Il presidente del Parlamento venezuelano, Diosdado Cabello, ha respinto ieri, lunedì 9 marzo, le nuove minacce USA contro la sovranità del suo paese ed ha chiamato il popolo a stare allerta.
“Dalle fila del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV), si respinge qualsiasi ricatto del presidente statunitense Barack Obama”, ha indicato Cabello.
“Dovrà sanzionare molta gente, signor Obama”, ha dichiarato riferendosi al decreto emesso dalla Casa Bianca, con il quale si sanzionano sette funzionari militari, giudiziari e della polizia del Venezuela per aver – dicono – violato i diritti umani e politici del loro paese. L’azione esecutiva ordina la sospensione dei visti e il congelamento dei beni in territorio statunitense.
Secondo Washington queste persone avrebbero vincolato azioni di violazione dei diritti umani precisamente per aver ostacolato le proteste violente del 2014.
Le stesse facevano parte di un piano denominato “La salida”, che pretendeva di scacciare il presidente eletto Nicolás Maduro dal Palazzo di Miraflores.
Obama ha anche dichiarato un’emergenza nazionale per la situazione del Venezuela, che considera “una minaccia alla sicurezza nazionale e alla politica estera del suo governo”.
Di fronte a questo, la ministra delle Relazioni Estere venezuelane, Delcy Rodríguez, ha immediatamente chiamato a consultazione l’incaricato commerciale degli Stati Uniti, Maximilien Sánchez Arveláiz.
Petrocaribe potenzierà l’integrazione commerciale
La ministra delle Relazioni Estere del Venezuela ha anche segnalato in una conferenza stampa, lunedì 9, l’impatto positivo registrato nelle economie dei paesi membri di Petrocaribe.
“I Caraibi rappresentano una zona economica di grande importanza, perchè hanno avuto una crescita in questi dieci anni che raggiunge un impatto positivo del 25% del loro PIL” ha indicato.
Dalla sede del ministero degli Esteri, Delcy Rodríguez ha aggiunto che il meccanismo regionale, che ha realizzato il IX Vertice straordinario venerdì 6, realizza programmi sociali molto belli di compenso commerciale, in cui i popoli scambiano la fattura energetica. “Non solo siamo giunti a questa zona con uno schema di fornitori di energia: questo comprende anche meccanismi di compenso economico e commerciale complementare, in cui esistono relazioni di fraternità e non di sottomissione dei popoli.