La farsa dell’asilo: il vecchio giochetto sporco USA contro il baseball cubano

José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion

Il giochetto si ripete, ancora una volta. Tre membri della selezione di baseball di Cuba rimangono negli USA dopo aver chiesto asilo politico.

Ma se a Cuba non soffrivano persecuzione ideologica di alcun genere, sarà che la loro federazione abbia impedito loro di firmare per squadre straniere? No: infatti, due di loro infatti giocavano già nei campionati del Messico (1) e Giappone (2), ed hanno deciso, senza preavviso, di rescindere il contratto con i propri club per un’offerta migliore negli USA.

Quindi, sarà che, per giocare nelle Major League USA, possano farlo solo richiedendo prima asilo? Ecco com’è. Ma… curioso paradosso. Il governo che concede loro asilo politico è lo stesso che gli impedisce di giocare nel suo territorio, a meno che non soddisfino le seguenti condizioni (3): debbano rompere tutti i legami con la Federazione Cubana di Baseball e la loro squadra nazionale; smettere di pagare tasse nel loro paese; risiedere al di fuori di esso; e riconoscere che non militano nel Partito Comunista. Così, senza coercizione, in piena libertà, avranno contratti e tanti, tanti soldi.

Ricordiamo: nel dicembre 2018, grazie ad una licenza speciale firmata due anni addietro dal governo di Barack Obama, le Major Leagues e la Federazione Cubana di Baseball hanno firmato uno storico accordo affinché i giocatori di baseball cubani potessero essere ingaggiati nelle 30 squadre degli USA, senza alcuna rottura con il proprio paese (4). Cuba avrebbe ricevuto una piccola percentuale degli ingaggi, per finanziare lo sport di base sull’isola e riparare le installazioni. L’accordo non è mai stato messo in pratica: è stato annullato da Donald Trump, su richiesta dei senatori dell’estrema destra cubano-americana (5).

Ma i media lo nascondono, legittimando questa farsa politica e ripetendo il cliché della presunta “fuga” dal regime cubano. “Nonostante la paura, il giocatore di baseball cubano scappa” (6), “Continua la fuga precipitosa nel baseball cubano” (7), “Parte della squadra di baseball cubana ne approfitta (…) per scappare e chiedere asilo” (8) o “La stella del baseball cubano che è riuscita a fuggire dal regime” (9), sono alcuni dei titoli più recenti.

Il governo USA soffoca l’economia dell’isola, ma i media addossano le carenze create al governo cubano (10). Washington costringe i giocatori di baseball cubani a rompere con il loro paese per giocare nelle Major League, ma nei media leggiamo che quelli che scappano è dal “regime dell’Avana” (11).

In questo campionato di cinismo, la medaglia d’oro va alla CNN: “I giocatori cubani si sono lamentati da tempo del basso stipendio che ricevono per giocare sull’isola, ciò che ha portato molti a disertare” (12). I giochetti sporchi del governo USA contro Cuba non sarebbero possibili se l’opinione pubblica internazionale non fosse anestetizzata da questo giornalismo complice e codardo (13).

La farsa del asilo: la vieja jugada sucia de EEUU contra el béisbol cubano

José Manzaneda, coordinador de Cubainformación

Se repite la jugada, una vez más. Tres integrantes de la selección de béisbol de Cuba se quedan en EEUU tras pedir asilo político.

Pero, si en Cuba no sufrían persecución ideológica de ningún tipo, ¿será que su federación les impedía fichar por equipos extranjeros? No: de hecho, dos de ellos ya estaban jugando en las ligas de México (1) y Japón (2), y decidieron, sin previo aviso, incumplir el contrato con sus clubs por una mejor oferta en EEUU.

Entonces, ¿será que, para jugar en las Grandes Ligas de EEUU, solo lo pueden hacer pidiendo antes el asilo? Así es. Pero… curiosa paradoja. El gobierno que les otorga el asilo político es el que les impide jugar en su territorio, a menos que cumplan las siguientes condiciones (3): deben romper toda vinculación con la Federación Cubana de Béisbol y su selección nacional; dejar de pagar impuestos en su país; residir fuera de él; y reconocer que no militan en el Partido Comunista. Así, sin coacciones, en plena libertad, tendrán contratos y mucho, mucho dinero.

Recordemos: en diciembre de 2018, gracias a una licencia especial firmada, dos años atrás, por el gobierno de Barack Obama, las Grandes Ligas y la Federación Cubana de Béisbol firmaron un acuerdo histórico para que los beisboleros cubanos pudieran fichar en los 30 equipos de EEUU, sin ruptura alguna con su país (4). Cuba recibiría un pequeño porcentaje de las fichas, para financiar el deporte base en la Isla y reparar instalaciones. El acuerdo no llegó a ponerse en práctica: fue anulado por Donald Trump, a exigencia de los senadores de la ultraderecha cubanoamericana (5).

Pero los medios de comunicación lo ocultan, legitimando esta farsa política y repitiendo el tópico de la supuesta “huida” del régimen cubano. “Pese al miedo, pelotero cubano se fuga” (6), “Sigue la estampida en el béisbol cubano” (7), “Parte del equipo cubano de béisbol aprovecha (…) para fugarse y buscar asilo” (8) o “La estrella del béisbol cubano que logró huir del régimen” (9), son algunos de los titulares más recientes.

El gobierno de EEUU asfixia la economía de la Isla, pero los medios endosan las carencias creadas al gobierno cubano (10). Washington obliga a los beisboleros cubanos a romper con su país para jugar en las Grandes Ligas, pero en los medios leemos que de quien escapan es del “régimen de La Habana” (11).

En este campeonato del cinismo, la medalla de oro se la lleva la CNN: “Los jugadores cubanos se han quejado durante mucho tiempo del bajo salario que reciben por jugar en la isla, lo que ha llevado a muchos a desertar” (12). Las jugadas sucias del gobierno de EEUU contra Cuba no serían posibles si la opinión pública internacional no estuviera anestesiada por este periodismo cómplice y cobarde (13).

(13).