Il rapporto, che copre il periodo dal 26 settembre al 28 dicembre 2020, conta 248 morti nel Paese latinoamericano.
La Missione di verifica delle Nazioni Unite in Colombia ha annunciato nel suo rapporto che dalla firma dell’accordo di pace tra lo Stato e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC), 248 ex combattenti sono stati uccisi, 73 dei quali nel corso del 2020.
Inoltre, l’Istituto indipendente per gli studi sulla pace e lo sviluppo ha riferito che 251 firmatari della pace sono stati uccisi dopo l’accordo.
Secondo il rapporto, la situazione della sicurezza degli ex combattenti nella zona di confine tra i dipartimenti di Meta, Caquetá e Guaviare è di particolare preoccupazione per il Segretario
Il rapporto rileva che il governo ha annunciato l’assegnazione di circa 13,5 milioni di pesos all’Unità di Protezione Nazionale (UNP) a settembre, per coprire i posti vacanti per le scorte e gli analisti all’interno della sottodirezione specializzata di sicurezza e protezione dell’Unità. Tuttavia, ad oggi, non sono state assunte scorte e solo 27 analisti.
A questo proposito, il governo di Iván Duque è sollecitato ad assumere un numero maggiore di accompagnatori e analisti per l’UNP, con l’obiettivo di salvaguardare la vita degli ex guerriglieri, dal momento che “dalla firma dell’Accordo, 25 ex combattenti sono stati uccisi in attesa di una risposta alle loro richieste di protezione”.
Antonio Guterres raccomanda che lo Stato colombiano abbia “come prima priorità” per il 2021 il dovere di “garantire la protezione e la sicurezza degli ex combattenti, delle comunità colpite dal conflitto, dei leader sociali e dei difensori dei diritti umani”.
Si afferma inoltre che gli ex combattenti che vivono al di fuori delle ex aree territoriali di formazione e reintegrazione (ETCR) soffrono di livelli di violenza più elevati, e che il 35% delle uccisioni di ex combattenti nel 2020 ha avuto luogo in o vicino a nuove aree di reintegrazione.
Fonte: Telesur
Traduzione: italiacuba.it