Ciechi di rabbia e d’impotenza di fronte alla verità che smantella le loro farse e i loro shows di poco valore, figuri al servizio della contro rivoluzione, nelle ultime settimane, hanno maltrattato, minacciato dalla virtualità e anche aggredito fisicamente professionisti della nostra stampa.
Di fronte a questo oltraggio, l’Unione dei Giornalisti di Cuba, (UPEC) –in una riunione in video conferenza della Presidenza Nazionale ampliata, alla quale è stato invitato il giornalista Humberto López– ha accordato di respingere con forza questo genere d’azioni che pretendono d’offuscare il prestigio, la morale e l’impegno dei giornalisti cubani.
In accordo con la dichiarazione pubblicata nel sito web della UPEC, una minoranza anticubana nel sud della Florida e i suoi salariati interni, cercano di silenziare la stampa rivoluzionaria, sottoponendo i suoi professionisti al maltrattamento e l’intimidazione con un volgare tentativo fallito di minare la fiducia del popolo cubano nel suo sistema pubblico di comunicazione.
L’Unione Nazionale dei Giuristi di Cuba ha espresso la sua più energica condanna per la dichiarazione piena di calunnie della cittadina Yeilis Torres Cruz, che pretende di avallare di fronte all’opinione pubblica nazionale e internazionale la sua condizione di ex pubblico ministero e d’aver lavorato nel Tribunale Supremo Popolare.
«Realizzate le indagini pertinenti, affermiamo categoricamente che non si è mai laureata in Diritto in nessuna università cubana», ha precisato il comunicato informativo emesso dall’organizzazione, nel quale sono state ribattute le menzogne e le calunnie con cui la Torres Cruz pretende di denigrare l’immagine del giornalista e giurista Humberto López, così come quelle che utilizza per denigrare le azioni delle istituzioni giuridiche e dei loro professionisti nell’impegno delle loro funzioni.
«In Humberto e la sua famiglia, attaccata a sua volta, abitano la dignità, il decoro e il prestigio dei professionisti della stampa», ha segnalato il documento pubblicato dalla UPEC.
«Non permetteremo né aggressioni nè minacce e difenderemo l’integrità fisica e morale dei membri dell’organizzazione, nell’esercizio legittimo della libertà di stampa stabilita nella Costituzione, nelle leggi e nello spirito istituzionale della nazione», ha affermato la Presidenza dell’Unione dei giornalisti.