Cuba: necrofilia mediatica e glossario dell’odio
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación
Le pubblicazioni sulla recente sostituzione di Raúl Castro alla guida del Partito Comunista di Cuba hanno dimostrato, ancora una volta, che, sul “tema Cuba”, il sistema mediatico internazionale non garantisce né pluralità, né libertà di pensiero, e che riproduce un’unica visione dell’isola.
“Fallimenti del castrismo” (1), “rivoluzione in ritirata” (2), “regime di errori grossolani e oltraggi” (3), “sistema arrugginito” (4), “stato totalitario” (5), “dittatura criminale” (6), “dramma umano per più di mezzo secolo” (7), “tragedia collettiva” (8), “gestione della miseria” (9), “burocrati” (10), “gerarchi castristi” (11), “propaganda comunista” (12),”repressione sovietica” (13),”oscurantismo”…: “Regime” (14). È un esempio, recente, del glossario dell’orrore su Cuba nella cosiddetta “stampa libera”.
Qualche editoriale, anche un articolo d’opinione, in qualcuno dei grandi giornali occidentali, favorevole alla Rivoluzione cubana? Nessuno, di fronte a decine di testi, articoli informativi e di opinione, con lo stesso messaggio apocalittico sul presente ed il futuro dell’isola, e con la stessa demonizzazione della sua dirigenza eletta.
E, ancora una volta, l’intero ricettario di cliché e menzogne.
La “gerontocrazia”. In quest’ultimo Congresso del Partito Comunista, è stata approvata l’età massima di 60 anni per entrare nel suo Comitato Centrale, tranne che nell’Ufficio Politico (15). L’età media dei dirigenti è di 42,5 anni (16). Ma giornali come il catalano La Vanguardia ci avverte che Raúl Castro ed i “membri della vecchia guardia” “continueranno ad esercitare la loro influenza nell’ombra” (17).
Il “trionfalismo”. Questo stesso media accusava “le autorità cubane” di negare “la situazione di scarsità” che sta vivendo l’isola. E il quotidiano ABC, di evidenziare alcuni “risultati economici (…) che, evidentemente, esistono solo nella loro immaginazione, poiché il paese attraversa una grave crisi” (18). E’ che non si preoccupano neppure di consultare fonti dirette. Ad esempio, il discorso televisivo del presidente cubano Miguel Díaz-Canel, in cui ha citato “l’indiscutibile carenza materiale, le difficoltà che affronta la nostra popolazione” (19). E in cui non solo ha condannato, come tanto ripetono i media, il blocco USA. Anche “le zavorre del burocratismo, dell’eccessivo centralismo e dell’inefficienza”. “Problemi strutturali” e “mali -parole testuali- che appesantiscono il nostro sviluppo economico, la cui soluzione dipende da noi”.
L’emigrazione “. La Vanguardia ha anche scoperto che “migliaia di persone sono emigrate da Cuba negli ultimi anni in cerca di una vita migliore”. Certamente e da Honduras, El Salvador, Giamaica e molti altri paesi della regione, nonostante non abbiano sofferto alcun blocco delle loro economie (20). Ma sull’emigrazione di quei paesi non leggiamo che sia dovuta -come affermano questo media a proposito di Cuba- alla “cattiva gestione dei dirigenti”. Infatti, raramente negli articoli si menziona il governo o il nome del presidente di questi paesi. Tanto meno, il sistema capitalista neoliberale vigente in essi (21).
“Il divieto ad Internet”. BBC Mundo ci dice che si è revocato, recentemente, il “divieto governativo ad Internet” a Cuba, e che ora c’è “libero accesso a Facebook e ad altre reti sociali (…) dopo decenni di monopolio statale” (22). Un’altra falsità. Il ritardo nella connettività dell’isola è un problema economico, legato al blocco USA di cui soffre il paese, non è una decisione politica attuale o del passato. Questo blocco ha impedito, per anni, il collegamento in fibra ottica, e solo dopo l’installazione di un cavo dal Venezuela e un forte investimento in infrastrutture si è verificato un notevole salto -seppur ancor modesto- nella connettività (23).
“La fortuna”. Titolo d’impatto del quotidiano argentino La Nación: “Banchetti, viaggi e lussi: rivelano come vivono i parenti di Raúl Castro” (24). Vediamo fotografie di persone su una spiaggia, in una discoteca, in un ristorante, fumando un sigaro … Vediamo uno dei nipoti del dirigente in Europa, dove vive la sua famiglia paterna … Sono foto simili a quelle che potrebbero mostrare migliaia di famiglie cubane. E queste presunte “prove” di “banchetti” e “lussi”, da dove vengono? Da “un’inchiesta -leggiamo- dal sito indipendente Cubanet”. Cubanet, un “sito indipendente” sostenuto con $ 220000 all’anno dal governo USA (25). Su queste linee di messaggio, il quotidiano italiano La Repubblica pubblicava un articolo dell’anti-castrista Norberto Fuentes, che prevedeva la fuga della famiglia Castro -leggiamo- “alle sontuose ville che già possiede -un segreto noto a tutti- in Europa”, “con i soldi che hanno accumulato” (26). In questo caso, non ci sono foto di queste presunte “ville sontuose”, esistenti solo nel copione di uno scrittore che da 25 anni vende fantasie su Cuba.
E il desiderio convertito in titolo. Il quotidiano spagnolo ABC annunciava, con grande clamore, che Raúl Castro ha “il cancro dell’esofago e al retto”, nonché “una cirrosi epatica dovuta alla sua lunga e forte dipendenza dall’alcol ”(27). Il giornale 20 minuti ha preso questa presunta “notizia” come esempio per un reportage medico sul cancro del retto (28). Il che, secondo altri siti web, impedirebbe a Raúl Castro di “continuare a guidare” il Partito (29). Curioso, perché la sua sostituzione fu annunciata esattamente … cinque anni fa! (30). La necrofilia di ABC era palpabile in un altro titolo: “La dirigenza militare cubana è tormentata che le accada la stessa cosa che a Ceaucescu”, dirigente rumeno -ricordiamo- fucilato dopo un processo molto sommario e senza difesa (31).
Così funziona la “stampa libera” del XXI secolo. Con bufale, informazioni non controllate, censura, demonizzazione, menzogne, insulti e odio. Molto odio. Bene, continuate così … per molti anni.
Cuba: necrofilia mediática y glosario del odio
José Manzaneda, coordinador de Cubainformación
Las publicaciones sobre el reciente relevo de Raúl Castro en el liderazgo del Partido Comunista de Cuba, han demostrado, una vez más, que, en el “tema Cuba”, el sistema internacional de medios no garantiza ni pluralidad, ni libertad de pensamiento, y que reproduce una única visión sobre la Isla.
“Fracasos del castrismo” (1), “revolución en retirada” (2), “régimen de torpezas y atropellos” (3), “herrumbroso sistema” (4), “estado totalitario” (5), “dictadura criminal” (6), “drama humano desde hace más de medio siglo” (7), “tragedia colectiva” (8), “gestión de la miseria” (9), “burócratas” (10), “jerarcas castristas” (11), “propaganda comunista” (12), “represión soviética” (13), “oscurantismo”…: “Régimen” (14). Es una muestra reciente del glosario del horror sobre Cuba en la llamada “prensa libre”.
¿Algún editorial, siquiera un artículo de opinión, en alguno de los grandes diarios occidentales, que sea favorable a la Revolución cubana? Ni uno, frente a decenas de textos, informativos y de opinión, con un mismo mensaje apocalíptico sobre el presente y futuro de la Isla, y con la misma demonización de su dirigencia electa.
Y, una vez más, todo el recetario de tópicos y mentiras.
La “gerontocracia”. En este último Congreso del Partido Comunista se aprobó la edad máxima de 60 años para entrar en su Comité Central, excepto en el Buró Político (15). La media de edad de la dirigencia es de 42,5 años (16). Pero diarios como el catalán La Vanguardia nos advierte de que Raúl Castro y los “miembros de la vieja guardia” “seguirán ejerciendo su influencia en la sombra” (17).
El “triunfalismo”. Este mismo medio acusaba a “las autoridades cubanas” de negar “la situación de escasez” que vive la Isla. Y el periódico ABC, de resaltar unos “resultados económicos (…) que, evidentemente, solo existen en su imaginación, pues el país atraviesa una grave crisis” (18). Y es que no se molestan ni en consultar las fuentes directas. Por ejemplo, la intervención televisada del presidente cubano Miguel Díaz-Canel, en la que mencionó “la escasez material incuestionable, las dificultades que enfrenta nuestra población” (19). Y en la que no solo condenó, como tanto repiten los medios, el bloqueo de EEUU. También “los lastres del burocratismo, del centralismo excesivo y de la ineficiencia”. “Problemas estructurales” y “males –palabras textuales- que lastran nuestro desarrollo económico, cuya solución depende de nosotros”.
La “emigración”. La Vanguardia descubría también que “miles de personas han emigrado de Cuba en los últimos años en busca de una vida mejor”. Claro, y de Honduras, El Salvador, Jamaica y de tantos otros países de la región, a pesar de no sufrir ningún bloqueo sus economías (20). Pero sobre la emigración de esos países no leemos que se deba –como afirma este medio en relación a Cuba- a la “mala gestión de los dirigentes”. De hecho, rara vez se menciona, en las notas, el gobierno o el nombre del presidente de dichos países. Mucho menos, el sistema capitalista neoliberal vigente en ellos (21).
“El veto a Internet”. Nos dice BBC Mundo que se ha levantado, recientemente, “la veda gubernamental de internet” en Cuba, y que ahora se accede “libremente a Facebook y a otras redes sociales (…) tras décadas de monopolio estatal” (22). Otra falsedad. El retraso en la conectividad de la Isla es un problema económico, ligado al bloqueo de EEUU que sufre el país, no es una decisión política, actual o del pasado. Dicho bloqueo impidió, durante años, la conexión por fibra óptica, y solo tras la instalación de un cable desde Venezuela y una potente inversión en infraestructura se ha dado un salto notable –aunque aún modesto- en la conectividad (23).
“La fortuna”. Titular de impacto del diario argentino La Nación: “Banquetes, viajes y lujos: revelan cómo viven los parientes de Raúl Castro” (24). Vemos fotografías de personas en una playa, en una discoteca, en un restaurante, fumando un habano… Vemos a uno de los nietos del dirigente en Europa, donde vive su familia paterna… Son fotos similares a las que podrían enseñar miles de familias cubanas. Y estas supuestas “pruebas” de “banquetes” y “lujos”, ¿de dónde salen? De “una investigación –leemos- del sitio independiente Cubanet”. Cubanet, un “sitio independiente” que es sostenido con 220 mil dólares anuales por el gobierno de EEUU (25). En esta línea de mensaje, el diario italiano La Repubblica publicaba un artículo del anticastrista Norberto Fuentes, que vaticinaba la huida de la familia Castro –leemos- “a las fastuosas villas que ya posee -un secreto conocido por todos- en Europa”, “con el dinero que han acumulado” (26). En este caso, no hay fotos de estas supuestas “fastuosas villas”, existentes solo en el guión de un escritor que lleva 25 años vendiendo fantasías sobre Cuba.
Y el deseo convertido en titular. El diario español ABC anunciaba, a bombo y platillo, que Raúl Castro tiene “cáncer de esófago y recto”, así como “una cirrosis hepática por su larga y fuerte adicción al alcohol” (27). El diario 20 minutos tomaba esta supuesta “noticia” como ejemplo para un reportaje médico sobre el cáncer de recto (28). Que, según otros sitios web, impediría a Raúl Castro “seguir al frente” del Partido (29). Curioso, porque su relevo fue anunciado hace exactamente… ¡cinco años! (30). La necrofilia del ABC era palpable en otro titular: “A la cúpula militar cubana le atormenta que le suceda lo mismo que a Ceaucescu”, dirigente rumano –recordemos- fusilado tras un juicio sumarísimo y sin defensa (31).
Así trabaja la “prensa libre” del siglo XXI. Con bulos, información sin contrastar, censura, demonización, mentiras, insultos y odio. Mucho odio. Pues que sigan así… por muchos años.
(3) https://www.laprensa.com.ni/
(4) https://www.abc.com.py/
(7) https://www.europadirecto.com/
(8) https://www.elnuevoherald.com/
(11) https://www.larazon.es/
(12) https://www.larazon.es/
(17) https://www.lavanguardia.com/
(22) https://www.bbc.com/mundo/
(28) https://www.20minutos.es/
(30) https://www.larazon.es/