Il 14 maggio 1964, il governo USA vietò le vendite di cibo e medicine a Cuba.
Più di mezzo secolo dopo, le transazioni che andavano dalle forniture all’allora decisiva industria dello zucchero alle pillole per alleviare il mal di testa, tra le altre merci, furono sospese.
Ora, nel mezzo della crisi sanitaria, la politica USA verso l’Avana non è cambiata sostanzialmente.
La condizione per cambiare questa politica è stata che Cuba rinunciasse al suo sistema economico, politico e sociale e ne imponesse uno benedetto dai governanti del Nord.
Cuba come nazione indipendente e sovrana non ha ceduto a tali richieste, né lo farà.
Questo è l’angolo essenziale della politica statunitense e delle sue contraddizioni dal 1959, un aspetto che è stato molto distorto dalla sua macchina propagandistica.
I governi USA che si sono succeduti, da quello guidato dal democratico John F. Kennedy al repubblicano di ultradestra Donald Trump, si sono aggrappati a un atteggiamento ripetutamente disapprovato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Oltre a rinomati intellettuali, scienziati e creatori in generale del mondo.
Mai nella storia dell’umanità sulla terra il meglio e il peggio della condizione umana hanno brillato così tanto all’unisono.
Nella prossima votazione dell’Assemblea Generale dell’ONU si prevede che la prima trionferà ancora una volta.
Fonte: CubaSi
Traduzione: italiacuba.it