Matt Novak, Paleofuture 14/04/15
Gli Stati Uniti iniziano a normalizzare le relazioni con Cuba. Il che è piuttosto sorprendente, se si considera il fatto che gli USA cercarono di sabotare la nazione insulare per oltre mezzo secolo. In effetti, il governo degli Stati Uniti ufficialmente produsse decine di piani per destabilizzare Cuba. E molti sembrano fan-fiction complottiste. Eppure sono tutti reali.
Quando si esaminano i piani declassificate dei primi anni ’60, è alquanto scioccante. Furono concepiti da iniziative come The Cuba Project, Operation Mongoose e Operation Northwoods, tutte col mero obiettivo di estromettere Fidel Castro. Alcuni piani implicano letteralmente operazioni sotto falsa bandiera, missioni segrete per spezzare Cuba e istigare la guerra, ma nascondendo che furono eseguite dagli Stati Uniti. Una delle idee più innocue prevedeva la distribuzione di foto false di Fidel Castro obeso che viveva nel lusso. Altre idee riguardavano il rilascio di biglietti aerei di sola andata che avrebbero permesso ai cubani di volare negli USA. Ma alcuni dei piani più bizzarri prevedevano d’inscenare falsi attentati ai nordamericani da usare come pretesto per invadere Cuba. Di seguito alcune idee dell’intelligence e dei pianificatori militari statunitensi. Non sono follie cospirazioniste maldigerite ideate dalla banda dei cappelli di stagnola. Sono piani reali degli anni ’60 conservati negli archivi nazionali degli Stati Uniti .
Preparare l’attacco cubano a un aereo nordamericano
Forse i piani più scioccanti per smantellare Cuba provenivano da un promemoria top secret del generale di brigata William H. Craig del 13 marzo 1962. Il documento era intitolato “Giustificazione per l’intervento militare statunitense a Cuba”, che più o meno si spiegava. Craig pianificò dettagliatamente di far saltare in aria navi da guerra nordamericane vuote, inscenare rivolte presso Guantanamo Bay e falsi funerali di soldati nordamericani. Uno dei piani di Craig prevedeva persino di far saltare in aria un drone della CIA facendolo credere un aereo civile con studenti universitari nordamericani a bordo. “Un aereo a Eglin [Air Force Base] sarà dipinto e numerato come duplicato esatto di un aereo registrato civile di un’organizzazione della CIA nell’area di Miami”, dice il piano del 1962. “In un momento prestabilito, il duplicato sarà sostituito dall’effettivo aereo civile caricato con passeggeri selezionati, tutti imbarcati con pseudonimi accuratamente preparati. Il vero velivolo verrà convertito in drone”. Il documento proseguiva spiegando come il drone della CIA avrebbe emesso un SOS spiegando che era attaccato da caccia cubani. Il drone veniva quindi fatto saltare in aria via telecomando nel mezzo della trasmissione di soccorso. “Ciò consentirà alle stazioni radio ICAO nell’emisfero occidentale di raccontare agli Stati Uniti cosa era successo all’aereo invece degli Stati Uniti che cercavano di “vendere l’incidente””, spiegava il documento.
Far sembrare Castro grasso e felice con foto taroccate
L’obiettivo dell’Operation Good Times era creare fotografie false di Fidel Castro che viveva sontuosamente. La speranza era suscitare dissenso e istigare una rivolta interna. “Prepara la fotografia desiderata, come Castro obeso con due bellezze in qualsiasi situazione vuoi, apparentemente in una residenza di Castro, sontuosamente arredata e tavolo traboccante di delizioso cibo cubano”, si legge nel documento. La foto doveva essere accompagnata da una didascalia tipo “La mia razione è diversa”, per dare l’impressione che Castro vivesse la bella vita, mentre la sua gente soffriva.
Diffondere biglietti aerei di sola andata a Cuba
Coll’operazione Free Ride, il governo nordamericano immaginò uno scenario in cui aerei avrebbero rilasciato biglietti di sola andata su Cuba per città come Caracas e Città del Messico. L’idea era inscenare un esodo di massa e “creare disordini e dissensi nel popolo cubano”. È interessante notare che i documenti di pianificazione affermavano esplicitamente che alcun biglietto per gli Stati Uniti sarebbe stato lanciato.
Coordinare attacchi terroristici a Miami e Washington
Sorprendentemente, un’idea riguardava inscenare attentati sul suolo nordamericano. I funzionari statunitensi in realtà proposero che i nordamericani iniziassero una campagna terroristica per incastrare i cubani, completa di bombe e attacchi a rifugiati nelle strade nordamericane. “Potremmo sviluppare una campagna terroristica cubana comunista nell’area di Miami, in altre città della Florida e persino a Washington”, si leggeva in un documento del 1962. “La campagna di terrore potrà essere indirizzata ai rifugiati cubani negli Stati Uniti”. Il termine “indirizzata”, in questo caso, significa che i rifugiati cubani sarebbero stati presi di mira dalle violenze, fatte sembrare opera di terroristi cubani fedeli al regime di Castro. “Potremmo affondare un carico di cubani in rotta verso la Florida (reale o simulato)”, continuò il documento. “Potremmo incoraggiare attentati ai rifugiati cubani negli Stati Uniti, anche al punto di ferire neo casi da pubblicizzare ampiamente. Anche l’esplosione di alcune bombe di plastica in punti scelti con cura, l’arresto di agenti cubani e il rilascio di documenti preparati per provare il coinvolgimento cubano sarebbero stati utili per proiettare l’idea di un governo irresponsabile”.
Usare il programma spaziale nordamericano come arma della propaganda
L’inizio del programma spaziale statunitense fu a dir poco difficile. Il primo tentativo dei nordamericani di mettere un satellite in orbita andò male. I nordamericani speravano di rispondere ai sovietici e ai loro successi, ma ogni volta che ci provavano, non c’era molta fiducia che funzionasse. Quindi i militari escogitarono due idee contro Cuba che avrebbero utilizzato qualsiasi fallimento a proprio vantaggio. La prima si chiamava Operation Cover-Up (un po’ sul naso, no?) che doveva convincere i funzionari cubani che il programma spaziale statunitense era la copertura per qualcos’altro. Una copertura per cosa? Persino gli strateghi militari statunitensi non ci badarono tanto. Volevano solo agitare e lasciare che i cubani credessero al peggio. La seconda idea si chiamava Operation Dirty Trick. Se elementi del programma spaziale fallivano, come l’imminente orbita di John Glenn, i nordamericani avrebbero fatto sembrare che fosse colpa dei cubani. “L’obiettivo è avere una prova irrevocabile che, se il volo in orbita con equipaggio del Mercury fallisse, la colpa fosse dei comunisti e di Cuba”, spiegava un documento. “Questo va ottenuto producendo vari indizi che dimostrino l’interferenza elettronica da parte dei cubani”.
Distruggere la fiducia nel petrolio sovietico a Cuba
L’obiettivo dell’Operazione Full-Up era distruggere la fiducia nel carburante fornito dai sovietici. Dopo che la rivoluzione cubana stabilì lo Stato socialista nel 1959, l’Unione Sovietica inviò petrolio a Cuba. All’inizio le raffinerie di petrolio nordamericane si rifiutarono di raffinare questo petrolio, ma non durò a lungo. Castro semplicemente rilevò le raffinerie di petrolio. Quindi l’idea dei nordamericani era far credere ai cubani che il petrolio che gli arrivava fosse difettoso. “Questo va ottenuto introducendo un noto agente biologico negli impianti di stoccaggio del carburante per aerei”, diceva un documento. “Questo agente fiorisce nel carburante degli aerei e cresce fino a consumare tutto lo spazio nel serbatoio.”
Fingere l’attacco a Guantanamo Bay
Coll’Operazione Bingo, i pianificatori statunitensi concepirono l’idea di simulare un attacco ai soldati americani a Gitmo come pretesto per la guerra. “L’obiettivo è creare un incidente che appaia l’attacco alle strutture statunitensi (OGM) a Cuba, fornendo così la scusa per l’uso della forza militare statunitense per rovesciare l’attuale governo di Cuba”, si leggeva in un documento top secret. Il piano era utilizzare finti suoni di guerra per fare credere a uno scontro a fuoco. Questo attacco simulato sarebbe stato sentito a Gitmo e creduto dagli uomini di stanza come vero attacco. “Questo, con adeguata preparazione, sarebbe seguito da un contrattacco e con un’adeguata pianificazione la base di Gitmo potrebbe respingere con una forza militare tale da poter aspettare che le altre forze, precedentemente allertate, attaccassero in altre aree”. Si credeva che un tale attacco potesse “rovesciare il governo cubano in poche ore, a condizione che il piano fosse attuato entro i prossimi sei mesi”. Dato che tale documento fu scritto nel marzo del 1962, quella stima che le cose fossero insostenibili dopo sei mesi era dannatamente accurata. L’Unione Sovietica avrebbe inviato missili nucleari a Cuba, culminando nella crisi dell’ottobre 1962.
Causare incidenti automobilistici e aerei a Cuba
Un’altra idea che avevano i pianificatori nordamericani era sabotare barche, automobili e aerei cubani in modo che le persone perdessero fiducia. Chiamata Operazione Break-Up, l’idea era “introdurre clandestinamente materiali corrosivi per causare incidenti ad aerei, auto o imbarcazioni”.
Terrorizzare i cubani con una raffica di boom sonici
L’obiettivo di ciò che i pianificatori chiamavano Operazione Invisible Bomb era colpire Cuba con boom sonici per creare confusione e danni. All’inizio i cubani avrebbero senza dubbio creduto di essere attaccati da bombardamenti isolati. Ma nel tempo, il boom sonico sarebbe semplicemente diventato una presenza opprimente con terrore prolungato. “Il ‘boom sonico’ può essere impiegato in molti modi, come boom singolo in punti scelti o continuo eseguito ad alta o bassa quota”, spiegava un documento. “Causerà non solo apprensione, ma anche vari danni, rompendo le finestre in una strada dell’Avana”. Il grosso del piano, come la vide il governo? Era “relativamente sicuro” di non lasciare “alcuna prova tangibile” che fosse opera dei nordamericani. “Può essere pianificato ed eseguito col minimo sforzo e spesa”.
Suscitare pioggia colorata su Cuba
Proprio come la semina di nuvole effettivamente condotta anni dopo in Vietnam, l’Operazione Raindrop includeva un piano per controllare il tempo su Cuba. Gli Stati Uniti volevano “seminare nuvole al largo di Cuba che avrebbero prodotto forti piogge durante la stagione della raccolta della canna da zucchero”. L’autore dell’articolo spiegò che gli fu detto che “lo stato dell’arte consentirà di colorare la pioggia (rosso/verde)”.
Dirottare radio e TV cubane con messaggi anticomunisti
L’idea alla base dell’Operazione True Blue era interrompere le trasmissioni radiofoniche e televisive cubane con propaganda anti-castrista. Le idee per i messaggi da trasmettere erano in realtà piuttosto divertenti, se non altro perché sono così dannatamente dirette e sincere:
“Cuba Si, Russia, No.
Il comunismo sfrutta le masse.
Il comunismo è un totalitarismo spietato
Castro e scagnozzi: banchettiamo con la terra mentre siamo razionati.
Castro e il suo regno del terrore.
Castro è un pazzo e dovrebbe essere cacciato via.
Castro è la causa di tutti i nostri guai.
Insorgere contro il maiale Castro, ecc. Ecc”.
Se approvata, tale operazione poteva diventare un piano continuo, forse sotto il controllo dell’USIA”, si leggeva nel documento di pianificazione. L’USIA era l’Agenzia di informazione degli Stati Uniti, il braccio operativo delle propaganda all’estero degli USA. Oggi, sebbene l’USIA non esista più, potrebbe non sorprendere apprendere che gli Stati Uniti creano falsi account sui social media per influenzare le conversazioni online. O forse non è sorprende. Dopo aver appreso delle operazioni sotto falsa bandiera concepite dal governo degli Stati Uniti, è difficile essere sorpresi da qualcosa oggi.
Distrarre e molestare i piloti cubani chiamandoli per nome
L’operazione No Love Lost fu forse la più infantile. L’obiettivo? Molestare i piloti cubani via comunicazioni radio chiamandoli per nome. E qui pensavi che la pesca a strascico autorizzato dallo Stato fosse una novità. “La discussione doveva essere: ‘Ti prendo rosso figlio di puttan’ chiamandolo per nome, se utile”, si leggeva in un documento. “Sarebbe un vero problema per i piloti di Castro in condizioni meteorologiche reali”.
Sabotare le apparecchiature di comunicazione cubane
L’idea dell’Operazione Smasher era introdurre valvole difettosi a Cuba in modo che tutto, dalle comunicazioni militari alle radio domestiche, s’interrompesse. Il piano era pagare i vari fornitori e seminare il Paese di valvole “modificate in modo tale da causare un cortocircuito”. Se confrontata con le altre idee, Operazione Smasher era piuttosto modesta. Ma poteva ancora arrecare danni alle infrastrutture delle comunicazione del Paese.
Il Fallout
Questo elenco è tutt’altro che completo, ma dà un assaggio di quanto gli Stati Uniti volessero vedere Castro rovesciato. Perché furono eseguite solo poche di tali operazioni, per quanto ne sappiamo? Perché gli Stati Uniti erano ben consapevoli di apparire pessimi al resto del mondo. Come spiegava un promemoria della CIA del 1962: “[…] le reazioni a un determinato tentativo degli Stati Uniti di rovesciare Castro andrebbe dall’assenza di simpatia o sostegno ad espressione e azioni di opposizione”. Dopo il fiasco della Baia dei Porci nel 1961 che coinvolse gli esuli cubani addestrati dalla CIA in Guatemala, i funzionari statunitensi pensarono che l’unica risposta fosse sabotare il regime di Castro con tattiche che non potevano essere ricondotte alle comunità militari e d’intelligence nordamericane. Un promemoria del generale di brigata William H. Craig del 13 marzo 1962 rese gli obiettivi del Piano Cuba ampiamente chiari: “Questo piano, incorporando piani scelti tra i suggerimenti allegati, o da altre fonti, va sviluppato per concentrare tutti gli sforzi su uno specifico obiettivo finale per dare giustificazione adeguata all’intervento militare degli Stati Uniti. Tale piano consentirebbe di combinare un cumulo logico di incidenti con altri eventi apparentemente non correlati per camuffare l’obiettivo finale e creare la necessaria impressione di temerarietà ed irresponsabilità di Cuba, ampia e verso altri Paesi e gli Stati Uniti. […] Il risultato desiderato dall’esecuzione di tale piano sarebbe porre gli Stati Uniti nella posizione apparente di subire rimostranze difendibili dal governo avventato e irresponsabile di Cuba e sviluppare un’immagine internazionale della minaccia cubana alla pace nell’emisfero occidentale”. Come spiega James Bamford nel suo libro del 2012 Body of Secrets, tali proposte erano a dir poco tradimento. E non erano dei burocratelli ad avere tali idee. Erano i capi militari e d’intelligence.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
Complotti anti-Cuba per accusarla di un possibile incidente della NASA
Mike Feinsilber, Associated Press, 19 novembre 1997 – Spokesman
All’inizio degli anni ’60, gli strateghi militari statunitensi offrirono ai loro capi molti sporchi trucchi per molestare o umiliare Fidel Castro. I piani andavano dall’inondare Cuba con foto false di un Castro sovrappeso “con due bellezze” al simulare l’affondamento di una nave da guerra statunitense in un’esercitazione destinata a provocare la guerra.
Circa 1500 pagine di documenti del dipartimento della Difesa mostrano che il Pentagono persino penso di tratte propaganda anti-Cuba da un disastro spaziale. Il promemoria “Operation Dirty Trick”, scritto poco prima che John Glenn lasciasse la Terra per la prima missione spaziale orbitale nordamericana nel 1962, proponeva di incolpare un sabotaggio cubano in caso di incidente.
“Ciò si otterrebbe producendo vari indizi che dimostrerebbero interferenza elettronica dai cubani”, si legge nel promemoria.
Alcune idee erano bizzarre, ma altre serie, intese a dare agli Stati Uniti un pretesto per attaccare Cuba in risposta a una falsa provocazione. Nulla fu eseguito. Ma le proposte arrivarono al segretario alla Difesa, o addirittura al nuovo presidente Lyndon Johnson, a un mese dall’assassinio di John F. Kennedy il 22 novembre 1963.
I documenti furono declassificati dal dipartimento della Difesa su istigazione dell’Assassination Records Review Board, piccola agenzia creata dal Congresso. “Questi documenti ampliano ulteriormente il record storico illustrando il profondo interesse del governo degli Stati Uniti nello sviluppo di una politica che costringesse Castro a lasciare il potere nei primi anni ’60”, diceva la storica Anna Nelson, membro del consiglio. Quando Kennedy fu ucciso, Cuba fu immediatamente sospettata di coinvolgimento. Un promemoria esponeva il caso dell’invasione nordamericana. Il generale Lyman L. Lemnitzer, allora presidente del Joint Chiefs of Staff, scrisse al segretario alla Difesa Robert S. McNamara nell’aprile 1962 che “il problema cubano va risolto nel prossimo futuro”. Sosteneva che “sarà necessario l’intervento militare degli Stati Uniti per rovesciare l’attuale regime comunista”. Lo storico di Harvard Ernest May, autore di “The Kennedy Tapes”, disse che Kennedy era molto più preoccupato per la terza guerra mondiale con la nuova crisi di Berlino che potesse finire con uno scambio nucleare. “Non voleva distrazioni”, disse May. “Senza Berlino, non sono sicuro che non fosse stato d’accordo. Voleva davvero che Castro sparisse”.
Un altro promemoria, scritto dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Earle G. Wheeler dopo una riunione dello Studio Ovale, diceva che Johnson si oppose a “sabotaggio e molestie” o qualsiasi “azione ad alto rischio”. I giornali mostrano che all’inizio degli anni ’60 i capi militari nordamericani erano preoccupati dalla minaccia che credevano fosse rappresentata da Castro. Tra le loro idee per rimuovere il leader cubano:
– Lanciare immagini di un Castro obeso con due donne formose “e un tavolo traboccante del cibo cubano più delizioso”. Didascalia proposta: “La mia razione è diversa”.
– Simulare l’affondamento di una nave da guerra statunitense nella baia di Guantanamo in un incidente che “ricorda il Maine” che portò alla guerra nordamericana contro la Spagna nel 1898.
– In alternativa, organizzare l’abbattimento di un aereo da guerra nordamericano o “dimostrare in modo convincente che un aereo cubano ha attaccato e abbattuto un aereo di linea civile noleggiato in rotta dagli Stati Uniti verso Giamaica, Guatemala, Panama o Venezuela”. Ciò fu proposto in una nota del marzo 1962 ai capi congiunti. Il compito sarebbe stato realizzato sostituendo un drone vuoto con un aereo di linea noleggiato identico con studenti universitari. Mentre il drone veniva fatto saltare in aria dopo aver trasmesso segnali radio che riportavano un attacco dei MIG cubani, l’aereo cogli studenti volando basso sarebbe atterrato in Florida. Il giornale non diceva come gli studenti sarebbero stati persuasi a mantenere il segreto.
– “Creare l’impressione che l’opposizione anti-castrista continui” facendo volare gli F-101 dell’Air Force oltre la velocità del suono su Cuba. I cubani risvegliati avrebbero pensato che la patria fosse sotto attacco, dicevano i pianificatori.
– Creare disordini lasciando cadere biglietti aerei di sola andata per Città del Messico o Caracas, Venezuela.
– Chiedere ai piloti rifugiati cubani di volare a Cuba per discutere via radio coi piloti cubani, distraendoli e possibilmente causandogli incidenti.
Traduzione di Alessandro Lattanzio