Guaidó vuole dialogare perché glielo hanno ordinato gli USA

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Da autoproclamato presidente ‘ad interim’ contro il dittatore e usurpatore Maduro. Da leader alla testa di tentativi golpisti a moderato oppositore pronto a dialogare con quello stesso presidente che intendeva rovesciare anche invocando l’intervento straniero degli Stati Uniti. Questa la parabola del burattino statunitense Juan Guaidò. Forse proprio a Washington bisogna guardare per capire come mai adesso Guaidò si dice pronto a dialogare proprio con quel dirigente che definiva tirannico.

Secondo Maduro, “gli hanno dato l’ordine dal nord, perché è una marionetta del nord. Gli hanno dato l’ordine: “Guaidó è finita! La tua presidenza è finita! Sei un pezzo della leadership dell’opposizione. Adesso ti tocca parlare con Maduro”.

Guaidò adesso vuole dialogare perché finito fuori dai giochi

Il presidente si era già pronunciato su questo tema nel suo discorso tenuto nella giornata di martedì. Aveva identificato Guaidó come parte di “un piccolo gruppo che ora è alla disperata ricerca di dialogo, perché rimasto fuori dai giochi”, mentre il Venezuela si avvia verso un nuovo processo elettorale.

«Voglio dire ai giornalisti che coprono il Venezuela, lo sciocco esce per dire che vuole il dialogo perché è stato escluso da tutto, isolato e sconfitto. Nessuno lo consulta per nulla e il corso del Paese è già avviato verso una grande elezione questo 2021”.

In Venezuela è in corso un dialogo che ha permesso il rafforzamento istituzionale. “Non è una novità per nessuno di noi che ci sia un tavolo di dialogo, che ci siano anche altri settori fuori dal tavolo in contatto permanente (con il governo)”. Ha aggiunto che proprio la nomina del nuovo Consiglio Elettorale Nazionale (CNE) è nata da un “grande dialogo, molto ampio e inclusivo, con tutti i settori dell’opposizione, tranne uno. Il settore estremista, golpista che ha propiziato colpi di Stato, sanzioni e attentati terroristici”.

A tal proposito l’ex deputato dell’opposizione Freddy Guevara ha chiesto un incontro al parlamentare socialista Francisco Torrealba. Guevara ha chiesto un contatto con il PSUV perché il suo gruppo politico si sente isolato. Ho detto benvenuto. Dialogheremo con tutti i settori, io sono un uomo di dialogo”, ha detto Maduro, che ha risposto alla richiesta di Guevara.

Infine, ha concluso dicendo che “il Venezuela deve prepararsi per una grande festa democratica di pace con le mega-elezioni di questo 2021”, per il rinnovo di sindaci, governatorati e consigli comunali.

Cosa dice la Casa Bianca?

Proprio dalla Casa Bianca sono giunte le prime reazioni all’inaspettata apertura di Guaidò verso il presidente Maduro, sebbene si possa pensare che tale azione sia una mossa dell’amministrazione statunitense che dirige le operazioni del golpista. Visto anche che si tratta dei principali sponsor e finanziatori di Juan Guaidò

“Sosteniamo gli sforzi di Juan Guaidó e dell’opposizione venezuelana per ripristinare pacificamente la democrazia in Venezuela attraverso libere elezioni presidenziali e parlamentari. La soluzione alla crisi è un accordo globale che porti al risultato che i venezuelani meritano”, ha affermato attraverso il suo account Twitter, James Story, ambasciatore degli Stati Uniti per il Venezuela.

Reazioni dall’opposizione

Il cambio di strategia del golpista Juan Guaidò per rientrare nella partita politica venezuelana ha provocato diverse reazioni in seno agli ambienti di opposizione. Su Twitter è apparso l’hashtag #GuaidoTraidorCDTM in ripudio al cambio di strategia della marionetta di Washington.

Il piano di Guaidò non ha però riscosso successo tra le fila dell’opposizione: l’economista Luis Vicente León ha sottolineato che la maggioranza dei venezuelani vuole il cambiamento, ma che l’opposizione non ha abbastanza forza per proporre un negoziato tutto o niente.

“Non si tratta di desideri, ma di realtà. Ripetere la ricetta ti porterà allo stesso piatto. (…) Non devi essere molto perspicace per capire che ci sono spazi per negoziare alcune cose rilevanti che consentono la ri-articolazione dell’opposizione, ma non ancora il piatto principale”.

Anche Enrique Ochoa Antich si è espresso sull’accordo proposto dal leader dell’opposizione: “Se trascorri 5 anni a guidare l’opposizione sulla rupe estremista, nel 2015 ricevi un’opposizione vittoriosa e ne consegni un’altra in rovina; e ora finalmente capisci che è necessario mettersi d’accordo con il governo, complimenti! Ma abbi dignità e fatti da parte”.

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