LA RIFORMA MONETARIA A CUBA: IL PESO CONVERTIBILE VA IN PENSIONE E GLI STIPENDI SALGONO
Il 1 gennaio per Cuba è un giorno molto importante, infatti in quel giorno di 62 anni fa il dittatore Fulgencio Battista fuggiva in aero dall’isola e la rivoluzione iniziata sei anni prima da Fidel Castro era vinta.
Quest’anno il 1 gennaio ha coinciso non solo con le celebrazioni dell’anniversario del trionfo della rivoluzione ma anche con l’avvio della riforma monetaria. Sull’isola dalla metà degli anni ’90 esisteva il dualismo monetario. Erano presenti due monete il Peso Cubano o CUP ed il Peso Convertibile o CUC che aveva lo stesso valore del dollaro statunitense. Il Peso Cubano valeva un ventiquattresimo di un CUC. Spesso il Peso Convertibile era definito la moneta dei turisti: cosa non del tutto vera dato che molti lavoratori statali negli anni avevano iniziato a ricevere parte del loro stipendio proprio in CUC.
Dal 1’ gennaio la riforma monetaria ha tra l’altro abolito il CUC lasciando quale moneta circolante solo il Peso Cubano. Con la riforma monetaria sono state introdotte altre importanti misure economiche: la più importante è senza dubbio quella che aumenta notevolmente i bassi salari dei lavoratori del settore statale. Queste riforme hanno generato come era prevedibile polemiche e inquietudini tra la popolazione più o meno reali.
Tra le varie misure che lo stato cubano ha introdotto nel campo economico prima di questa importante riforma senza dubbio la più nota è quella che ha introdotto il lavoro per conto proprio nel 2013 creando una nuova figura che a Cuba è stata denominata cuentapropista. La riforma ha permesso a chi voleva intraprendere una attività per conto proprio di poterlo fare in piena legalità, infatti sono state riconosciute oltre un centinaio di professioni che possono essere svolte in forma privata. Sono nate piccole rivendite di generi alimentari, ristoranti, bar, parrucchieri, taxisti, panetterie, pasticcerie, attività di costruzione edile, elettricisti, idraulici, sevizi vari per il turismo, affittacamere e molto altro ancora.
Comprendere come questa misura ha impattato sulla società cubana servirà poi per capire alcuni aspetti legati alla recente riforma monetaria e salariale. La ragione principale che ha portato il governo cubano a creare questa nuova figura professionale era quella di ridurre il gran numero di persone che lavoravano alle dipendenze dello stato. La creazione dei cuentopropistas ha creato una frattura nella struttura sociale dell’isola, infatti i salari dei lavoratori per conto proprio erano notevolmente superiori a quelli pagati dallo stato ai sui dipendenti. Con il passare degli anni però si è avuta una vera e propria emorragia di personale professionale che abbandonato gli impieghi pubblici per passare alla libera professione. Infatti molti medici, maestri, professori, economisti, figure professionali allettati dai facili guadagni che il lavoro per conto proprio offriva soprattutto nel settore turistico e nella vendita di generi alimentari hanno lasciato l’impiego statale per dedicarsi alle attività private.
Nel contempo chi restava nel settore statale, le cui retribuzioni erano oggettivamente basse, si sentiva umiliato per il lavoro svolto e mal pagato perdendo di conseguenza il desiderio di lavorare. Molto spesso persone ben formate che occupano posti di rilievo come dirigenti di aziende, funzionari statali , medici o ingegneri guadagnano molto meno di un taxista o un cameriere di un ristorante privato che può aver anche studiato poco. In poche parole la piramide salariale a Cuba è capovolta ovvero chi ha studiato ed occupa un incarico statale guadagna molto meno di una persona poco formata ma che ha deciso di lavorare per conto proprio.
Era ovvio, come ho più volte denunciato e più volte per questo sono stato ampiamente criticato, che questa disparità salariale non poteva durare all’infinito perché oltre a far fuggire tutte le migliori figure professionali dagli impieghi statali alimenta una frattura sociale tra classi lavoratrici che mette in serio pericolo proprio la rivoluzione stessa e tutte le conquiste che negli anni ha ottenuto. Una parte consistente dei cuentapropistas vede nello stato una macchina burocratica che spesso non riesce a risolvere i loro problemi alimentando così la convinzione che bisogna cambiare la forma dello stato. Non a caso molti di loro sogna un cambio in senso capitalista dello stato senza sapere in realtà a cosa andrebbero in contro se questo avvenisse. La nuova riforma monetaria e salariale cerca di colmare questo divario che come ho spesso sostenuto essere il più grande problema che oggi Cuba si trova ad affrontare.
Ma come accade sovente i cambiamenti creano paure ed inquietudini nella popolazione mal informata e manipolata da una miriade di siti e blog gestiti da organizzazioni controrivoluzionarie che usano qualunque occasione per attaccare il governo. Da un lato troviamo questi mezzi di disinformazione che alimentano con notizie, le più volte false, le paure di una popolazione che soffre giornalmente per un blocco economico, finanziario e commerciale imposto proprio da coloro che finanziano questi pseudo giornalisti, dall’altra parte invece troviamo coloro che sostengono Cuba più perché vedono nell’isola il paese che vorrebbero, che sognano, ed accusano il governo, senza conoscere la complessità dell’isola, di tradire gli ideali rivoluzionari e socialisti ogni volta che lo stato attua una nuova riforma. Insomma gli attacchi all’operato del governo arrivano sia da coloro che da Miami sperano in una sollevazione popolare per i problemi che causerebbe alla popolazione la nuova riforma sia da chi, in buona fede o perché animati dallo stesso scopo ma mascherati da rivoluzionari puri, vedono nella riforma la fine del sogno rivoluzionario cubano.
Con la nuova riforma si sta cercando quindi di ribaltare la piramide salariale ridando al lavoratore ed alla sua professionalità il merito che negli anni a causa dei bassi salari statali aveva perso. L’intento primario della riforma è quello di stimolare i lavoratori con stipendi più alti che per conseguenza, si spera, farà aumentare la produttività e ridurrà la forbice salariale tra lavoratori statali e privati. Una timida riforma salariale era già stata fatta nel giugno 2019 ma questa è molto più radicale: i salari saranno elevati 4,5 volte. Il salario minimo sarà di 2100 Pesos ed il più alto arriverà alla somma di 9510 Pesos. Saranno create 32 categorie salariali in base all’impiego cui corrisponderà un diverso salario.
Gli annunciati aumenti salariali hanno portato molte persone, soprattutto giovani, che si dedicavano a lavori informali o che non lavoravano affatto a cercare lavoro nelle aziende statali. Aziende che fino ad ora erano criticate per la loro inefficienza e per i bassi salari sono diventate oggi un importante mezzo per ottenere un lavoro sicuro. Molti lavoratori che erano occupati nelle numerose attività turistiche private dopo aver perso il loro impiego a causa della pandemia da corona virus rimanendo senza stipendio a differenza dei lavoratori statali che stanno invece ricevendo una parte del salario, anche se non stanno lavorando, hanno deciso di ritornare nel settore statale.
In solo venti giorni a Guantanamo si sono presentate presso l’ufficio della direzione municipale del lavoro 1349 persone interessate a lavorare nel settore statale. Oscar Mendoza Perez, Vice direttore della direzione provinciale del lavoro, ha dichiarato che negli ultimi 20 anni non aveva mai visto tante persone presentarsi nel suo ufficio per cercare lavoro: “Il 60 per cento sono giovani che non avevano un precedente contratto di lavoro”. A Pinar del Rio Alina Hernandez Martin, vice direttrice della direzione provinciale del lavoro, conferma che sono molti i cubani che si rivolgono al suo ufficio per cercare un impiego: “In solo tre settimane si sono presentate 944 persone presso il nostro ufficio e di questi 496 erano giovani dei quali 399 hanno ottenuto un lavoro”. Nel centro dell’isola a Sancti Spiritus sono 1339 le persone che si sono presentate presso l’ufficio del lavoro per ottenere un impiego e 397 lo hanno ottenuto.
Come scritto all’inizio dell’articolo la riforma ha eliminato dalla circolazione il Peso Convertibile, CuC, lasciando solo il Peso Cubano. CUP, quale unica moneta circolante. Per i sei mesi successivi sarà possibile pagare ancora con il CUC ma verrà restituito come resto il CUP o cambiare i CUC presso gli sportelli bancari. I depositi in CUC presso le banche saranno convertiti in CUP e la parità di cambio è fissata in 24 CUP per CUC.
Purtroppo questa riforma monetaria che ha lasciato una sola moneta potrebbe essere definita una riforma a metà perché nel paese continuano ad esistere negozi in cui occorre pagare in moneta liberamente convertibile. In questi negozi, nati agli inizi del lo scorso anno, per acquistare occorre pagare con una carta di credito o con una carta di debito preventivamente ricaricata con dollari statunitensi o altra moneta convertibile come l’Euro. Con l’aumento delle sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti il blocco economico negli anni si è reso sempre più duro quindi lo stato per far fronte alle necessità di disporre di merce prodotte all’estero ha creato questo tipo strano di negozi. In pratica in questi negozi, gestiti da catene internazionali, vengono venduti prodotti esteri direttamente dalle catene stesse, lo stato mette a disposizione le strutture di vendita e riceve una percentuale sulle vendite che essendo pagate in moneta pregiata ottiene un ingresso in valuta. Inizialmente si trovavano solo elettrodomestici ma con il passare del tempo l’offerta è stata ampliata.
I cubani devono quindi procurarsi dollari o altre monete pregiate per caricare le carte emesse dalle banche cubane. Dalla nascita di questi negozi si è alimentato il mercato nero di valuta estera dato che nelle banche non sono quasi mai disponibili tale valute per essere acquistate. Inoltre alcuni furbetti usano le proprie carte ricaricate da familiari che vivono all’estero o grazie al mercato nero di valuta per acquistare i prodotti nei negozi per rivenderli con enormi sovrapprezzi creando un nuovo tipo di mercato nero. Alla nuova riforma viene data la colpa dell’espansione del mercato nero di valuta ma le nuove misure non hanno nulla a che vedere con quanto sta accadendo. Nei mesi estivi, quando ancora nessuno parlava di riforma monetaria, per acquistare un dollaro statunitense occorrevano fino ad 1,60 CUC.
Parallelamente ai cambiamenti salariali e monetari la nuova riforma intende mettere anche un po’ di ordine nei prezzi dei beni e dei servizi sussidiati dallo stato. In particolare vengono attualizzate le tariffe per i prodotti acquistati con la libreta, i trasporti, le tariffe per l’energia elettrica e l’acqua.
La libreta permette a tutti i cittadini cubani di acquistare una serie di prodotti come il riso, il caffè, l’olio, i fagioli, lo zucchero, il sale, le uova, la carne a prezzi sussidiati dallo stato. Fino ad ora il principio che regolava il prezzo era quello di sussidiare il prodotto, con la nuova riforma lo stato intende sussidiare la persona e non più il prodotto. Non mi stupirei se in futuro alcune categorie di persone che hanno un reddito alto potessero perdere la possibilità di acquistare prodotti con la libretta. Inoltre vengono tolte tutte le indebite agevolazioni che negli anni hanno portato ad esempio ad usufruire dei sussidi anche i cittadini temporaneamente o permanentemente residenti all’estero. I prezzi dei prodotti acquistati vengono aumentati per far fronte ai nuovi costi di produzione.
I prezzi dei trasporti, per garantire la possibilità a tutti i cittadini di muoversi liberamente, sono da sempre sussidiati dallo stato ovvero solo una piccola parte del costo viene coperto dal prezzo del biglietto. Le tariffe applicate alle varie tratte sia urbane che extraurbane sono state modificate in quanto risalenti oramai a molti anni fa quando i costi di gestione del servizio erano molto più bassi. Le tratte urbane aumenteranno da un minimo di 2 volte ad un massimo di 5 volte mentre quelle extraurbane aumenteranno di 1,5 volte. Il trasporto urbano quindi passerà da 0,40 CUP, circa un centesimo di Euro, a 1 CUP, 3,5 centesimi di Euro, in tutte le città ad esclusione della capitale L’Avana dove costerà invece 2 CUP. Per quanto riguarda le tratte di lunga percorrenza ad esempio la tratta in autobus L’Avana-Santiago, di oltre 800 chilometri, passerà dai precedenti 169 CUP agli attuali 255 CUP, mentre in treno passa dai precedenti 95 CUP agli attuali 132 CUP. E’ stato fissato un prezzo a chilometro per passeggero al fine di impedire che le imprese locali dei trasporti applichino tariffe diverse a parità di chilometri percorsi.
La revisione dei prezzi dei servizi statali ha creato molte preoccupazioni nella popolazione. Le maggiori inquietudini nei cittadini riguardano gli aumenti delle tariffe dell’acqua e dell’energia elettrica che da inizio anno entreranno in vigore. Prima della riforma i cubani soggetti al pagamento in maniera forfaittaria della fornitura idrica pagavano un CUP a persona al mese, dal 1’ gennaio la tariffa è passata a 7 CUP a persona al mese, tariffe tutto sommato ancora lontanissime da quelle applicate dai nostri gestori. Viene inoltre ampliata la platea degli utenti che pagheranno a consumo invece che a forfait. Per le tariffe a consumo il costo è fissato per i primi tre metri cubi a 1,75 CUP a persona al mese,, la scala dei costi aumenta progressivamente al consumo per incentivare il risparmio di questa importante risorsa. Diversamente coloro che hanno un’attività nella propria abitazione come ad esempio gli affitta camere o i ristoranti pagheranno una tariffa più alta non residenziale.
A Cuba il 95 per cento dell’energia elettrica è prodotta dalla combustione di combustibili fossili ed il 48 per cento è importato. Secondo i dati dell’impresa elettrica cubana il 91 per cento degli utenti consuma meno di 350 KW al mese, il 6,5 per cento degli utenti consuma tra 350 KW e 500 KW, che sommati rappresentano il 97 per cento degli utenti. Solo il 2 per cento degli utenti ha un consumo compreso tra 500 e 1000 KW al mese e solo l’1 per cento restante consuma più di 1000 KW. Le fasce di consumo fino a 350 KW ricevono un sussidio da parte dello stato che riduce notevolmente il costo della bolletta. Come nel caso dell’acqua anche per l’erogazione dell’energia elettrica la tabella dei consumi è progressiva: più i consumi sono alti maggiore è il costo al KW. Le inquietudini maggiori vengono chiaramente da color che hanno alti consumi e che fino ad oggi pagavano bollette irrisorie.
Come si vede la riforma che è entrata in vigore il 1° gennaio non si limita solo al cambio monetario ma tocca molti degli aspetti della vita quotidiana dei cubani. Tra le conseguenze che molti hanno messo in evidenza che questa riforma si porta dietro vi è quello dell’aumento dei prezzi relativi a molti generi alimentari. Infatti nelle ultime settimane i generi alimentari di produzione locale come riso, verdura, frutta e carne son aumentati. Gli aumenti però non possono essere imputati solo alla nuova riforma dato che dall’arrivo del corona virus sulla scena mondiale che ha coinciso con il crollo del turismo sull’isola si è registrato un aumento generalizzato di tutti i generi alimentari di produzione locale. Molti produttori locali hanno aumentato i loro prezzi data l’alta domanda e la poca offerta, poi i vari rivenditori per conto proprio che fungono da intermediari hanno contribuito all’aumento del prezzo finale. I contadini preferiscono vendere la maggior parte dei loro raccolti ai rivenditori privati e non allo stato aggirando le quote riservate alla libera vendita grazie alla compiacenza degli ispettori che dovrebbero vigilare sulle produzioni. Infatti secondo la legge un contadino o un allevatore deve vendere obbligatoriamente l’80 per cento della sua produzione allo stato e solo il restante 20 per cento privatamente. Succede quindi che lo stato non dispone dei prodotti necessari al soddisfacimento delle esigenze della popolazione ed è costretto ad importarli a costi maggiori. Lo stato ha fissato dei prezzi massimi per la vendita privata ma il sistema di controllo non riesce a interrompere questa spirale di rincari che, come detto, non hanno nulla a che fare con la riforma ma con la speculazione,
Non bisogna mai dimenticare che l’isola caraibica è sottoposta dagli Stati Uniti ad un blocco economico, commerciale e finanziario dal 1962: questo non è un alibi ma una cruda realtà. Il blocco impedisce a Cuba di poter intrattenere normali relazioni economiche con le altre nazioni del mondo e soprattutto con gli Stati Uniti. Proprio così, Cuba sarebbe ben lieta di commerciare con il vicino a stelle e strisce non solo per vendere sul territorio statunitense i propri prodotti ma anche per acquistare quanto necessario. Non è la stessa cosa comprare un container di pollo in Cina o Spagna che a Miami.
In conclusione credo che questa riforma vada nella direzione giusta per vari motivi. Primo tra tutti quello di avere una solo moneta in circolazione che semplifica notevolmente la gestione delle imprese dato che da ora in poi non dovranno tenere più una doppia contabilità: una in Peso Convertibile ed una in Peso Cubani. Poi rimette la piramide salariale nel giusto verso ridando al lavoro statale ed alle professionalità dei lavoratori la dignità perduta. La riforma salariale porterà al ritorno di molte figure professionali a lavorare nel settore statale con indubbi vantaggi per i cittadini. Io ho spesso scritto che a Cuba uno dei problemi maggiori che negli anni si era verificato era quello della fuga dei cervelli. Molti lavoratori che erano impiegati nel settore statale hanno lasciato il loro impiego dirigendosi verso le attività private, questo a reso necessario una riforma salariale che alzasse gli stipendi ai lavoratori ridando al lavoro il suo giusto valore.
La riforma salariale ha inoltre avvicinato al lavoro una notevole quantità di persone che prima si dedicavano a lavori informali o non lavoravano affatto ma usufruivano di tutte i servizi gratuiti che lo stato riserva ai suoi cittadini come sanità ed educazione. Inoltre speriamo che tutti quelli che vivono di fatto di rimesse dall’estero che vanno al lavoro solo per perdere tempo senza produrre assolutamente nulla, con l’aumento degli stipendi prendano voglia ed inizino a fare qualcosa per il loro paese.
Gli aumenti delle tariffe dei trasporti, dell’acqua e dell’energia elettrica comprensibilmente ha creato molte inquietudini tra la popolazione ma, in molti casi, la stessa popolazione, soprattutto quella che dispone di denaro, che è poi quella che oggi si lamenta per gli aumenti, ha abusato senza alcun ritegno delle basse tariffe per sperperare acqua ed energia elettrica osteggiando un benessere apparente, Quindi se consumi è giusto che paghi perché il paese non naviga in acque tranquille a causa del crollo del turismo, e dell’inasprimento delle sanzioni che l’amministrazione Trump, nei suoi quattro anni di governo, ha applicato all’isola.
Tutte queste lamentele della popolazione hanno infine alimentato lunghissime polemiche sui social attizzate da blogger residenti negli Stati Uniti finanziati dai fiumi di dollari che l’amministrazione Trump, come le precedenti, ha stanziato per combattere la guerra mediatica al governo cubano.
Vorrei chiudere questo lungo, e spero esaustivo articolo, che ha cercato di spiegare la riforma monetaria entrata in vigore dal 1° gennaio a Cuba analizzando la complessa situazione che l’isola, a causa delle numerose sanzioni che gli Stati Uniti gli hanno applicato negli anni, si trova a sopportare e a combattere, con la speranza che tutti coloro che passano il loro tempo a fare le pulci a qualunque azione il governo intraprenda per mitigare le conseguenze che queste sanzioni hanno sulla popolazione dedichino lo stesso tempo per spiegare ai propri lettori e simpatizzanti che Cuba è sottoposta ad un blocco commerciale, economico e finanziario da quasi 60 anni, perché il blocco non è un alibi usato dal governo per giustificare qualunque riforma ma ciò che invece condiziona le riforme. Senza il blocco la storia di Cuba sarebbe stata ben diversa e chi non lo capisce non fa gli interessi dell’isola caraibica ma di color che la vorrebbero vedere capitolare.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info