Il quotidiano britannico The Guardian ha evidenziato oggi gli sforzi compiuti da Cuba per sviluppare i propri vaccini contro la COVID-19, nonostante il bloqueo degli Stati Uniti e l’impatto economico della pandemia.
In un articolo intitolato “Cuba lotta al di sopra delle sue possibilità per sviluppare il proprio vaccino contro la COVID-19″, il giornale ha sottolineato che dei 27 candidati vaccinali contro il coronavirus SARS-COV-2 che si trovano nella fase finale dei test internazionali, due sono cubani.
Secondo The Guardian, l’isola caraibica assediata dagli Stati Uniti da quasi 60 anni potrebbe diventare il paese più piccolo al mondo ad avere un proprio vaccino.
Crede inoltre che se le sperimentazioni cliniche avranno successo e si otterrà l’approvazione dell’agenzia di regolamentazione dei farmaci, e quindi l’immunizzazione della popolazione sarà un problema minore.
Cuba ha un’infrastruttura molto ben sviluppata di policlinici e centri sanitari e il più alto rapporto di medici per abitante al mondo, ha detto il giornale, che raccoglie le testimonianze di eminenti scienziati e dirigenti del settore biotecnologico dell’isola.
La pubblicazione avverte, tuttavia, che a causa del bloqueo unilaterale economico, finanziario e commerciale imposto da Washington, i diversi team di ricercatori che lavorano allo studio di un vaccino per la COVID-19 devono condividere l’unico spettrometro esistente nel paese con capacità sufficiente per analizzare la struttura chimica dei prodotti.
Fa anche eco alla denuncia degli scienziati cubani secondo cui a causa dell’extraterritorialità delle misure contro Cuba, il produttore britannico di questa attrezzatura essenziale per il controllo di qualità non può venderle pezzi di ricambio poiché la società è stata acquisita da una società statunitense.
Riferisce anche che da quando l’ormai ex presidente Donald Trump ha incluso Cuba nella lista degli sponsor del terrorismo, trovare una banca disposta ad accettare trasferimenti da e per l’isola è un grosso problema.
da Prensa Latina
traduzione di Ida Garberi