L’ottavo Congresso del Partito Comunista di Cuba (PCC) avrà luogo in condizioni eccezionali e 46 anni dopo la convocazione del primo di questi forum di governo della nazione caraibica.
Quel congresso fondativo ebbe luogo tra il 17 e il 22 dicembre 1975 e fu chiuso nella Piazza della Rivoluzione della capitale cubana, affollata da centinaia di migliaia di cittadini.
In quella chiusura di massa, l’allora primo segretario del PCC, Fidel Castro, chiese un voto popolare per approvare le decisioni e le analisi del conclave, che si era riunito nel Teatro Karl Marx.
Se lì abbiamo discusso e approvato tutte le tesi, qui, in rappresentanza di tutto il popolo, dobbiamo anche votare, e chiedere al nostro popolo se appoggia o no gli accordi del Congresso”, ha detto il leader cubano e ha ricevuto come risposta migliaia di braccia di approvazione.
Il Primo Congresso iniziò con il Rapporto Centrale presentato da Fidel Castro, che fece un’analisi storica della Rivoluzione, il suo sviluppo economico e sociale, la valutazione critica degli errori, e i cambiamenti previsti alla ricerca dello sviluppo futuro.
Sono stati esaminati l’educazione, la cultura, lo sport, la salute, la ricerca scientifica, la cura dell’infanzia, la sicurezza sociale, la politica del lavoro e il sistema giudiziario.
Si è analizzato anche l’assetto politico, istituzionale e giuridico del progetto di Costituzione della Repubblica, dibattuto da più di sei milioni di cubani, che sarà approvato tramite referendum il 15 febbraio dell’anno successivo.
Il Rapporto si riferiva alle organizzazioni di massa e sociali, alle Forze Armate Rivoluzionarie, al Ministero dell’Interno, all’Unione dei Giovani Comunisti, così come alla politica estera e al suo principio internazionalista in favore della liberazione dei popoli.
In quei giorni, i combattenti cubani stavano difendendo l’indipendenza e la sovranità della Repubblica Popolare d’Angola, invasa dalle truppe del Sudafrica dell’apartheid.
Il governo degli Stati Uniti faceva pressione per la fine della missione internazionalista di Cuba in quel paese africano.
Gli imperialisti vogliono proibirci di aiutare i nostri fratelli angolani. Ma dobbiamo dire agli yankee di non dimenticare che non siamo solo un paese latinoamericano, ma anche un paese latino africano”, ha risposto Fidel Castro dalla Plaza de la Revolución.
Al Primo Congresso furono approvati le tesi, gli statuti e la piattaforma programmatica del Partito Comunista Cubano.
Furono anche adottate risoluzioni sulla politica di formazione, selezione, collocamento, promozione e avanzamento dei dirigenti, le direttive per lo sviluppo economico e sociale nel quinquennio 1976-1980, e sulla Costituzione e la legge di transizione costituzionale.
Altre risoluzioni riguardavano la questione agraria e le relazioni con i contadini, il pieno esercizio dell’uguaglianza delle donne, l’educazione dei bambini e dei giovani, i ricorsi (alle sanzioni all’interno del PCC) e sull’allora imminente 11° Festival mondiale della gioventù e degli studenti.
Il forum del partito decise di tenere il referendum sulla Costituzione e di proclamare la Costituzione socialista il 24 febbraio 1976.
Un’altra risoluzione fondamentale fu l’approvazione del suo Comitato Centrale e dell’Ufficio Politico e della Segreteria.
La direzione del partito eletta ha rappresentato una continuità storica tra la leadership che ha condotto la guerra di liberazione contro la tirannia di Fulgencio Batista, e gli eredi del Partito Socialista Popolare.
Quasi mezzo secolo dopo, l’Ottavo Congresso del PCC segnerà la naturale continuità della leadership rivoluzionaria.
Questo conclave avrà luogo nelle difficili circostanze imposte al paese delle Antille dal continuo e rafforzato blocco statunitense, che risale ai primi giorni del processo rivoluzionario cubano.
Sarà un congresso nel mezzo del confronto con Covid-19, le cui conseguenze interne ed esterne si ripercuotono sull’economia cubana, che allo stesso tempo sta attraversando la ristrutturazione derivante da ciò che qui è noto come Tarea Ordenamiento.
Questo implica l’unificazione monetaria e valutaria, cambiamenti nelle politiche di sussidi, salari, prezzi e nella ricerca del collegamento dei diversi settori produttivi.
Tutto questo e altro per promuovere lo sviluppo delle forze produttive e il consolidamento del modello socialista cubano in vista del 2030.
È estremamente impegnativo il ruolo del partito nelle condizioni attuali, e deve rafforzare il suo lavoro in generale”, ha osservato in questi giorni il presidente Miguel Díaz-Canel.
Fonte: Prensa Latina
Traduzione: italiacuba.it