Menzogne, parolacce e cose senza importanza

Quando Trump ha vinto le elezioni per la presidenza USA, nel novembre 2016, Diario de Cuba è stato uno dei media che ha trasmesso un video in cui diversi “oppositori” cubani mostrano la loro euforia per quella “schiacciante vittoria”.

Iroel Sánchez  www.granma.cu

Lo stesso giorno in cui sono state rilasciate le dichiarazioni dei presidenti Raúl Castro e Barack Obama, che annunciavano un percorso verso la normalizzazione tra USA ed il loro scomodo vicino situato a 90 miglia dalla sua penisola della Florida, il sito web Diario de Cuba ha pubblicato una notizia falsa sull’affondamento, da parte del Governo cubano, di una barca nella baia di Matanzas, in cui sarebbero morte decine di persone che emigravano verso gli USA. Nel mezzo dell’annuncio fatto da entrambi i presidenti, le principali informazioni di quella giornata, la “notizia” di Diario de Cuba è passata senza pena né gloria alla storia di falsità fabbricate da una pubblicazione che, sin dal suo inizio, ha ricevuto diversi milioni di dollari dal National Endownment for Democracy (NED) per la propaganda contro il Governo cubano.

Queste cifre figurano sul sito web della NED e la più recente di esse, pubblicata lì, fissa lo stanziamento a $ 600000 l’assegnazione per il 2019. Il nefasto ruolo della NED non è propaganda comunista, persino il quotidiano, per nulla di sinistra, The New York Times ha stabilito il suo status di facciata della CIA ed il suo coinvolgimento nel finanziamento di colpi di stato in decine di paesi.

Quando Trump ha vinto le elezioni per la presidenza USA, nel novembre 2016, Diario de Cuba è stato uno dei media che ha trasmesso un video in cui diversi “oppositori” cubani mostrano la loro euforia per quella “schiacciante vittoria”. Le loro parole sono eloquenti:

(Trump) L’uomo che ci vuole per uscire da tutta questa situazione (a Cuba).

Li trasciniamo tutti i comunisti.

A Cuba, quasi tutte le persone che soffrono le conseguenze del regime sono contente (per la vittoria di Trump).

Le donne hanno sofferto molto in questi due anni di ristabilimento delle relazioni tra USA e Cuba.

Obama, finalmente te ne vai.

È stato molto frustrante vedere come l’amministrazione Obama ha permesso al regime di guadagnare spazio e lasciare da parte il popolo cubano e le sue richieste.

Non possiamo farlo da soli (decidere il destino di Cuba).

L’eredità del presidente Obama, riguardo a Cuba, non è positiva.

Con l’elezione di Trump, rinascono le speranze in coloro che le avevano perse.

(Con) l’arrivo di Trump alla Casa Bianca, possiamo riscattare quell’alleato che abbiamo sempre avuto nella lotta per la libertà a Cuba.

C’è una magnifica congiuntura per cui tutti gli attori democratici della regione possiamo avere un trionfo unico che è quello di rovesciare finalmente, in modo totale, la dittatura militare dei fratelli Castro.

Ora dobbiamo lavorare con quegli attori politici che stanno pensando a una reale democratizzazione di Cuba.

Mario Díaz Balart, Carlos Curbelo, Marco Rubio, Ileana Ros, baci! Vi amo tutti, signori.

Congratulazioni di tutto cuore, e lo dico con gioia totale, ai congressisti cubano-americani che stanno facendo così tanto per la libertà del popolo cubano, I love you, amo tutti perché voi lo sappiate e continuiate come siete.

Tali antecedenti del medio, rappresentato da chi brandisce un cellulare in faccia al titolare del Ministero della Cultura cubano, è una cosa senza importanza e che, insieme al corrispondente, stia urlando a suo sostegno qualcuno che, contrariamente a ciò che lui chiama “pacificancia”, ha pubblicato nelle sue reti sociali la necessità di un maggiore blocco economico e di un intervento militare contro Cuba, è qualcosa che non deve essere preso in considerazione, perché più importante è il modo in cui il Ministro ha impedito al pagato dalla NED adempiere al suo compito: indebolire la posizione cubana in qualsiasi processo di cambiamento della politica USA verso l’Avana, cosa in cui Diario de Cuba non ha cessato d’impegnarsi.

Ha ragione chi dice che un Ministro non agisce così in altri paesi. È vero: è la polizia che “dialoga” – medianti manganelli e getti d’acqua – con chiunque protesti, e sarebbe, in ultima analisi, una scorta che finirebbe in modo per nulla diplomatico con qualsiasi oggetto interposto, inaspettatamente, davanti ad un’ autorità. Che accadrebbe se il provocatore fosse pagato da un’agenzia storicamente associata agli sforzi di un governo straniero per cambiare l’ordine attuale in quel paese? Non bisogna essere molto fantasiosi per concepirlo, soprattutto quando, ogni anno, i giornalisti assassinati assommano a due cifre nelle “democrazie” che ci circondano.

Che il libertario corrispondente insulti, con tutto il repertorio di parolacce in lingua spagnola, il Ministro che il sistema mediatico privato, finanziato dall’estero contro Cuba, ha cercato di linciare mediaticamente, neppure è importante, tanto meno se si tiene conto che, per quel tipo di comportamenti, più di un rapper è stato condannato al carcere lì dove Diario de Cuba ha la sua sede: la democratica Spagna.

Neppure è molto originale. La paternità degli insulti corrisponde ad un’altra persona che, nel video del 2016 che abbiamo citato prima, si rallegrava del trionfo di Trump e dei congressisti anti-cubani della Florida, esibendo l’emblema della brigata mercenaria 2506, sconfitta a Playa Girón, e chiedendo mano dura con Cuba, proprio quella che ha espresso la frase tollerante “Li trascineremo tutti i comunisti”.

Il corrispondente di un altro media pagato dagli USA (ADN Cuba) riconosce di aver ricevuto tra i 150 ed i 200 $ per informare dal Ministero della Cultura lo scorso 27 gennaio, altra cosa senza importanza.

È quello che difende il modello di stampa libera, democratica ed indipendente che Cuba deve attuare, niente di più: il giornalismo scandalistico che mette in primo piano il superfluo e nasconde l’essenziale. Perché essere le loro vittime inconscienti, o peggio, i loro complici, quando realmente ciò che si reclama non è libertà di espressione, ma libertà d’insulto e menzogna convertite in affari con denaro straniero?


Mentiras, palabras soeces y cosas sin importancia

Al ganar Trump las elecciones para la presidencia estadounidense, en noviembre de 2016, Diario de Cuba fue de los medios de comunicación que difundió un video donde varios «opositores» cubanos muestran su euforia por aquella «victoria contundente»

Autor: Iroel Sánchez

El mismo día en que se dieron a conocer las declaraciones de los presidentes Raúl Castro y Barack Obama, anunciando un camino hacia la normalización entre Estados Unidos y el vecino incómodo ubicado a 90 millas de su península floridana, la web Diario de Cuba publicó una noticia falsa sobre el hundimiento, por el Gobierno cubano, de un barco en la bahía de Matanzas, en el que habrían muerto decenas de personas que emigraban hacia EE. UU. En medio del anuncio hecho por ambos presidentes, principal información de aquella jornada, la «noticia» de Diario de Cuba pasó sin penas ni glorias a la historia de falsedades fabricadas por una publicación que, desde su origen, ha recibido varios millones de dólares de la National Endownment for Democracy (NED) para la propaganda contra el Gobierno cubano.

En la página web de la NED constan esas cifras, y la más reciente de ellas, publicada allí, establece en 600 000 dólares la asignación correspondiente a 2019. No es propaganda comunista el nefasto papel de la NED, hasta el nada izquierdista diario The New York Times ha establecido su condición de pantalla de la cia y su involucramiento en la financiación de golpes de Estado en decenas de países.

Al ganar Trump las elecciones para la presidencia estadounidense, en noviembre de 2016, Diario de Cuba fue de los medios de comunicación que difundió un video donde varios «opositores» cubanos muestran su euforia por aquella «victoria contundente». Sus palabras son elocuentes:

(Trump) El hombre que hace falta para salir de toda esta situación (en Cuba).

Los arrastramos a toos los comunistas.

En Cuba casi todas las personas que sufren las consecuencias del régimen estamos contentos (con la victoria de Trump).

Las mujeres han sufrido muchísimo estos dos años de restablecimiento de relaciones entre EE. UU. y Cuba.

Obama, por fin te vas.

Fue muy frustrante ver cómo la administración Obama fue permitiéndole al régimen ganar espacio y dejar al pueblo cubano y sus demandas a un lado.

No podemos hacerlo solos (decidir el destino de Cuba).

El legado del presiente Obama respecto a Cuba no es positivo.

Con la elección de Trump renacen las esperanzas en aquellos que las tenían perdidas.

(Con) la llegada de Trump a la Casa Blanca podemos rescatar ese aliado que siempre tuvimos en la lucha por la libertad en Cuba.

Hay una magnífica coyuntura para que todos los actores democráticos de la región podamos tener un triunfo único que es derrocar, finalmente, de manera total, a la dictadura militar de los hermanos Castro.

Ahora nos toca trabajar con esos actores políticos que están pensando en una democratización real de Cuba.

Mario Díaz Balart, Carlos Curbelo, Marco Rubio, ¡Ileana Ros, besitos!, los quiero a toelmundo, caballeros.

Felicitar de todo corazón, y lo digo con total alegría, a los congresistas cubanoamericanos que tanto están haciendo por la libertad del pueblo cubano, I love you, los quiero a todos pa que ustedes sepan y sigan como van.

Tales antecedentes del medio, representado por quien esgrimió un teléfono celular en el rostro del titular del Ministerio de Cultura cubano, es una cosa sin importancia, y que, junto al corresponsal, esté gritando en su apoyo alguien que, en contra de lo que llama «pacificancia», ha publicado en sus redes sociales la necesidad de más bloqueo económico y una intervención militar contra Cuba, es algo que no debe ser tomado en cuenta, porque más importante es el modo en que el Ministro le impidió al pagado por la NED cumplir su tarea: debilitar la postura cubana en cualquier proceso de cambio de la política estadounidense hacia La Habana, algo en lo que Diario de Cuba no ha dejado de empeñarse.

Tienen razón quienes dicen que un Ministro no actúa así en otros países. Cierto: es la policía quien «dialoga» –porras y chorros de agua mediante– con cualquiera que proteste, y sería, en última instancia, un escolta el que acabaría de modo nada diplomático con cualquier objeto interpuesto de modo inesperado frente a una autoridad. ¿Qué pasaría si el provocador es pagado por una agencia históricamente asociada a los esfuerzos de un gobierno extranjero para cambiar el orden vigente en ese país? No hay que ser muy imaginativo para concebirlo, más cuando cada año los periodistas asesinados suman cifras de dos dígitos en las «democracias» que nos rodean.

Que el libertario corresponsal insulte, con todo el repertorio de palabras soeces existente en lengua castellana, al Ministro que el sistema de medios privados financiado desde el extranjero contra Cuba ha intentado linchar mediáticamente, tampoco es importante, mucho menos si se tiene en cuenta que, por ese tipo de comportamientos, más de un rapero fue condenado a cárcel allí donde Diario de Cuba tiene su sede: la democrática España.

Tampoco es muy original. La autoría de los insultos corresponde a otra persona que, en el video de 2016 que mencionamos antes, se alegraba del triunfo de Trump y de los congresistas anticubanos de la Florida, exhibiendo el emblema de la brigada mercenaria 2506, derrotada en Playa Girón, y solicitando mano dura con Cuba, precisamente el que expresó la tolerante frase «Los arrastramos a toos los comunistas».

El corresponsal de otro medio pagado desde Estados Unidos (ADN Cuba) reconoce haber recibido entre 150 y 200 dólares por reportar desde el Ministerio de Cultura el pasado 27 de enero, otra cosa sin importancia.

Es lo que defiende el modelo de prensa libre, democrático e independiente que Cuba debe implantar, nada más: el amarillismo que pone en primer plano lo superfluo y esconde lo esencial. ¿Por qué ser sus víctimas inconscientes, o peor, sus cómplices, cuando realmente lo que se reclama no es libertad de expresión, sino libertad para el insulto y la mentira convertidos en negocio con dinero extranjero?

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