Il presidente della Casa de las Americas, Abel Prieto, ha affermato che Cuba non rinuncerà allo slogan ‘Patria o morte’, la dichiarazione di principi del leader storico della Rivoluzione, Fidel Castro.
In dichiarazioni esclusive a Prensa Latina, l’intellettuale della nazione caraibica ha descritto la recente canzone ‘Patria y vida’ (Patria e vita), diffusa nelle reti, come una strategia associata al cambio di mandato negli Stati Uniti e alla paura dei gruppi più estremi della Florida di una trasformazione della politica bilaterale.
I gruppi finanziati all’estero e sull’isola avvertono che, se ci fosse in qualche modo un riavvicinamento civile tra i due paesi, ciò significherebbe la fine dei loro posti di lavoro ed è davvero molto grottesco che una presunta bandiera della vita sia issata dal territorio degli Stati Uniti”, ha detto.
Prieto ha considerato che contro questo ‘pamphlet musicale’, interpretato dai cantanti cubani Yotuel Romero, Descemer Bueno, El Obsorbo e El Funky, e il gruppo Gente de Zona, c’è l’esempio dei giovani dell’arcipelago delle Antille che, dai centri di isolamento e nella cosiddetta zona rossa, affrontano la pandemia del Covid-19.
Sono musicisti popolari e sono stati selezionati per questo. La canzone ha un messaggio politico aperto senza sfumature. È un accumulo di slogan e una specie di equilibrio, dal risentimento, 60 anni di Rivoluzione, con insulti della peggiore propaganda anticubana”, ha detto.
L’ex ministro della cultura ha riconosciuto come la gioventù del paese caraibico riceve una “pioggia incessante di messaggi dall’industria egemonica del divertimento” e dalle reti sociali, che invitano all’ignoranza della storia, simile all’appello dell’allora presidente Barack Obama, durante la sua visita a Cuba nel marzo 2016.
Se non si guarda indietro si perde il filo dell’itinerario nazionale e le basi della costruzione del presente e del futuro”. La canzone riafferma uno dei desideri dei nemici della Rivoluzione: che l’azione dei movimenti sovversivi sia mantenuta viva e acquisti una certa credibilità o legittimità tra il popolo”, ha avvertito.
Abel Prieto ha assicurato che la società cubana non si confonde con messaggi che violano i principi della nazione o pongono l’annessionismo come premessa e ha detto che i nemici non raggiungeranno la sospirata frattura generazionale.
Sembra uno scherzo macabro parlare di patria e di vita dalla Florida, dove tanta gente viene trascurata durante il genocidio quotidiano che è il capitalismo e il neoliberismo, senza considerare la componente traumatica della crisi epidemiologica globale”, ha ricordato lo scrittore cubano.
Durante la sepoltura delle vittime dell’atto terroristico contro il piroscafo francese La Coubre, il 5 marzo 1960, il leader della Rivoluzione Fidel Castro proclamò dall’Avana un motto di lotta: “(…) ora libertà significa qualcosa di più: libertà significa patria. E il nostro dilemma sarebbe “Patria o morte”!
Fonte: http://razonesdecuba.cu
Traduzione: ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIA-CUBA