Risoluzione sul rapporto centrale all’VIII Congresso PCC

Cuba Debate

L’8° Congresso del Partito Comunista di Cuba, tenutosi dal 16 al 19 aprile 2021, analizzò il Rapporto Centrale presentato dal Primo Segretario, Generale Raúl Castro Ruz, espressione dell’eredità della Generazione Storica e guida per il lavoro futuro dell’organizzazione del Partito e di altri attori della società.

Il Rapporto Centrale valuta con obiettività, correttezza, chiarezza e senso critico i compiti svolti dal nostro Partito e dal popolo negli ultimi cinque anni di fronte a sfide e difficoltà derivanti dalla situazione internazionale, nonché a carenze del compito nazionale, burocrazia, inerzia e resistenza al cambiamento, nonché mancanza di fermezza, domanda e controllo di fronte ai fenomeni negativi. Conferma inoltre che lo sviluppo dell’economia nazionale, insieme alla lotta per la pace e fermezza ideologica, costituiscono le principali missioni del Partito. Allo stesso modo, effettua un’accurata valutazione del rispetto delle misure approvate per far fronte alla pandemia COVID-19, del contributo dei nostri scienziati e personale sanitario, della progettazione di protocolli di cure efficaci per tale malattia e lo sviluppo di cinque candidati vaccini, due in fase avanzata di sperimentazioni cliniche. Espone la performance dell’economia nazionale che, nonostante gli ostacoli dell’intensificarsi del blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti, permise di preservare le principali conquiste sociali della Rivoluzione senza rinunciare agli obiettivi di sviluppo pianificati. Ancora una volta si rivelò l’unità del popolo attorno al Partito e la capacità di resistere alle aggressioni del nemico.

Identifica chiaramente i fattori soggettivi che influenzano la gestione economica, nonché i problemi strutturali del modello, che non fornisce incentivi sufficienti al lavoro. Affronta la necessità di promuovere un’adeguata combinazione della natura centralizzata della pianificazione con autonomia e decentramento richiesti ai livelli intermedi e di base dal sistema aziendale e dei governi locali. Il compagno Raúl sottolinea l’importanza del principio che la proprietà del popolo sui mezzi di produzione fondamentali costituisce la base del potere reale dei lavoratori e, pertanto, il sistema imprenditoriale statale chiamato a dimostrare in pratica e rafforzare quale è e sarà la forma di gestione dominante nell’economia. Allo stesso tempo, avverte che l’espansione delle attività delle forme di gestione non statali non dovrebbe portare al processo di privatizzazione che spazzerebbe via le basi e l’essenza della società socialista, costruita in più di sei decenni. Ribadisce che le decisioni dell’economia non possano generare la frattura degli ideali di giustizia e uguaglianza della Rivoluzione e indebolire l’unità del popolo attorno al suo partito., che difenderà per sempre il principio che a Cuba l’applicazione della terapia d’urto non sarà mai consentita e quindi nessuno rimarrà impotente.

Il Rapporto Centrale specifica la necessità di difendere l’aumento della produzione nazionale, soprattutto alimentare, di bandire l’abitudine dannosa di importarla e di generare esportazioni diversificate e competitive. Sottolinea che, senza smettere di aspirare e lavorare a massimi livelli di soddisfazione dei nostri bisogni, dobbiamo abituarci a convivere con ciò che abbiamo e non fingere di spendere più del reddito che possiamo di generare. Afferma che il compito di ordinazione iniziato il 1° gennaio, dopo più di un decennio di studio e lavoro, dovrà continuare l’attuazione in conformità col programma approvato fino alla piena applicazione. Il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito ribadiva che spetta al Partito l’onorevole missione di essere il degno erede della fiducia riposta dal popolo nel leader fondatore della Rivoluzione, Comandante in Capo Fidel Castro Ruz. Ha chiamato a comprendere l’enorme responsabilità che il contenuto dell’articolo 5 della Costituzione della Repubblica suppone per tutti i militanti, che l’istituisce come prima forza trainante della società e dello Stato. L’esistenza del partito unico ci obbliga a promuovere al suo interno e nella società la più ampia democrazia e scambio di opinioni permanente, sincero e profondo, non sempre coincidente, per rafforzare il legame con la massa lavoratrice e la popolazione e assicurare la crescente partecipazione dei cittadini alle decisioni fondamentali. L’unità della stragrande maggioranza dei cubani attorno al Partito va gelosamente custodita e non deve accettare mai la divisione tra rivoluzionari con false pretese di maggiore democrazia, poiché ciò sarebbe il primo passo per distruggere la Rivoluzione dall’interno. Il Partito Comunista deve mantenere il confronto coi pregiudizi e ogni discriminazione che ancora sopravvive e che minaccia l’unità della nazione.

Il Rapporto Centrale chiede di rivitalizzare le azioni delle organizzazioni di massa in tutte le sfere della società e di aggiornarne il funzionamento. È necessario soccorrere il lavoro alla base, nelle fabbriche, nei campi e nelle comunità, in difesa della Rivoluzione e nella lotta contro l’indisciplina sociale e la criminalità. È necessario aumentare la combattività e l’intransigenza. Allo stesso tempo, si sottolinea che le strade, i parchi e le piazze sono e saranno dei rivoluzionari e al nostro eroico popolo non verrà negato il diritto di difendere la sua Rivoluzione. Riferisce anche che nel lavoro politico ideologico non basta fare di più, è necessario attuare una profonda trasformazione volta a valorizzare le essenze e i valori nate all’opera della Rivoluzione. Il compagno Raúl denunciava il programma d’influenza ideologica e culturale dispiegato dal nemico, incentrato sulla fratura dell’unità nazionale e sull’aspirazione che i social network diventino canali di sovversione. Avvertiva che non deve esserci spazio per ingenuità e eccessivo entusiasmo per le nuove tecnologie senza garantirne in precedenza la sicurezza. Il Rapporto Centrale riconosce i progressi compiuti in termini di politica dei quadri e individua le debolezze ancora presenti in questa decisiva direzione di lavoro. Indica l’importanza che, in corrispondenza al contenuto dell’articolo n. 4 della Costituzione della Repubblica, non sia ammessa la promozione a cariche superiori di compagni che, per ingiustificati motivi, non abbiano svolto il servizio militare attivo. In questo ambito, spicca il carattere strategico della politica dei quadri, la necessità del costante miglioramento e aggiornamento, in modo da garantirsi dei futuri leader, caratterizzati da impegno per la Rivoluzione, umiltà, modestia, esempio personale, leadership e ferme convinzioni contro ogni traccia di elitarismo, vanità, autosufficienza e ambizioni.

Il Rapporto Centrale ratifica i principi che guidano la politica estera della Rivoluzione Cubana , sottolineando il mandato costituzionale che le relazioni economiche, diplomatiche e politiche con qualsiasi altro Stato non possono mai essere negoziate sotto aggressione, minaccia o coercizione. Viene riconosciuta la piena validità della concezione strategica della Guerra di Tutto il Popolo e il contributo dei combattenti delle Forze Armate Rivoluzionarie e del Ministero dell’Interno nell’adempimento delle missioni assegnate.

Infine, il Rapporto Centrale significa che, come previsto, l’8° Congresso segna la conclusione del processo di trasferimento ordinato delle principali responsabilità della Generazione Storica alle nuove generazioni.

L’ottavo Congresso del Partito Comunista di Cuba concorda:

PRIMO: Approvare il Rapporto Centrale in tutte le sue parti.

SECONDO: Guidare lo studio del Rapporto Centrale da parte dei militanti del Partito e dell’Unione dei Giovani Comunisti e adottare le misure necessarie affinché il suo contenuto sia a disposizione di tutto il nostro popolo.

L’Avana, 18 aprile 2021, “Anno 63 della Rivoluzione”

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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