Mission Verdad, – Orinoco Tribune
Quella che segue è una traduzione del rapporto quotidiano del Samuel Robinson Institute del 2 luglio 2021.
Il 1° luglio il dipartimento di Stato nordamericano annunciò l’imposizione di “sanzioni” unilaterali contro entità politiche e istituzionali di El Salvador, Guatemala e Honduras, Paesi che compongono il cosiddetto Triangolo del Nord. Gli USA giustificavano tale misure con modalità selettiva ed egoistica per pretendere di combattere la corruzione in America Centrale. Le nuove sanzioni includono restrizioni all’ingresso negli USA per chi è considerato individuo “sanzionato”.
Contesto
In un comunicato stampa, il segretario di Stato nordamericano Antony Blinken annunciava che le misure di restrizione dei visti si basano su un elenco di 55 persone: 21 dell’Honduras, 20 del Guatemala e 14 di El Salvador. Questi sono funzionari politici e istituzionali che attualmente ricoprono incarichi di responsabilità pubblica a diversi livelli nei tre Paesi. L’elenco comprende anche personaggi noti che occupavano importanti posizioni di potere negli anni precedenti.
Secondo il dipartimento di Stato nordamericano, i sanzionati “erano coinvolti in atti che minano le procedure democratiche” e partecipato ad “atti significativi di corruzione” legati all’ostruzione della giustizia. Le misure coercitive unilaterali furono adottate in conformità con la sezione 353 del Northern Triangle Enhanced Participation Act degli Stati Uniti, legge con portata extraterritoriale approvato alla fine dello scorso anno come guida per il maggiore coinvolgimento della politica estera statunitense nella politica interna della regione centroamericana. Nell’elenco delle persone e entità “sanzionate” spiccano l’ex-presidente del Guatemala Álvaro Colom, e l’ex-presidente dell’Honduras Porfirio Lobo, accusato di aver ricevuto tangenti dal gruppo di narcotrafficanti Los Cachiros. In Honduras, nell’elenco erano inclusi anche i deputati del Partito nazionale, per i loro presunti collegamenti con casi di corruzione di vario genere. In Guatemala, le sanzioni riguardavano in particolare il ramo giudiziario del Paese, poiché nella lista furono inseriti Manuel Duarte Barrera (magistrato della Corte suprema), Nyester Vásquez (magistrato della Corte costituzionale) e Mynor Moto (ex.giudice di un organo di giustizia penale). In El Salvador, le persone colpite dalle sanzioni fanno parte della stretta cerchia di confidenti del presidente Nayib Bukele, come il ministro del lavoro Óscar Castro, il capo del personale Martha Recinos, e il consigliere legale Conan Castro.
Contesto
Le misure furono precedute da un mandato del Congresso degli Stati Uniti della fine del 2020 che richiedeva al dipartimento di Stato di pubblicare un elenco di funzionari coinvolti nella corruzione nel Triangolo Settentrionale. L’Engel List è un meccanismo creato per rafforzare la tutela degli Stati Uniti sulle istituzioni centroamericane, mascherata da “lotta alla corruzione”. Inoltre, durante la visita in Guatemala all’inizio di giugno, la vicepresidentessa degli Stati Uniti Kamala Harris annunciò una task force regionale contro la corruzione per intensificare specificamente il controllo sui rami giudiziari dei Paesi del triangolo settentrionale.
Doppi standard
L’ex-presidente dell’Honduras, Manuel Zelaya, il cui governo fu rovesciato dal colpo di Stato sostenuto dagli Stati Uniti nel 2009, condannava le sanzioni di Washington e aggiunse che “non colpiscono l’alleato degli Stati Uniti Juan Orlando Hernández, nemmeno con un ‘petalo di rosa’” né i membri del partito Arena di El Salvador, chiaramente allineato agli Stati Uniti.
Perché è importante
Secondo Blinken, coll’emissione dell’elenco dei “sanzionati”, l’amministrazione Biden spera, tra l’altro, di ridurre l’immigrazione irregolare negli Stati Uniti migliorando la governance nei Paesi del Triangolo Settentrionale. Tuttavia, la manovra punta chiaramente a una riconfigurazione dell’approccio della politica estera statunitense nell’area, nel paradigma imperialista liberale incarnato dal duo Biden-Harris. I fondi dell’USAID e di altre agenzie hanno già iniziato a essere reindirizzati ai gruppi della “società civile” nell’approccio punitivo e nell’incentivazione di forme di governo private ed indirette in America Centrale.
Traduzione di Alessandro Lattanzio