e denuncia la politicizzazione del tema degli USA
Il 26 aprile si è svolta in forma virtuale la revisione regionale del Patto Mondiale per una Migrazione Sicura, Ordinata e Regolare
L’impegno del governo cubano di mantenere flussi migratori da e per il territorio nazionale, in accordo con gli obiettivi del Patto Mondiale per una Migrazione Sicura, Ordinata e Regolare, anche nel contesto della pandemia della COVID-19, è stato ratificato durante la revisione regionale di questa alleanza, lunedì 26.
Anayansi Rodríguez Camejo, la viceministro delle Relazioni Estere di Cuba, che ha guidato la delegazione del nostro paese in questo evento virtuale organizzato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e la Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’America Latina e i Caraibi (CEPAL), ha detto che l’attualizzazione della politica migratoria nazionale dal 2013 è stata allineata con lo spirito del Patto, realizzando una crescita del flusso regolare dei cubani verso e dall’estero.
Inoltre, ha aggiunto, abbiamo lavorato nel complesso scenario imposto dalla pandemia della COVID-19, per assicurare il ritorno sicuro di molti cubani bloccati in altri paesi. Abbiamo facilitato le documentazioni migratorie per il loro ritorno, come si legge nella web della Cancelleria cubana.
Poi ha spiegato nel suo intervento pubblicato dal Ministero delle Relazioni Estere cubano, che un aspetto essenziale nel tema trattato dall’incontro lo costituisce il blocco del governo USA contro Cuba, una politica indirizzata allo scoraggiamento tra i cubani con privazioni e necessità, e questo costituisce una violazione flagrante dei più elementari diritti umani e uno stimolo all’emigrazione irregolare.
La diplomatica ha parlato del comportamento delle relazioni migratorie con gli USA, che sono state oggetto di politicizzazione da parte dei successivi governi per promuovere migrazioni irregolari e pericolose da Cuba, per dare un’immagine di disperazione tra i cubani e drenare il paese di personale qualificato.
Una prova di tutto questo è la persistenza della detta «Ley de Ajuste Cubano», che stimola l’emigrazione illegale e insicura.
La vice ministro ha denunciato che dal 2017 il governo USA non rispetta il suo impegno di consegnare almeno 20000 visti ogni anno ai cittadini cubani; ha sospeso unilateralmente i servizi migratori e consolari della sua ambasciata in Cuba, obbligando i viaggiatori e gli emigranti cubani a trasferirsi in terzi paesi per sollecitare i visti e ostacola l’invio di rimesse e i voli commerciali tra i due paesi.
Ha segnalato la complessità della situazione migratoria nella regione ed ha parlato delle azioni moralmente inaccettabili alla frontiera a sud degli USA verso migliaia di emigranti.
«La realizzazione degli obiettivi del Patto sarà possibile solo se miglioreranno le cause alla radice del povertà, la penuria e la fame, provocate da un ingiusto ed escludente ordine economico mondiale basato nel più spietato neoliberalismo.
«Uniamo gli sforzi per costruire società più eque e inclusive e per sradicare le grandi disuguaglianze che persistono e si approfondiscono in America Latina e nei Caraibi», ha esortato.
CONVERSAZIONI MIGRATORIE TRA CUBA E LA BOLIVIA
A proposito del tema, nella stessa giornata si è svolta in maniera virtuale la 1ª Ronda di Conversazioni Migratorie tra Cuba e la Bolivia, guidate dai direttori generali dei Temi Consolari delle due cancellerie, Ernesto Soberón Guzmán e Cecilia Eróstegui Revilla, rispettivamente.
Il MINREX ha pubblicato nel suo sito che nella riunione è stato valutato il comportamento del flusso migratorio tra i due paesi.
Le due delegazioni hanno ratificato la necessità di garantire un’emigrazione legale, ordinata e sicura tra Cuba e la Bolivia, così come il combattimento congiunto contro la tratta delle persone e il traffico illegale dei migranti, ed hanno riaffermato la volontà di rinforzare la cooperazione bilaterale nell’ambito migratorio.