La trama era prevedibile. Gli attori erano terribili. Anche così, le folle accorrevano al teatro e non solo applaudivano quell’insolito spettacolo, ma molestavano anche duramente coloro che lo criticavano. Niente poteva ostacolare quell’apoteosi.
Recenti rivelazioni di messaggi scambiati tramite l’applicazione Telegram tra membri della Procura e l’allora giudice Sergio Moro rivelano una profusione di illegalità commesse contro numerosi imputati, tra cui l’ex presidente Lula.
La concertazione di atti processuali tra l’accusa e il giudice, la direzione dell’accusa da parte del giudice, l’uso di arresti cautelativi come mezzo di tortura per ottenere patteggiamenti, il controllo degli avvocati, le violazioni illegali del segreto fiscale, il mancato rispetto delle regole di competenza giurisdizionale, i rapporti con agenti pubblici stranieri fuori dai canali ufficiali, la comunicazione degli atti processuali alla stampa, comprese le fughe illegali di informazioni, sono alcuni degli esempi che possiamo segnalare.
A qualsiasi osservatore ragionevole tali rivelazioni non suonano esattamente come una notizia, ma si deve riconoscere che i dettagli delle conversazioni tra i membri dell’operazione Lava Jato impressionano per l’assoluto disprezzo dei principi più elementari che informano uno stato di diritto. Tutto è stato strategicamente tramato per raggiungere scopi politici e personali. I ruoli di investigatore, procuratore, giudice si sono fusi in un pericolosissimo autoritarismo in guanti di velluto, camuffato nell’ermetico linguaggio giuridico.
Alcuni dei risultati dell’operazione Lava Jato sono già ampiamente noti. Effetti devastanti sull’economia nazionale, in particolare del mercato delle infrastrutture, rimozione di un presidente della Repubblica senza che fosse responsabile di delitti e l’ascesa di un leader populista a capo dell’ esecutivo.
Un’altra grave conseguenza dell’operazione, tuttavia, è una battuta d’arresto nelle strutture che aiutano efficacemente ad affrontare la corruzione in Brasile. Basti ricordare gli attacchi successivi alla legge sull’accesso all’informazione pubblica negli ultimi anni. Ironicamente, quindi, gli “eroi” della lotta contro la corruzione possono diventare gli eroi dei corrotti.
Ora tutti gli occhi sono puntati sulla Corte Suprema. Ci sono molti elementi che dovrebbero portare all’annullamento di diversi processi dell’operazione Lava Jato, ma già c’è chi evoca l’immagine storica secondo la quale i potenti sfuggono sempre alle grinfie della giustizia.
È vero che il crollo dell’operazione Lava Jato frustra le legittime aspettative di tutti i brasiliani di vivere in un paese serio, con integrità, libero dal flagello della corruzione. Lo stato di diritto, tuttavia, non permette scorciatoie. L’operazione Lava Jato soccomberà per i suoi stessi errori e così dovrebbe essere, in modo che non possano più verificarsi avventure della stessa natura.