da quando esiste il Programma d’Assistenza alla Coppia non Fertile
In un 2020 marcato dalla pandemia della COVID-19, il mondo ha visto fermarsi quasi tutti i processi della vita umana nelle società.
Mentre la crisi economica s’indurisce e il pianeta si dibatte, Cuba avanza nel cammino del miracolo della vita, per realizzare i sogni delle coppie che per motivi di forza maggiore non hanno ottenuto una gravidanza in forma spontanea.
Nonostante il blocco economico che il Governo USA lascia cadere con tutte le sue forze sull’Isola, nonostante un virus aggressivo e nel mezzo di un processo di riordino economico, il Programma d’Attenzione alla Coppia non fertile continua senza fermarsi verso la diffusione totale dei suoi servizi, per assistere un maggior numero di famiglie.
Il dottor Roberto Álvarez Fumero, capo del Dipartimento Materno Infantile del Ministero di Salute Pubblica (Minsap), ha offerto dettagli in esclusiva a Granma.
–Quanti centri d’alta tecnologia per l’attenzione alle coppie non fertili esistono in Cuba?
–Dalla creazione del Programma, nel 2016, esistono nel paese quattro centri territoriali di riproduzione assistita d’alta tecnologia: uno a Holguín, nell’Ospedale Vladimir I. Lenin, dove vanno le coppie che lo richiedono nelle province orientali, da Las Tunas a Guantánamo; un altro a Cienfuegos, nell’Ospedale Gustavo Aldereguía Lima, dove si assistono le coppie riferite dai servizi provinciali da Ciego de Ávila a Villa Clara; e il terzo si trova nell’ Ospedale Ramón González Coro de L’ Avana, dove si assistono le coppie provenienti da Pinar del Río e sino a Matanzas; e il quarto si trova nell’Ospedale Clinico Chirurgico Hermanos Ameijeiras, dove vanno le coppie di tutto il paese per le tecniche specifiche che si offrono solo lì.
«Il Minsap ha deciso nel 2018, d’ampliare la rete da quattro a sei centri di riproduzione assistita d’alta tecnologia con la creazione di uno a Santiago di Cuba e un altro a Camagüey, che permetteranno d’elevare il numero delle coppie beneficate, di riprodurre le distanze e minimizzare le spese per la famiglia cubana, cioè i trasporti, l’eliminazione e l’alloggiamento.
«Per limiti economici era stato spostato il termine per il 2021, ma le condizioni epidemiologiche attuali sono sempre complesse e non è possibile avanzare nella costruzione e nel montaggio dei nuovi centri.
–Quali sono le caratteristiche strutturali e le tecnologie di questi ospedali?
–Queste unità presentano condizioni strutturali e tecnologiche specializzate nell’unità chirurgia in cui si realizzano le aspirazioni dei follicoli ovarici e il trasferimento degli embrioni ottenuti verso l’endometrio uterino.
« Ci sono i laboratori dei gameti, dove in condizioni in vitro si realizzano la fertilizzazione e il seguito dello sviluppo dell’embrione, ed esiste un sistema di climatizzazione con frequente scambio e filtri per evitare danni all’embrione in sviluppo per le variazioni della temperatura, l’umidità, le particole e altre condizioni ambientali nocive.
«Contano con incubatrici a tre fasi, microscopi speciali, micro manipolatori, tavolo antivibrazione e altri strumenti per realizzare i processi. Inoltre ultrasuoni d’alta risoluzione e apparati per dosare gli ormoni, di moderna tecnologia per la preparazione delle coppie, il controllo dell’induzione dell’ovulazione e convalidare la diagnosi della gravidanza».
–Quante coppie sono state aiutate dal Programma nel 2020?
–Al termine di un complesso e sfidante 2020, nella rete d’assistenza alla coppia infeconda, per la prima volta, 25 574 coppie sono state ottenute 7.027 gravidanze (830 più che nel 2019), il più alto numero nella storia del Programma dal 2016.
«Nelle consultazioni municipali si è avanzato significativamente nell’attenzione alle nuove coppie.
A questo livello hanno ricevuto assistenza per la prima volta, 16.669 coppie.
E sono state ottenute 894 gravidanze (703 di più delle 4.191 ottenute nel 2019), che significano il 69 % di tutte quelle ottenute nella rete dei servizi.
Inoltre è stata elevata l’efficacia del 5,2 % al 29,4 % delle gravidanze per ogni cento coppie (il 24,2 % superiore al 2019).
«È stato incrementato il flusso delle coppie verso i servizi provinciali di riproduzione assistita, dove hanno ricevuto attenzione per la prima volta 8.203 coppie (141 di più del 2019) e sono state ottenute 2 056 gravidanze, 267 di piu delle 1 789 ottenute nel 2019, con un’ efficacia del 77,6 % delle gravidanze per ogni cento donne inseminate e/o sottoposte ad altri procedimenti chirurgici, superiori del 16,9 % al 2019.
«Per via dei limiti finanziari per l’inizio della fertilizzazione in vitro, sono stati ridoti i livelli d’attività nei quattro centri territoriali di riproduzione assistita d’alta tecnologia, dove sono state viste per la prima volta 702 coppie e abbiamo ottenuto 77 gravidanze delle 80 previste, con le risorse a disposizione ».
–Che impatto ha avuto il blocco economico, commerciale e finanziario imposto dal Governo degli USA a Cuba nel trattamento alle coppie non fertili?
–I trattamenti d’infertilità sono molto costosi a livello mondiale. I medicinali, il materiale usa e getta, i reagenti ormonali, i mezzi di coltivazione degli embrioni e i pezzi di ricambio degli strumenti, come le componenti per il mantenimento dei sistemi ingegneri specializzati sono prodotti di una numero ridotto di compagnie che è stato possibile pagare e dalle quali ottenere crediti opportunamente, in conseguenza dell’ asfissia finanziaria che l’indurimento del blocco ha provocato nel paese.
«Per via di ostacoli commerciali e d’importazione, non abbom o potuto avere a disposizione nello stesso tempo tutti i prodotti che necessitano un incatenamento nel processo, dall’importazione alla distribuzione interna, provocando ritardi e riduzione del numero dei cicli di fertilizzazioni in vitro pianificati, da realizzare in un periodo.
«Non è stato possibile modernizzare tutti gli strumenti che diventano superati in un breve tempo, attentando contro l’obiettivo di migliorare efficacia e introduzione di nuove tecniche di riproduzione assistita».
–Com’è stato sviluppato il Programma nel mezzo della pandemia provocata dalla COVID-19?
–Dall’inizio della pandemia, siamo stati al tanto dell’evidenza scientifica non solo sugli effetti negativi alla salute umana, la trasmissibilità e le vie di contagio virale ma anche sui possibili effetti del virus SARS-COV-2 sull’embriogenesi risultante da una fertilizzazione in vitro.
«Durante lo scontro alla COVID-19 si sono mantenuti i servivi assistenziali relazionati con la preservazione della vita e la continuità del programma d’assistenza alla coppia non fertile.
«Nonostante, la necessaria distanza sociale, la quarantena in comunità con la trasmissione autoctona locale e gli effetti psicologici sulle coppie per il complesso contesto epidemiologico, hanno inizialmente attentato contro l’assistenza e il flusso a differenti livelli.
«Nella fase di recupero è stata incrementata la frequenza delle consultazioni per ridurre i ritardi nell’assistenza alle coppia pendenti del seguito per queste cause.
«Nel coordinamento con i governi locali sono state create facilità per il trasporto delle coppie dai municipi ai servizi provinciali ubicati nel capoluogo provinciale.
Un esempio positivo si è visto a Santiago di Cuba, dove ogni settimana è stato garantito un autobus per trasferire le coppie sino al centro territoriale di Holguín.
«Nello stesso tempo sono state implementate misure per la prevenzione della COVID-19 nella rete dei servizi d’assistenza alla coppia non fertile.
I pazienti hanno ricevuto informazioni per via telefonica, avvisandoli di non andare all’appuntamento se avevano febbre, tosse o disturbi respiratori negli ultimi 14 giorni, se erano stati in contatto con qualcuno contagiato dalla malattia o sospetto, e che nel possibile andassero senza accompagnanti, puntuali nell’ora dell’appuntamento per evitare di restare molto tempo nella sala d’aspetto.
«I centri hanno stabilito una zona di transito all’entrata, dove si controllano i pazienti, si esige l’uso della mascherina, si misura loro la temperatura, si disinfettano le mani e si mantiene la distanza di sicurezza di 1.5 metri.
«Con le coppie che hanno presentato sintomi o che hanno avuto contatti con casi positivi, è stato necessario rimandare il trattamento di almeno quattro settimane dopo la scomparsa della sintomatologia.
«Per l’assistenza alle coppie nei servizi provinciali, sono stati usati tamponi di negatività prima delle visite ed e stata permessa l’assistenza dei pazienti nelle zone di trasmissione autoctona solo se le prove scartavano l’infezione attiva.
«Sono stati realizzati PCR per via nasofaringea 72 ore prima dell’intervento chirurgico per la fertilizzazione in vitro, cancellando e rimandando il procedimento se esisteva positività.
«I dipartimenti d’epidemiologia ospedaliera hanno valutato e definito gli scenari di rischio e i mezzi di protezione dei professionisti che operano».
Così sfidante è stato quest’ anno per le cifre promettenti.