Poliziotti assassini; agenti che usano senza limiti la forza non letale nelle detenzioni, negli arresti arbitrari e nei maltrattamento contro le minoranze etniche; pattuglie di frontiera che maltrattano bambini, donne e adolescenti; le prigioni più affollate del mondo con 2.3 milioni di persone; violazioni della libertà condizionale e sotto cauzione sono alcune delle ricette dei diritti umani che si fabbricano negli USA.
Un commento del The New York Times dello scorso 18 aprile, ha informato che dall’inizio del processo per l’assassinio dell’afroamericano George Floyd, il 29 marzo, erano stati registrati nuovi casi di vittime per l’azione della polizia negli USA e che in un solo giorno se ne erano conosciuti tre per mano di autorità della legge, includendo un bambino immigrante di 13 anni, morto per gli spari di un ufficiale di Chicago.
Uno studio recente sulla violenza della polizia negli USA ha rivelato che tra il 2017 e il 2020 il numero delle persone morte per gli spari dei poliziotti è stato di 2164 senza contare le centinaia di vittime senza uso delle armi da fuoco, come nel caso di Floyd, che è morto asfissiato.
Altri sono stati assassinati con colpi al veicolo sul quale transitavano con l’uso di coltelli o altri procedimenti della polizia.
La BBC News ha informato sull’indignazione creata negli Stati Uniti per la morte di un latino che la polizia ha immobilizzato a pancia in giù per cinque minuti. L’assassinio di Mario Arenales González, di 26 anni è avvenuto il 19 aprile, un giorno prima della condanna di Dereck Chauvin per aver ammazzato Floyd.
La stessa fonte britannica ha informato che i numeri mostrano che la violenza della polizia nella nazione nordamericana «è un problema di salute pubblica», per la quantità dei casi e le conseguenze che generano.
Le analisi segnalano che la violenza negli scontri tra polizia e civili non solo hanno provocato morti e feriti, ma anche disturbi che durano a lungo nel tempo e che coinvolgono intere comunità.
L’Associazione Statunitense di Salute Pubblica ha coinciso che la violenza sistematica da parte della polizia, «dà come risultato morti, lesioni, traumi e stress che danneggiano in modo sproporzionato le popolazioni emarginate, in particolare gli afroamericani e i latini.
Negli Stati Uniti «ogni anno muoiono più di mille persone per l’azione–giustificata o no- della polizia», secondo la base dei dati fornita dal quotidiano The Washington Post, e solo nel 2018 più di 85 000 persone sono state ferite negli interventi della forza pubblica, in accordo con il Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie (CPE).
Un esperto della Bowling Green State University ha rivelato di recente che tra il 2005 e il 2017, in circa mille occasioni ogni anno, un agente ha sparato e ucciso qualcuno negli Stati Uniti, ma che solo 29 agenti della polizia sono stati condannati per assassinio involontario.
Il detto Rapporto Mondiale 2021 dell’organizzazione statunitense Human Rights Watch, precisa che gli omicidi di Floyd e Breonna Taylor, e gli spari contro Jacob Blake, hanno provocato proteste di masaas per rivendicare la resa dei conti della polizia, la riduzione della portata e il potere della polizia, l’eliminazione delle multe e delle tariffe giudiziarie esorbitanti e un più forte investimento nelle comunità negre.
Il documento segnala che «invece d’analizzare i problemi di povertà e salute che contribuiscono alla delinquenza, molte giurisdizioni negli USA hanno insistito per una vigilanza aggressiva della polizia nelle comunità povere e minoritarie, alimentando un circolo vizioso di detenzioni e di violenza della polizia».
Poliziotti assassini; agenti che usano senza limiti la forza non letale nelle detenzioni, negli arresti arbitrari e nei maltrattamento contro le minoranze etniche; pattuglie di frontiera che maltrattano bambini, donne e adolescenti; le prigioni più affollate del mondo con 2.3 milioni di persone; violazioni della libertà condizionale e sotto cauzione sono alcune delle ricette dei diritti umani che si fabbricano negli Stati Uniti, il paese che dipinto da democratico o repubblicano, fa appello alla menzogna, al cinismo e alla falsa morale per attaccare o giudicare il resto del mondo.