Cambio di strategia non di obiettivo

La portavoce della Casa Bianca Jen Psaki ha detto giovedì che l’amministrazione Biden sta valutando se  rivedere le misure restrittive emesse da Trump durante la sua presidenza e se è il caso di tornare alle politiche portate avanti da Barak Obama nei confronti di Cuba.

Rispondendo ad una domanda diretta, Psaki ha risposto che “la nostra politica nei confronti di Cuba si basa su due principi: in primo luogo, il sostegno alla democrazia e ai diritti umani, al centro dei nostri sforzi; e in secondo luogo, il fatto che gli americani, in particolare i cubano-americani, sono i migliori ambasciatori della libertà a Cuba”. Con queste parole la portavoce della nuova amministrazione ha ribadito come la Casa Bianca stia ponendo il rispetto dei diritti umani al centro delle sue politiche verso l’isola.

Come al solito il rispetto dei diritti umani viene usato dagli Stati Uniti per dettare le proprie leggi agli altri paesi. Sulla mancanza del rispetto dei diritti umani le posizioni dei due paesi differiscono notevolmente, come del resto era stato ampiamente ribadito da Raul Castro a Barak Obama quando, nel 2014, i due paesi tentarono un riavvicinamento.

Jen Psaki ha comunque  chiarito che la sua amministrazione intende rivedere il modo aggressivo con cui Trump ha condotto le relazioni con Cuba e con altri paesi senza però specificare in che modo le nuove relazioni verranno condotte. Non ha specificato se il cambio significherà tornare alla strategia Obama ovvero cercare di riportare l’isola al modello di democrazia statunitense con azioni diplomatiche invece che con azioni punitive allo stile di Trump.

Il vecchio inquilino della Casa Bianca durante i suoi quattro anni di presidenza ha emesso oltre 240 misure coercitive verso l’isola e negli ultimi giorni del suo mandato a inserito nuovamente Cuba nella lista dei paesi patrocinatori del terrorismo dalla quale era stata tolta da Obama nel 2013. Come è noto con le sanzioni ed i provvedimenti coercitivi nessun paese a cui sono state applicate ha cambiato il suo corso politico. Cuba è sottoposta ad un blocco commerciale, economico e finanziario dal 1962 ma nonostante questo e gli oltre 240 provvedimenti presi da Trump negli ultimi quatto anni ha rinunciato alla sua rivoluzione.

Rivedere le politiche verso l’isola caraibica sicuramente significherà, come detto, tornare alla strategia di Obama ovvero la strategia della carota e del bastone: io ti concedo qualcosa e tu rinunci alla tua sovranità. Non ci dobbiamo aspettare comunque cambiamenti sostanziali come ad esempio un alleggerimento del blocco economico o un allentamento delle pressioni o dei finanziamenti ai gruppi controrivoluzionari: la strategia potrà cambiare ma l’obiettivo resta lo stesso di sempre ovvero la caduta del governo cubano ed il ritorno dell’isola sotto le grinfie degli Stati Uniti.

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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