader sociali e due gli ex guerriglieri delle FARC, che avevano firmato gli accordi di pace uccisi nei primi cinque giorni del 2021.
I primi due leader sociali e difensori dei diritti umani uccisi nel 2021 sono Gerardo León, assassinato a Puerto Gaitán, nel dipartimento del Meta, e Diego Betancourt Higuera, freddato a El Yopal, nel Casanare. Ancora più impressione ha suscitato l’uccisione di due ex guerriglieri delle FARC che avevano firmato gli accordi di pace e accettato il programma di reinserimento sociale: una donna, Yolanda Zabala Mazo, uccisa a Briceño (Antioquia), il giorno di Capodanno, e Duván Arled Galíndez, residente a Cali (Valle del Cauca) ma assassinato a centinaia di chilometri di distanza, a Cartagena del Chairá (Caquetá), in un ristorante, dove stava pranzando con la fidanzata. In tutto, sono così saliti a 251 i firmatari dell’accordo di pace uccisi in poco più di 4 anni.
Ma la violenza non si è fermata con l’omicidio dei quattro leader sociali ed ex appartenenti alle FARC. Infatti si è già consumato il primo massacro dell’anno: è avvenuto a Buenaventura (Valle del Cauca) dove si contano sei persone uccise e un ferito.
Il bilancio degli omicidi selettivi e dei massacri compiuti in Colombia è terrificante. Nel corso del 2020 sono stati 309 i leader sociali e difensori dei diritti umani assassinati che portano il computo totale a ben 1.107 dalla firma degli accordi di pace del 2016, mentre 90 sono stati i massacri commessi lo scorso anno, per un totale di 375 vittime.
Tutto questo avviene nella più totale indifferenza della comunità internazionale che con il suo silenzio e la sua omertà legittima l’immobilismo complice del presidente colombiano Ivan Duque che si limita a laconiche dichiarazioni di facciata. Esistono dei paesi di. cui non si deve o non si può parlare, la Colombia fa parte di questi. Assieme alla Palestina, dove giornalmente vengono calpestati i diritti della popolazione da parte degli israeliani, allo Yemen, dove da oltre cinque anni si combatte una guerra che ha causato migliaia di morti tra la popolazione civile ed è in atto una crisi umanitaria senza precedenti, alla Arabia Saudita, dove i diritti delle donne sono praticamente inesistenti, la Colombia resta, per il suo numero di omicidi e massacri, fuori dalle cronache dei maggiori giornali perché fedele cagnolino degli Stati Uniti.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info