Il blocco occidentale al Venezuela collassa

Daniela Jiménez, RedRadioVE – Orinoco Tribune,

Il recente cambio di discorso di Juan Guaidó, affermando di aspirare ora a negoziati col governo venezuelano, sembra radicarsi negli USA che penserebbero di ribaltare alcune sanzioni, proprio come affermò qualche giorno fa il Presidente Nicolás Maduro. E ancora una volta l’amministrazione di Joe Biden sollecita ampi negoziati con scadenze specifiche da svolgere in modo che “in Venezuela ci siano elezioni libere ed eque”.

L’affermava il 24 giugno Wendy Sherman, sottosegretaria del dipartimento di Stato nordamericano. Il suo post sui social media, che dava tale messaggio del governo USA, fu accompagnato da una sua foto con Julio Borges, uno dei principali promotori del blocco USA al Venezuela e delle continue richieste d’intervento straniero nel Paese. Nel post, Sherman assicura di aver affrontato nel loro incontro il “restauro della democrazia” e i “bisogni umanitari” del popolo venezuelano, ignorando “bisogni umanitari” vengono violati dal disumano blocco imposto dagli USA.

Quando le autorità neocolonialiste negli USA e in Europa parlano di “elezioni libere ed eque”, la maggioranza dei venezuelani capisce l’eufemismo per “cambio di regime”. Quindi, tale affermazione non porta nulla di nuovo nella tirata imperialista degli Stati Uniti contro il Venezuela e il chavismo, anche se sembra esserci un cambio nel rapporto tra neocoloniali occidentali e loro lacchè locali.

Da parte sua, Borges scrisse su twitter: “Ringraziamo il sottosegretario di Stato Wendy Sherman e il governo del presidente Biden; per averci ricevuto e aver ratificato il loro sostegno alla democrazia in Venezuela”. Ed anche affermò che nell’incontro con Sherman furono affrontati passi concreti e che si cercava “il ripristino della democrazia e l’applicazione dei diritti umani nel Paese”. Sebbene gli USA insistano nel riconoscere come legittimo il fittizio “governo provvisorio” di Juan Guaidó, la loro revisione della politica delle sanzioni dimostra che abbassano la guardia e potrebbe, in futuro, aggiustare l’operazione di cambio di regime. Secondo Bloomberg, l’amministrazione statunitense rivede la sua politica di sanzioni illegali che mirano a una pressione abusiva sul governo venezuelano e a punire la popolazione venezuelana.

E l’Unione Europea?

 

Finora alcuna sanzione che l’Unione Europea (UE) ha imposto al Venezuela è stata revocata; tuttavia, potrebbero aprirsi possibilità che ciò accada, come nel caso degli USA.

Dal dicembre 2020, il blocco europeo ha smesso di riconoscere Juan Guaidó presidente ad interim del Venezuela, il che potrebbe essere il primo passo per invertire il blocco criminale contro il Venezuela. Quindi, il 18 giugno Venezuela ed UE rivedere le relazioni diplomatiche quando si ebbe un incontro tra il Ministro degli Esteri venezuelano Jorge Arreaza e l’alto rappresentante dell’Unione europea Josep Borrell in Turchia. L’incontro si svolse nell’ambito del Forum diplomatico di Antalya (ADF). Successivamente, il 22 giugno, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea decise che il Venezuela ha il diritto di impugnare le misure coercitive unilaterali impostegli dall’Unione Europea. Così, ora è riconosciuto nell’UE che il Venezuela è un’entità legale nel contestare legalmente il blocco. Successivamente l’UE annunciava che invierà una missione tecnica in Venezuela per valutare se sia possibile inviare una missione di osservazione per le prossime elezioni comunali e regionali previste per il 21 novembre. Unione Europea e USA sono direttamente coinvolti nella crisi economica in Venezuela; hanno creato la crisi imponendo sanzioni, illegali secondo il diritto internazionale. Hanno limitato la capacità del Paese di acquisire le proprie normali entrate e carburante, e a tutto ciò si aggiunge il blocco dei vaccini COVID-19 dal fondo COVAX, vaccini a cui il Venezuela ha diritto, avendoli già pagati per intero.

Elezioni con un nuovo CNE

Una delle premesse degli USA e del blocco europeo per attaccare il Venezuela fu la presunta arbitrarietà del Consiglio Elettorale Nazionale (CNE), motivo per cui, secondo essi non ci furono elezioni corrette nella nazione. È importante sottolineare che il Venezuela ha un nuovo consiglio di amministrazione del CNE, eletto coll’indiscussa legittimità della nuova Assemblea Nazionale. Questo nuovo consiglio del CNE dirige le procedure per le prossime elezioni locali e regionali del 21 novembre. Basta osservare questi scenari per dedurre che, a breve o medio termine, potrebbe esserci una progressiva revoca di certe sanzioni e il blocco disumano, denunciato come crimine contro l’umanità. In effetti, ci sono già dei segnali. All’inizio di giugno, Washington estese una licenza che consente transazioni per quest’anno tra la proprietà statale venezuelana Petróleos de Venezuela (PDVSA) e le multinazionali petrolifere Chevron Corp, Halliburton, Schlumberger Limited, Baker Hughes e Weatherford International. Questo faceva parte di una serie di licenze rilasciate dal dipartimento del Tesoro USA. Mentre il governo venezuelano annunciava la progressiva ripresa dell’industria petrolifera, che dovrebbe quadruplicare, continua a contare sul sostegno di partner strategici come Russia, Cina, Turchia, Cuba, tra molti altri.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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