L’Unione dei Giovani Comunisti si deve definire con una sola parola: avanguardia • Voi compagni dovete essere l’avanguardia di tutti i movimenti • I primi ad essere disposti ai sacrifici che domanda la Rivoluzione, qualsiasi sia l’indole di questi sacrifici • I primi nel lavoro, i primi nello studio, i primi nella difesa del paese
Ernesto Guevara
L’Unione dei Giovani Comunisti si deve definire con una sola parola: avanguardia. Voi compagni dovete essere l’avanguardia di tutti i movimenti.
I primi ad essere disposti ai sacrifici che domanda la Rivoluzione, qualsiasi sia l’indole di questi sacrifici. I primi nel lavoro, i primi nello studio, i primi nella difesa del paese.
Io credo che la prima cosa che deve caratterizzare un giovane comunista è l’onore che sente per essere un giovane comunista.
Questo onore lo porta a mostrare a tutto il mondo la sua condizione di giovane comunista, che non la cela nel clandestinità, non la riduce a formule, ma l’esprime in ogni momento che gli sale dallo spirito e che ha interesse a dimostralo perchè è simbolo del suo orgoglio.
Con tutto questo, un grande senso del dovere verso la società che stiamo costruendo, con i nostri simili come esseri umani e con tutti gli uomini del mondo.
Questa è una cosa che deve caratterizzare il giovane comunista. A lato di questo una grande sensibilità di fronte all’ingiustizia; lo spirito in disaccordo ogni volta che sorge qualcosa che non va bene, lo abbia detto chi lo abbia detto.
Pensare a tutto quello che non si comprende, discutere e chiedere chiarimenti su quello che non è chiaro, dichiarare la guerra al formalismo, a tutti i tipi di formalismo. Essere sempre aperto per ricevere le nuove esperienze, per formare la grande esperienza dell’umanità che da anni avanza verso il cammino del socialismo alle condizioni concrete del nostro paese, alle realtà che esistono a Cuba e pensare – tutti e ognuno- a come cambiare la realtà, come migliorarla.
Il giovane comunista si deve proporre d’essere sempre il primo in tutto, lottare per essere il primo e sentirsi molesto se in qualcosa occupa un altro posto. Chiaro che non tutti possono essere il primo, ma sì stare tra i primi nel gruppo d’avanguardia.
Essere un esempio vivo, essere lo specchio in cui si guardano i compagni che non appartengono alla gioventù comunista, essere l’esempio da dove si possono guardare gli uomini e le donne d’età più avanzata che hanno perso un certo entusiasmo giovanile, che hanno perso la fede nella vita e che di fronte allo stimolo dell’esempio reagiscono sempre bene. Questo è un altro impegno dei giovani comunisti.
Con questo un grande spirito di sacrificio, uno spirito di sacrificio non solamente per le giornate eroiche, ma per ogni momento.
Sacrificarsi per aiutare il compagno nei piccoli impegni per far sì che possa realizzare il suo lavoro, per far sì che compia il suo dovere nella scuola, nello studio, perché possa migliorare in qualsiasi maniera. Stare sempre attento a tutta la massa umana che lo circonda.
Ossia: proporre ogni giovane comunista d’essere essenzialmente umano, essere tanto umano da avvicinarsi al meglio dell’umano, purificare il meglio dell’uomo per mezzo del lavoro, dello studio, dell’esercizio della solidarietà continua con il popolo e con tutti i popoli del mondo, sviluppare al massimo la sensibilità sino a sentirsi angosciato quando si assassina un uomo in qualsiasi parte del mondo, e sentirsi entusiasmato quando in qualche luogo del mondo si alza una nuova bandiera della libertà.
Il giovane comunista non può sentirsi limitato dalle frontiere di un territorio: il giovane comunista deve praticare l’internazionalismo proletario e sentirlo cosa propria.
Ricordarci, come dobbiamo ricordarci noi, aspiranti comunisti qui in Cuba, che siamo un esempio reale e palpabile per tutta Nuestra America, e anche più che per Nuestra America, per altri paesi del mondo che lottano anche in altri continenti per la loro libertà contro il colonialismo, contro il neo colonialismo, contro l’imperialismo, contro tutte le forme d’oppressione dei sistemi ingiusti; ricordarsi sempre che siamo una fiaccola accesa, che noi tutti siamo lo stesso specchio perché in lui si guardino i popoli d’America, i popoli del mondo oppresso che lottano per la loro libertà. E dobbiamo essere degni di questo esempio. In ogni momento e ad ogni ora dobbiamo essere degni di questo esempio.
Questo è quello che pensiamo che dev’essere un giovane comunista. E se ci dicessero che siamo quasi dei romantici, che siamo degli idealisti inveterati, che stiamo pensando a cose impossibili e che non si può ottenere dalla massa di un popolo chi sia quasi un archetipo umano, noi dobbiamo rispondere una e mille volte che sì che si può, che abbiamo ragione, che tutto il popolo può avanzare, liquidando le piccinerie umane (…) perfezionandosi come noi ci perfezioniamo tutti i giorni, liquidando con intransigenza tutti coloro che restano indietro, che non sono capaci di marciare al ritmo di marcia della Rivoluzione cubana. (…)
Per ottenere questo si deve lavorare tutti i giorni.
Lavorare nel senso interno del perfezionamento, dell’aumento delle conoscenze, dell’aumento della comprensione del mondo che ci circonda.
Indagare, verificare e conoscere bene il perchè delle cose e porsi sempre i grandi problemi dell’umanità come problemi propri.
Così in un momento dato, in ungiorno qualsiasi degli anni a venire – dopo aver sopportato molti sacrifici, sì e dopo aver visto forse la distruzione delle nostre fabbriche e averle nuovamente ricostruite, dopo aver visto l’assassinio, il massacro di molti dei nostri e ricostruito quello che è stato distrutto, alla fine di tutto questo, un giorno qualsiasi, quasi senza renderci conto, avremo creato assieme agli altri popoli del mondo la società comunista, il nostro ideale. (GM-Granma Int.)
Nota: Frammenti del discorso che pronunciò nel secondo anniversario dell’integrazione delle Organizzazioni Giovanili, realizzato il 20 ottobre del 1962.