La volontà politica e del governo di continuare ad avanzare nello sviluppo delle forme di gestione non statale, è stata ratificata dal Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, in un incontro con i lavoratori indipendenti , delle cooperative non agricole e dirigenti del sistema delle imprese statali.
Realizzato con presenza nel Palazzo della Rivoluzione, e per videoconferenza con tutti i territori, hanno partecipato all’incontro il Secondo Segretario del Partito Comunista, José Ramón Machado Ventura; il primo ministro, Manuel Marrero Cruz; il vicepresidente della Repubblica, Salvador Valdés Mesa, e Esteban Lazo Hernández, presidente dell’Assemblea Nazionale.
Il capo di Stato ha spiegato che la riunione ha avuto un’importanza speciale, dato che si è svolta alla vigilia della celebrazione del 8º Congresso del Partito Comunista di Cuba. Lo sviluppo delle forme non statali di gestione ha i suoi precedenti nelle discussioni che su questo settore economico si realizzarono nel 6º e 7º Congresso ed avranno continuità in questo, ha ricordato.
Díaz-Canel ha segnalato l’apporto alla produzione, ai servizi e al lavoro delle forme di gestione non statale come complemento dell’economia statale, valore riconosciuto, ha detto, nelle Linee di Politica Economica e Sociale, la Concettualizzazione del Modello, il piano di sviluppo economico e sociale sino al 2030 e la Costituzione della Repubblica.
Le relazioni con le forme di gestione non statala sono contemplate nella Strategia economico-sociale approvata nel luglio scorso, e nell’ Ordinamento monetario e cambiario vigente dallo scorso 1º gennaio, ha aggiunto il mandatario.
L’incontro di giovedì 15 con i rappresentanti delle forme di gestione non statale dei differenti territori, ha avuto una forte connotazione ideologica e politica, ed è stato apprezzato da questi lavoratori, che hanno chiesto la parola per esporre le loro esperienze, i successi e anche per rivelare ostacoli e impedimenti che resistono e li limitano ancora.
«Il nemico –ha detto Díaz-Canel– non riposa nel cercare di fratturare la relazione tra il settore statale dell’ economia e il non statale.
Pretende d’ignorare il settore statale, non riconoscere il Governo, e favorire –finanziariamente e mediante altre forme d’influenza– il settore non statale dell’economia, e separarlo dal suo apporto al progetto di sviluppo socialista. Cercano di separare, con questo concetto, popolo e governo.
«Molte volte il nemico ha insistito o ha lasciato intravedere che, mantenendo il blocco, favorisce fonti di finanziamento al settore non statale, che è una disposizione totalmente vergognoso, perché tutto il popolo cubano soffre il blocco; senza dubbio, quando il governo cubano prende una decisione per cercare di soddisfare le necessità della popolazione, non distingue tra lavoratori statali e non statali. Qui lavoriamo con il concetto di popolo.
La Rivoluzione non consegnerà il settore non statale – che è riconosciuto nei nostri documenti programmatici, nei nostri congressi del Partito – al nemico», ha sottolineato Díaz-Canel.
«Il settore non statale – ha aggiunto– è nostro. È previsto come un attore economico nel processo di sviluppo socialista del paese e abbiamo tutta la capacità per lavorare insieme e approntare (…) al Piano di Sviluppo economico e sociale e alla visione della nazione».
Come parte dei dialoghi permanenti che il Presidente della Repubblica sostiene con i differenti settori della società, hanno partecipato alla riunione nel Palazzo della Rivoluzione i vice primi ministri, Comandante della Rivoluzione Ramiro Valdés Menéndez, Roberto Morales Ojeda, Inés María Chapman Waugh, Jorge Luis Tapia Fonseca e Ricardo Cabrisas Ruiz.
Il vice premier Alejandro Gil Fernández, ministro d’Economia e Pianificazione, ha presentato un’analisi sull’evoluzione e le prospettive delle forme di gestione non statale in Cuba nell’ultimo decennio.
TUTTI PER UNA SOCIETÀ SOCIALISTA PROSPERA E SOSTENIBILE
Nelle parole d’apertura, il primo ministro Manuel Marrero Cruz, ha segnalato che «l’attualizzazione del modello economico cubano a partire dal 2011 ha implicato una trasformazione nelle relazioni del lavoro, ampliando le forme del lavoro autonomo con differenti tipi e forme di gestione e proprietà sia individuale che collettiva, ma in cui la proprietà sociale è l’asse principale nel sistema delle relazioni.
«Il principale apporto delle forme di gestione non statale è stato quello di complementare il settore statale dell’economia, che si è rinforzato negli ultimi tempi partendo dalla strategia economico-sociale e le 43 misure per il rafforzamento dell’impresa statale socialista, senza tralasciare il perfezionamento del lavoro indipendente (TCP)».
«Dall’ottobre del 2010 –ha spiegato più avanti – quando si approvò l’ampliamento del TCP, non solo questo ha sperimentato un sostenuto incremento, generando più di 600 000 posti di lavoro, ma è cambiata una falsa percezione che lavorare come indipendenti non era un lavoro e se lo si considerava tale non era ben visto.
«La diversità dei mestieri e i risultati raggiunti hanno dimostrato quanto è stata importante questa forma di gestione e l’importanza che ha avuto nell’economia, dando soluzioni agili, concrete e con qualità a domande della popolazione e al turismo, di differenti beni e servizi.
«Il suo contributo al fisco oggi è una delle entrate più importanti in alcuni municipi del paese e nonostante tutto, lo sviluppo di questa attività non e stata esente da difficoltà, per l’esistenza di non pochi fatti straordinari associati soprattutto alle violazioni dello stabilito».
Dopo aver toccato un gruppo di deviazioni e contraddizioni nell’esercizio del TCP, e le misure per correggerle, il Primo Ministro ha riferito che: «In questi momenti si concludono le norme giuridiche che implementeranno un ampliamento del lavoro indipendente senza precedenti. (…), aprendosi la possibilità d’incorporare molti più mestieri e attività, includendone diversi attraverso progetti con una stessa licenza.
Siamo sicuri che questo ci permetterà di fare un salto alla ricerca di soluzioni e domande insoddisfatte da parte della popolazione, con un grande apporto allo sviluppo locale.
«È necessario solamente che s’implementi bene, che non inizi con imbrogli, fatto che richiederà un grande sforzo delle autorità e delle istituzioni municipali che saranno responsabili dell’accettazione, approvazione e controllo di questi progetti».
In una sintesi sulle cooperative non agricole (CNA), Marrero Cruz ha ricordato che nel marzo del 2012 si approvò la loro creazione sperimentale «costituite da persone che si associano tra di loro, apportando beni o lavoro, in molti casi in locali affittati da imprese statali con il fine di produrre o prestare servizi.
«Tutto questo ha implicato d’affrontare un’esperienza nuova, e in molti casi erano gli stessi lavoratori nel loro stessi centri di lavoro, quelli che passavano da dipendenti a soci, processo che e stato toccato da alcune insufficienze».
Il Premier ha segnalato che «La cosa più importante di questa forma di gestione è che in un sistema come il nostro è una forma più socialista, per cui è lì dove potrebbe transitare un insieme di attività dei servizi al dettaglio, centrati oggi nelle imprese statali, che sviano il Governo dall’attenzione alle attività di maggiore importanza nell’economia.
Marrero Cruz ha detto che si approfondiscono le esperienze, le deficienze e gli errori commessi nella formazione e l’ operazione del CNA, per passare a un’altra tappa di generalizzazione dell’esperimento in maniera graduale, un processo che si sta già valutando.
Il Primo Ministro ha anche parlato dello sviluppo delle micro, piccole e medie imprese, una forma di gestione e proprietà (statale o non statale) che è inserita nei documenti rettori e nella Costituzione.
«Abbiamo elaborato le regole che ci permetteranno di fare proposte per, una volte approvate, cominciare già in maniera graduale, a sviluppare questa nuova forma di gestione», ha informato.
«Siamo sicuri che se otterremo una buona implementazione di queste entità, che hanno la peculiarità che s’implementeranno sia nello statale che nel privato, senza dubbio daranno un apporto importante alla nostra economia», ha valutato.
«Lo sviluppo delle differenti forme di gestione non statale, ha indicato poi, è un complemento all’impresa statale socialista, quella che si definisce nell’Articolo Nº 27 della nostra Costituzione, come il soggetto principale dell’economia, che dispone d’autonomia nella sua amministrazione e gestione, svolge il ruolo principale nella produzione di beni e servizi e compie le sue responsabilità sociali».
Marrero Cruz ha concluso: «Abbiamo un impegno davanti a noi e il Governo che ugualmente riafferma la sua visione sul ruolo che deve realizzare l’impresa statale socialista nell’economia nazionale, ratifica la priorità e l’importanza nel consolidamento e lo sviluppo d’altre forme di gestione non statale (…).
E al di là della forma di proprietà e produzione, la cosa più importante è avere ben chiaro che tutti abbiamo la responsabilità di costruire una società socialista prospera e sostenibile».
Ha partecipato alla riunione anche la Controllore Generale della Repubblica Gladys Bejerano Portela, con un numeroso gruppo di ministri.