Questo ratifica la strategia del paese per dinamizzare l’economia nazionale e situare tutti gli attori in uguaglianza di condizioni, mentre si potenziano la produttività e la captazione di divise
Yaditza del Sol González
Da quando nell’agosto del 2020 sono state approvate le norme che hanno aperto al settore non statale le porte del commercio estero, con la conduzione delle imprese statali, più di 1980 contratti sono stati firmati per esercitare operazioni d’importazione e/ esportazione, Vivian Herrera Cid, direttrice generale del Commercio Estero, ha segnalato di recente nel suo account ufficiale di Twitter, che si accumulano già 1987 contratti firmati tra le imprese specializzate nel commercio estero e le forme di gestione non statale (FGNE), di quali 98 sono d’esportazione e spiccano i servizi come una delle principali incursioni nel mercato internazionale.
Precisamente, uno degli elementi positivi di queste norme è che non limitano questa possibilità ai lavoratori indipendenti e alle cooperative non agricole o dell’allevamento, ma che sono per tutto il settore non statale e inoltre differenziano i servizi e i beni da esportare.
Attualmente, esistono 41 imprese specializzate che offrono servizi di commercio estero alle FGNE, e, come ha detto Herrera Cid, questa conduzione risulta necessaria, considerando che queste imprese contano sull’esperienza per viabilizzare i processi e anche per rendere più economiche le operazioni, dato che Cuba è firmataria di vari accordi commerciali che includono benefici in materia di imposte.
In dichiarazioni precedenti rilasciate al nostro giornale, la dirigente aveva sottolineato che più del 50% dei contratti che si firmano utilizzano la modalità delle consegne e dei depositi doganali e questo fa sì che le merci si consegnino immediatamente ai clienti.
Questo comprova la strategia del paese per dinamizzare l’economia nazionale e situare tutti gli attori in uguaglianza di condizioni, mentre si potenziano la produttività e la captazione di divise.