«Commemoriamo il Giorno Internazionale della Madre Terra nel mezzo di una complessa crisi internazionale. La pandemia della COVID-19 ha esacerbato le disuguaglianze, la povertà estrema, l’esclusione, la discriminazione e la fame in un mondo già danneggiato da un ordine internazionale ingiusto e anti democratico che privilegia il grande capitale, a detrimento dell’essere umano e la natura»
Walkiria Juanes Sánchez
Il membro del Burò Politico e Ministro delle Relazioni Esteriore di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla, nell’incontro / Reincontro con la Madre Terra/, il 23 aprile scorso, ha richiamato al lavoro congiunto delle nazioni per affrontare il cambio climatico e rinforzare l’ambizione climatica in termini di mitigazione, adattamento e rifornimento di mezzi d’implementazione per ottenere la meta di limitare l’aumento della temperatura media globale a 1.5 °C.
«Commemoriamo il Giorno Internazionale della Madre Terra nel mezzo di una complessa crisi internazionale. La pandemia della COVID-19 ha esacerbato le disuguaglianze, la povertà estrema, l’esclusione, la discriminazione e la fame in un mondo già danneggiato da un ordine internazionale ingiusto e anti democratico che privilegia il grande capitale, a detrimento dell’essere umano e la natura», ha segnalato il Cancelliere cubano.
Questo complesso scenario allontana sempre più le speranze dei paesi del sud di realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile e trasforma in chimere le aspirazioni delle generazioni presenti e future», ha assicurato Rodríguez Parrilla che ha inviato un saluto alla convocazione di questo evento che «ci permette d’analizzare questo tema decisivo con una messa a fuoco propria, dal Sud», ha detto.
Il Ministro degli Esteri ha insistito sull’importanza del lavoro congiunto per realizzare il pieno compimento della Convenzione cornice delle Nazioni Unite sul Cambio Climatico e l’Accordo di Parigi, pur conoscendo i loro limiti.
I paesi industrializzati hanno il dovere d’assumere impegni in materia d’azione climatica, partendo dalla loro responsabilità storica del danno alla Madre Terra e per i secoli di colonialismo e saccheggio delle nostre risorse naturali.
È imperativo far valere il rispetto al principio delle responsabilità comuni, ma differenziate, e al diritto dei nostri popoli allo sviluppo e al godimento di un ambiente sano, ha sostenuto.
«Le nazioni sviluppate devono onorare i loro impegni internazionali rispetto al trasferimento della tecnologia, l’Aiuto Ufficiale allo Sviluppo e al finanziamento climatico. L’apporto di 100 000 milioni di dollari annuali per progetti di mitigazione e adattamento nei paesi in via di sviluppo, sarebbe un importante passo in questo obiettivo», ha insistito.
Il Cancelliere cubano ha segnalato che la regione dell’America Latina e i Caraibi, Anche se è responsabile solo del 8,3 % delle emissioni di gas con effetto serra del pianeta, è stata colpita tra il 1970 e 2019, da circa 2 300 disastri naturali, che hanno provocato 500 000 morti, e perdite superiori a 437 000 milioni di dollari in danni, secondo le cifre apportate dal Centro d’Investigazione sull’Epidemiologia dei Disastri.
«In questo contesto, ha precisato, Cuba e altre nazioni dei Caraibi e dell’America Centrale sono state particolarmente danneggiate da fenomeni idro- meteorologici particolarmente severi, che hanno aumentato la loro frequenza e intensità nell’ultimo decennio.
«Questa complessa situazione è peggiorata, nel nostro caso, dalla permanenza e l’indurimento opportunista durante la pandemia della COVID-19, del blocco economico, commerciale e finanziario imposto dal governo degli USA contro Cuba da quasi 60 anni , che costituisce il principale ostacolo per accedere a finanziamenti esterni e tecnologie avanzate in materia climatica, e per ottenere lo sviluppo sostenibile, ha sostenuto Rodríguez Parrilla.
«Nonostante il blocco Cuba ha fatto molti sforzi nella lotta contro il cambio climatico. La nostra Costituzione stabilisce esplicitamente la necessità di proteggere e conservare l’ambiente», ha ratificato.
Inoltre, il Cancelliere ha ricordato che dal 2017, Cuba conta con un «Piano dello Stato per lo Scontro al Cambio Climatico», che risponde a mete nazionali e impegni internazionali, con l’obiettivo di raggiungere per il 2030 una matrice energetica con il 24 % della generazione elettrica, partendo dalle fonti rinnovabili d’energia; ridurre al 50% l’uso dei combustibili fossili in veicoli terrestri e aumentar la copertura boscosa sino ad un 33 %.
L’unità e l’integrazione politica, economica, sociale e culturale dei popoli dell’America Latina e dei Caraibi – ha detto Rodríguez Parrilla- costituisce già una necessità perentoria per affrontare con successo le sfide che ci si presentano, soprattutto adesso che l’individualismo, l’egoismo, lo sperpero, il monroismo e il maccartismo se propagano nella nostra regione.
«Mi permetto di terminare ricordando le profetiche parole del Comandante in Capo, Fidel Castro Ruz, quando disse nello storico Vertice della Terra, nel 1992 sottolineò:
«Se si vuole salvare l’umanità dall’auto distruzione, si devono distribuire meglio le ricchezze e le tecnologie disponibili nel pianeta (…). Si applichi un ordine economico internazionale giusto. (…) Si eliminino gli egoismi, cessino gli egemonismi, l’insensibilità, le irresponsabilità e l’inganno. Domani sarà troppo tardi per fare quello che dovevamo fare già molto tempo fa», ha concluso.