Riprende l’insurrezione in Colombia

Oliver Dodd, Internationalist 360°

Sebbene sia attualmente una frazione delle FARC originali, l’incapacità del governo colombiano di attuare le riforme strutturali e di seguire l’accordo di pace del 2016 ha spinto gli ex-combattenti a riprendere le armi. In una base sulle montagne del Catatumbo, Oliver Dodd parla col Comandante Villa Vazquez nella prima intervista con una figura di spicco dell’esercito della guerriglia ristabilito.

Nonostante abbia firmato l’accordo di pace del 2016 che portava a termine più di 50 anni di guerra con le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC), l’establishment della nazione, compreso il governo di destra, rifiutava di attuare i termini dell’accordo. Invece, Stato e comunità imprenditoriale videro la pace come opportunità economica: con la grande minaccia all’accumulazione capitalista fuori mano, i territori controllati dalle FARC divennero le vene attraverso cui le multinazionali cercavano di espandersi avendo forte impatto sulla terra ora non protetta e su chi ci vive. Estrazione mineraria, disboscamento, trivellazione petrolifera, estrazione di olio di palma, privatizzazione delle fonti di acqua dolce, bracconaggio e narcotrafficanti devastavano le ex-roccaforti delle FARC, costringendo milioni di contadini a lasciare le case per le baraccopoli della Colombia, dove pochi posti di lavoro e poco a nessuna sicurezza sociale li attendeva. Allo stesso tempo, più di 1200 leader di movimenti sociali, in particolare sindacalisti ed ex-combattenti delle FARC, furono assassinati dai paramilitari dal 2016. I tribunali colombiani continuano a perseguire gli insorti di sinistra ma non i criminali di Stato. Le grandi speranze delle FARC, che annunciarono la propria riforma in partito politico legale dallo stesso acronimo, la Forza Rivoluzionaria Alternativa Comune, prima di ribattezzarsi Comuni, furono deluse, poiché non garantirono alcuna riforma fondiaria o politica. come concordato e, ora disarmati, affronta la persistente violenza para-statale.

Forse non sorprende quindi, il 29 agosto 2019, che decine di leader delle FARC storicamente importanti, alcuni improvvisamente e drammaticamente scomparsi dalla vita pubblica, si separavano dal partito politico legale, raggruppandosi militarmente per annunciato il ristabilimento del partito che si unirà alla lotta politica legale dei movimenti sociali e sindacati, con la lotta armata negli spazi rurali e urbani. Nel Manifesto politico, questa fazione, nota come FARC (Segunda Marquetalia) per distinguersi dal predecessore e da altri ex-combattenti che hanno scelto di continuare a lottare per l’attuazione pacifica nei Comuni, dichiara che fu un errore strategico aver rinunciato alle armi prima dell’attuazione dell’accordo di pace, concludendo che questo era l’unico modo con cui l’accordo avrebbe potuto essere garantito in un Paese da tempo il più repressivo dell’America Latina. Comunes, guidato dal massimo comandante delle FARC quando fu firmato l’accordo di pace del 2016, Rodrigo Londono, sostiene che è imperativo che gli ex-combattenti delle FARC continuino a difendere l’accordo di pace col processo per stabilire la riconciliazione nazionale e la legittimità politica della sinistra. Ma sebbene parte degli storici ex-combattenti delle FARC rimanga legalmente attiva come Comuni, Segunda Marquetalia rappresenta una spaccatura significativa.

Per comprendere la situazione politica e la prospettiva delle forze di Segunda Marquetalia, mi recai nella regione rurale del Catatumbo in Colombia per osservare il gruppo rifondato mentre rigenera la lotta politico-militare e intervistai uno dei loro personaggi di spicco, il Comandante Villa Vazquez, responsabile del Comando Danilo Garcia e aderente all’equivalente di Segunda Marquetalia del Comitato Centrale, noto come Direzione Nazionale. Da adolescente, Vazquez aderì alla Lega dei Giovani Comunisti, gruppo affiliato al Partito Comunista legale. Quando più di 5000 attivisti disarmati di sinistra, principalmente del partito Unione Patriottica emerso dai negoziati di pace di La Uribe, furono massacrati dagli squadroni della morte tra metà e fine anni ’80, prese le armi e aderendo alle FARC da allora. Molti degli uccisi furono massacrati usando i metodi più raccapriccianti immaginabili, spesso lavorando coi militari, tattica paramilitare preferita era recidere gli arti dei socialisti con motoseghe e machete prima di scaricare i cadaveri nel fiume o lasciarli marcire nei villaggi e città come monito. Il massacro continuò: nel dicembre 2020, Rosa Mendoza, ex-combattente delle FARC fu assassinata insieme a cinque membri della famiglia, tra cui una figlia di pochi mesi. Il 13 febbraio, il 23enne Leonel Restrepo divenne il 258° ex-combattente delle FARC ucciso nel processo di “pace”. Da allora il numero salì a 259 in seguito all’uccisione di Jose Paiva Virguez il 19 febbraio.

Vazquez insisteva sul fatto che, nonostante i firmatari delle FARC rispettassero l’accordo di pace e la loro parte dell’accordo, lo Stato colombiano rinnegò l’accordo, continuando a uccidere i militanti delle FARC e altri attivisti e di conseguenza “tradì il popolo colombiano., la comunità internazionale e gli ex-combattenti delle FARC”. Il comandante dichiarò che le FARC e il popolo colombiano hanno il diritto di ribellarsi e rinnovare la lotta armata perché “Segunda Marquetalia è il risultato della rottura degli accordi di pace del 2016 da parte del governo e dell’oligarchia colombiani”. Indicando l’ascesa dei crimini dei paramilitari, Vazquez concluse che “tutte le nostre speranze erano sull’accordo, ma fu tradito dal governo e da altre forze della classe dominante. Ecco perché siamo dovuti tornare alle armi. Ma non sono le FARC tornare alle armi, è il popolo. Oggi, possiamo dire che il 60% dei combattenti [di Segunda Marquetalia] sono nuovi, non sono ex-membri”. In risposta all’istituzione della Colombia che respinge la Segunda Marquetalia come entità criminale apolitica, Vazquez mi descrisse la strategia, disegnando un diagramma sul mio taccuino. La Segunda Marquetalia combina tre strutture organizzative chiave nella strategia generale: forze armate di guerriglia, unità delle milizie armate e disarmate e Partido Comunista Clandestino de Colombia (Partito Comunista Clandestino) completamente disarmato. Le forze guerrigliere sono principalmente, ma non esclusivamente, responsabili delle operazioni armate offensive contro lo Stato e la classe dirigente; le milizie hanno principalmente il compito di promuovere gli obiettivi del gruppo in un territorio specifico, come città o villaggio, in particolare quelle zone occupate dalla guerriglia; e il Partito Comunista Clandestino è disarmato, come i partiti comunisti convenzionali, lavorando nei sindacati, movimenti sociali, università e comunità locali, ma devono rimanere segreti a causa dell’allineamento con Segunda Marquetalia. Insistendo sul fatto che Segunda Marquetalia è principalmente un partito politico anziché gruppo armato, Vazquez presentò “le armi come parte della combinazione dei modi di lottare a guardia delle idee e non prenderemo il potere attraverso il movimento armato, la lotta armata avviene perché non ci sono garanzie per manifestare le idee”. Vazquez criticava la loro caratterizzazione come ribellione contadina. Le tre componenti organizzative, guerriglia, milizia e partito comunista, aveva detto, riflettono le peculiari condizioni storiche della lotta di classe in Colombia. “Dove si sviluppa la lotta rivoluzionaria?” mi chiese. “Si sviluppa dove si trovano le persone, non nell’isolamento della giungla ma dove si trovano le masse, e la maggior parte del popolo oggi risiede nella città ed è lì che si svilupperà la lotta rivoluzionaria e di guerriglia”.

Svolgendo le funzioni chiave dello Stato nelle aree di base e roccaforti, tassazione, sicurezza e manutenzione delle infrastrutture, la leadership proclama l’organizzazione come una forma legittima di governo, sostenuta da un programma politico completo e da un contratto sociale. Sebbene il gruppo sia stato ristabilito solo il 29 agosto 2019, Segunda Marquetalia ha già una base significativa di sostegno nelle comunità che ho visitato. Ho visto le truppe passare senza ostacoli attraverso i villaggi e i loro componenti lavorare apertamente, interagendo con i civili nelle strade, persino tenendo riunioni pubbliche, senza paura che la loro presenza sia segnalata all’esercito colombiano. Una donna del posto che vive in una fattoria in una roccaforte delle FARC, che non si considera attivista socialista o politica, mi disse: “La comunità qui preferisce le FARC [Segunda Marquetalia] a polizia e militari”. “Sono sempre in giro ad aiutare immediatamente quando richiesto. Sono parte di noi e ci supportano sui bisogni primari in una situazione difficile. Ci aiutano anche a organizzare la comunit”. Tuttavia, le recenti affermazioni della prima rivista colombiana Semana, che hanno 5000 combattenti e sono sostenute da Caracas, consentendogli di sfruttare sistematicamente il territorio venezuelano, è chiaramente falsa. Anche se può sembrare controproducente per i media filo-statali esagerare il successo dei loro nemici, giustificano già l’ampio aiuto militare che la Colombia riceve, oltre a dare agli USA un pretesto per agire contro il Venezuela. In verità Segunda Marquetalia è un gruppo di recente formazione e pur potendo contare sull’appoggio dei civili in alcune comunità, in quanto appena nata, il numero dei combattenti è inferiore alle FARC che firmarono l’accordo di pace. Anche così, nuovi militanti entrano nei ranghi e si impegnano nell’organizzazione, servendo sotto una leadership politica di grande esperienza con decenni di lotta sulla spalle.

Per il governo questa è una sua responsabilità. Incapace o riluttante a garantire la sicurezza dei combattenti smobilitati o delle figure del movimento sociale che non ebbero alcun ruolo nella guerra civile, ha provocato esattamente questa reazione. I negoziatori esiteranno a fidarsi dei rappresentanti dello Stato colombiano nei futuri colloqui di pace, e Segunda Marquetalia ha molto da trattare. La tassazione delle multinazionali e delle industrie estrattive che sfruttano le risorse naturali, così come il mercato nero, consente di nutrire i combattenti con tre pasti al giorno, vestirli e dotarli di armi e mezzi di trasporto moderni. Hanno i soldi e le risorse per consentire a tutti gli aderenti di dedicare 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno alla causa. Ed è qui che vanno i soldi; la vita di un aderente delle FARC di qualsiasi grado, è sempre stata semplice, vero per tutti i movimenti di guerriglia colombiana di sinistra che ho studiato negli ultimi 10 anni che ho visto sul campo.

Ho camminato con Vazquez in una piccola fattoria dove i guerriglieri coltivavano il cibo e allevavano bestiame; ogni giorno si alternano per gestire i raccolti e nutrire gli animali, un metodo di fiducia in se stessi di cui Vazquez era orgoglioso. Anche se disse, “le spese sono significative per un’organizzazione come la nostra, come rivoluzionari che coltiviamo, inventiamo cose come la creazione di collettivi agricoli con la popolazione, sviluppiamo attività economiche, inclusa la produzione del cibo”.

Quando ebbi finito il colloquio con Vazquez e osservato Segunda Marquetalia nel territorio per una settimana, era chiaro che il movimento rifondato già sviluppa radici profonde. La mancata attuazione delle riforme strutturali che affrontano i super profitti dei settori estrattivi, dei grandi proprietari terrieri e altri capitalisti, mentre si rifiuta di fermare lo sfollamento dei contadini, una delle principali richieste dell’accordo del 2016, non fa altro che garantire che l’organizzazione si espanda gradualmente. Il perfido approccio dello Stato colombiano al processo di pace come modo per disarmare e smobilitare la minaccia più pressante al capitalismo, era semplicemente la guerra con altri mezzi. e ora Segunda Marquetalia risponde a tono. Uno spettro tormenta ancora una volta la Colombia: è lo spettro delle FARC.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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