Carovana anti bloqueo

Cuba e il mondo di fronte al blocco: «La lotta per il giusto ci unisce

Il malecón de L’Avana ieri, domenica 28, si è riempito  di bandiere cubane. Un messaggio tricolore ondeggiava dai finestrini del automobili, dai motorini, cocotaxi, bicilette. Cartelloni in maiuscola, scritti a mano, «gridavano», forte e chiaro: «Non più bloccco!», «Ponti d’amore», «Cuba per la Vita!»

Yudy Castro Morales

«La lotta per il giusto ci unisce», ha scritto il Presidente cubano, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, nel suo profilo di Twitter,  ringraziando tutti i compatrioti e gli amici del mondo che in questo fine settimana hanno sommato le loro voci contro il blocco  statunitense imposto a Cuba.

Il malecón de L’Avana ieri, domenica 28, si è riempito  di bandiere cubane. Un messaggio tricolore ondeggiava dai finestrini del automobili, dai motorini, cocotaxi, biciclette. Cartelloni in maiuscola, scritti a mano, «gridavano», forte e chiaro: «Non più blocco!», «Ponti d’amore», «Cuba per la Vita!»

L’Avana ieri si è svegliata così, in carovana contro una del più grandi ingiustizie di tutti i tempi, con un altro mezzo centinaio di città del mondo.

«Sognare  e continuare un paese: i giovani portano sul petto la frase “Tu sei il  presente”, e lo stanno vivendo nei fatti che ci attendono nel futuro. Lo stanno facendo», ha aggiunto  Díaz-Canel in Twitter, con altri messaggi che hanno reiterato la fiducia nella nostra gioventù e la certezza che «Cuba va!».

Queste carovane a favore del reclamo cubano di «basta con il blocco» sono nate giustamente nella città di Miami negli USA nove mesi fa  con l’iniziativa “Ponti d’amore” e da allora ogni ultima domenica del mese si sommano più partecipanti lì e in tutti i continenti.

«Noi giovani cubani avremo sempre motivazioni per lottare, per esigere i nostri diritti, per continuare l’opera della Rivoluzione», ha detto il primo segretario del Comitato  Nazionale della UJC, Diosvany Acosta Abrahante, al termine della giornata.

Il cancelliere cubano, Bruno Rodríguez Parrilla, membro del Burò Politico, ha detto che il blocco nel mezzo della pandemia , «impedisce i nostri sforzi e ostacola i nostri risultati, nella prevenzione, nei trattamenti e nella produzione dei vaccini».

Tra i partecipanti alla carovana, Ana Fidelia Quirót, la cubana autentica, oltre che atleta mondiale, ha assicurato  che «tutti quelli che sono grati, sportivi o meno, devono stare qui, e una bambina tenuta per mano dal padre ha detto che «il blocco è costruire pareti quando il mondo può tendere ponti».

«Sino a quando si manterrà il blocco economico del Governo degli USA contro Cuba? » ha reclamato Babis Vorreas, della Grecia, membro del Comitato  Internazionale Pace, Giustizia e Dignità dei Popoli.

Benito Alvízar Novo, vicepresidente del Club dei Lada di Cuba, ha sottolineato che  «questa politica genocida e unilaterale degli Stati Uniti pretende d’ammazzarci per fame e difficoltà, ma non ci riusciranno»


Torino: gli amici di Cuba hanno detto no al blocco

Nel quadro delle iniziative organizzate a livello mondiale con l’obiettivo di stabilire un presidio di solidarietà con Cuba sotto il nome di “Carovana mondiale contro il blocco economico degli Stati Uniti contro Cuba”, sabato 27 marzo, a Torino, presso il Parco Dora che aveva già ospitato il saluto alla Brigata Henry Reeve al termine della sua missione nella città

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