Messaggio d’amore e di vita di Cuba in Messico

Il Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha segnalato il lavoro del terzo gruppo del Contingente Henry Reeve,che ha affrontato la COVID-19 in questo paese.

Il presidente della Repubblica di Cuba, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, con un messaggio virtuale ha dato il benvenuto in Patria ai 160 collaboratori della brigata medica cubana del Contingente Henry Reeve che hanno collaborato in Messico  nello scontro alla pandemia della COVID-19.

Un terzo gruppo formato da 124 medici della brigata del contingente internazionale di medici specializzati in disastri e gravi epidemie Henry Reeve, che era partito per il Messico nel dicembre scorso per affrontare la grave situazione sanitaria generata dalla COVID-19 in questo paese, è tornato a Cuba ieri lunedì 29 marzo.

Al suo arrivo nell’aeroporto internazionale José Martí, il Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, in video messaggio, ha dato loro il benvenuto nella Patria e li ha elogiati per il lavoro realizzato, che ha ricevuto il riconoscimento della Segreteria di Salute, della Segreteria di Difesa Nazionale e del Governo di Città del Messico, per il loro eccellente lavoro nei tre mesi di servizio.

Formata da medici generali integrali, specialisti, diplomati in infermeria e elettro- medicina, il gruppo ha realizzato la missione affidata nelle unità operative di ricovero temporaneo Chivatito, Campo 1ra. e Sexto Batallón de Morteros.

Lì hanno assistito 408 pazienti sospettati o confermati con il SARS-COV-2, dei quali   295  ricoverati e 263 dimessi.

Hanno realizzato  64 707 assistenze e azioni d’infermeria, salvato la vita a 216 e guarito  248 pazienti.

Inoltre hanno lavorato in azioni di prevenzione con  1 586 specializzazioni sulle misure di bio sicurezza.

Il diplomato in infermeria, Felipe Águila Reyes,  che aveva fatto parte anche della prima brigata che aveva prestato servizio in Messico nel 2020, ha avuto la fortuna di  condividere le due tappe con suo figlio ed ha segnalato i gesti di gratitudine dei pazienti assistiti, molti salvati per l’intervento dei cubani.

La mortalità nell’ospedale dov’erano stati ubicati, ha detto, era di 30 morti al giorno e al termine della missione sono riusciti a ridurla a zero decessi.

Il dottor Carlos Santana Tamayo, capo della brigata, ha riconosciuto  il sacrificio e la dedizione dei suoi membri che sono restati tutto il tempo in zona rossa ed ha riaffermato la disposizione di continuare ad affrontare la la COVID-19, dove sia necessario.

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