Rete Solidarietà Rivoluzione Bolivariana
Tentativo di golpe elettorale in Ecuador contro il candidato delle sinistre Arauz.
Di fronte al tentativo di escludere dalle elezioni il candidato delle sinistre, vincitore al primo turno delle elezioni, diversi leader latinoamericani hanno respinto l’ingerenza della Colombia ed il tentativo della destra, sotto la regia statunitense, nelle elezioni in Ecuador.
Risulta infatti che dalla Colombia si afferma che Arauz sarebbe stato finanziato dal gruppo guerrigliero delle ELN e quindi andrebbe escluso dalle elezioni.
Le prove? Poche e nebulose. Pare che all’interno del computer del comandante Lodoño, ucciso nell’ottobre scorso, vi sia un file che attesterebbe questo finanziamento e questo ha già dato il via ad una immensa macchina del fango con conseguente campagna sulla stampa e sulle reti sociali contro Arauz offuscando i temi economici.
A questo fine è giunto in Ecuador il procuratore generale colombiano, Francisco Barbosa, per presentare un rapporto completo alla sua collega ecuadoriana, Diana Salazar, sul presunto finanziamento illecito diretto e con il quale il funzionario colombiano intende danneggiare il candidato Andrés Arauz, da qui la protesta di diversi ex presidenti e leader latinoamericani.
L’ex presidente socialista della Bolivia Evo Morales ha parlato sui social e ha sostenuto che il procuratore colombiano cerca “con false accuse” di incidere sulla vittoria di Arauz al secondo turno, prevista per il prossimo 11 aprile.
“Respingiamo l’azione interventista e intimidatoria del procuratore generale della Colombia contro il candidato vincitore delle elezioni in Ecuador, Andrés Arauz, che con false accuse di finanziamento illecito cerca di incidere sulla sua vittoria al secondo turno”, ha scritto il leader indigeno su Twitter.
L’ex presidente della Colombia Ernesto Samper ha affermato in un tweet che le presunte informazioni sui legami del candidato alla presidenza dell’Unione per la Speranza (Unes) con l’ELN “sono un’infamia” e che fanno parte di un gioco sporco orchestrato in Colombia dai settori radicali della destra di entrambi i paesi per interferire nel secondo turno delle elezioni presidenziali ecuadoriane.
L’ex presidente ecuadoriano Rafael Correa, ha reagito categoricamente alle azioni della Procura colombiana e ha definito “una vergogna” che la Colombia accusi che la guerriglia dell’Esercito di liberazione nazionale (ELN) presumibilmente è legato alla campagna presidenziale in Ecuador.
Correa ha anche denunciato che il Consiglio Nazionale Elettorale sta cercando di manipolare i dati per capovolgere i risultati dello scrutinio e permettere all’indigenista liberista Pérez di arrivare al secondo posto (attualmente è terzo) poiché ha più possibilità di sconfiggere al secondo turno il candidato delle sinistre rispetto a Lasso, il candidato delle destre .
“Stanno manipolando i verbali di seggio per dare una impressione che non esiste”, ha aggiunto l’ex leader socialista.
Dopo una settimana dal voto infatti il Consiglio Nazionale Elettorale ancora non emette il suo verdetto su chi è arrivato secondo e da più parti si afferma che dietro c’è il lavoro degli USA che cercano di favorire la proclamazione a secondo arrivato di Perez, il candidato liberista che ha più possibilità di sconfiggere le sinistre al secondo turno.