La denuncia di una madre torna a scuotere Cuba, ricordando che il blocco economico, commerciale e finanziario USA contro il popolo cubano, non conosce frontiere.
Ora ha attaccato la madre di una bambina handicappata fiduciosa nel nostro paese per la cura della sua piccola.
«Il governo USA ha bloccato la mia carta di credito internazionale (scheda di provenienza uruguaiana) perché volevo fare un pagamento online», ha pubblicato in Twitter Cecilia Nazzari, madre di Aurora Sosa, la bambina uruguaiana di sei anni che si trova a L’Avana, dove riceve assistenza per una malattia che le blocca lo sviluppo motore.
I danni del blocco al settore finanziario e bancario partendo dalle transazioni che riguardano l’Isola, sono ben note.
La chiusura di conti bancari in terzi paesi, il blocco di fondi e la cancellazione di servizi nel processo delle carte di credito, sono alcune delle azioni più abituali che avvengono come conseguenza di questa politica unilaterale.
La bambina Aurora Sosa è arrivata a Cuba il 27 giugno.
Il Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, le ha dato il benvenuto dal suo account in Twitter: «Benvenuta a Cuba, bella Aurora. Sei in buone mani e i medici sapranno curarti molto bene. Raccontaci come ti va e vogliamo vederti in convalescenza! Un abbraccio!», ha scritto.
A quattro o cinque mesi dalla nascita, la bambina ha cominciato a presentare un ritardo motore: faceva fatica a sedersi, a sostenere la testa. La situazione si aggravò e a due anni fu operata per una cisti aracnoide midollare che le comprimeva il midollo.
Ora Aurora è assistita nel Centro Internazionale di Recupero Neurologico (CIREN). Sua madre, un’attiva twittera, militante sociale e femminista in Uruguay, ha scritto in questa rete sociale: «Ci sono persone qui a Cuba che scrivono poesie per Aurora, perché guarisca presto e possa portare la su allegria in Uruguay. L’amore di queste persone non ha limiti, sono una carezza all’anima».
Quando sua figlia è entrata in ospedale, ha pubblicato: «Cinque anni lottando contro la malattia. Quattro anni cercando una diagnosi. Otto mesi aspettando di venire al CIREN. E ora è qui. Già stiamo qui e tutto quello che verrà sarà migliore, non ci sono dubbi di sorta».
Lo stesso 29 giugno, quando le hanno bloccato la carta di credito, ha scritto in Twitte: «Qui tutti i medici che vengono a vedere Aurora le dicono che migliorerà. Loro credono nel suo recupero e noi crediamo in loro. Non c’è niente di più bello di un gruppo medico impegnato e ottimista, davvero! ».
Cuba non è un paese per la disperazione nonostante tutto l’impegno di chi odia dagli USA, violando i diritti umani che difendiamo.