Bolsonaro e CIA cospirano contro la “nuova marea rosa” in Sud America

Nathalia Urban Internationalist 360°,

Emerge il quadro dell’agenda perseguita dal direttore della CIA William J. Burns durante la sua visita riservata al governo Bolsonaro. Come riportato, il direttore della CIA William J. Burns si recava in Brasile per incontrare i ministri del governo Bolsonaro.

Jair Bolsonaro durante la sua trasmissione quotidiana sui social media ai sostenitori, affermò di aver incontrato Burns (anche se non disse nulla del programma ufficiale). Il presidente brasiliano disse apertamente che l’incontro si era svolto con lo scopo di discutere la situazione politica in Sud America, o della nuova avanzata della sinistra, e Bolsonaro parlava dei Paesi vicini: “Non dirò che questo fu affrontato con lui, ma abbiamo analizzato come vanno le cose in Sud America. Non sopportiamo più parlare del Venezuela, ma guardiamo all’Argentina. Dove va il Cile? Cosa è successo in Bolivia? La banda di Evo Morales è tornata. E ancora di più: la presidentessa provvisoria è in prigione, accusata di atti antidemocratici. Sentite qualche somiglianza col Brasile?” Come pubblicato su Brasil Wire, Bolsonaro ebbe un ruolo attivo nel colpo di Stato in Bolivia del 2019 e nello stesso anno sostenne la repressione promossa da Sebastian Pinhera in Cile. Prima di arrivare in Brasile, Burns fu in Colombia.

Nel discorso del 1° luglio, il Presidente Nicolás Maduro parlò del “tour” delle autorità USA nella regione e del “piano contro il Venezuela”: “Il comandante del Comando meridionale e il capo della CIA si aggirano per il Venezuela e vengono ricevuti come eroi in Colombia e Brasile, per fare piani contro di voi”, disse il capo di Stato venezuelano in un discorso televisivo. “In Colombia c’era il comandante del Southern Command, Craig Faller, e mi dissero che di recente c’era anche il direttore della CIA. Lavorano a un piano segreto per danneggiare il Venezuela”, aveva detto. Maduro ha ragione.

Secondo il ministero degli Esteri colombiano, il 28 giugno Joe Biden e Iván Duque ebbero una telefonata in cui parlavano della situazione in Venezuela e del suo impatto regionale, sottolineando l’importanza di un consenso internazionale per “elezioni libere ed eque”. nel Paese.

L’agenda di Burns

Nella giornata, l’autorità statunitense visitò il Palácio do Planalto ed incontrò i membri del governo di Jair Bolsonaro. Nel pomeriggio, Burns fu a un’udienza col direttore dell’Ufficio per la sicurezza istituzionale (GSI), generale Augusto Heleno. All’incontro erano presenti anche Alexandre Ramagem, direttore generale dell’ABIN, l’agenzia di intelligence brasiliana, e il generale Walter Braga Netto, ministro della Difesa. In serata, il direttore della CIA cenò con Heleno e il segretario del governo, generale Luiz Eduardo Ramos. Non c’erano informazioni esatte su dove esattamente il direttore della CIA incontrò Bolsonaro.

Mentre Burns frequentava incontri coi generali nel cuore del regime di Bolsonaro, Bolsonaro annunciava che non rinunciava alla presidenza alle elezioni del 2022 in caso di “frodi elettorali”. Il presidente della TSE la scorsa settimana denunciò il piano di Bolsonaro del ritorno del Brasile al sistema dei voti stampati, come “ritorno alla frode elettorale” e una minaccia alla democrazia. La dichiarazione di Bolsonaro suscitava domande, soprattutto che le accuse infondate di frode elettorale furono il pretesto per il colpo di Stato in Bolivia del 2019 sostenuto dagli USA, e l’attuale situazione in Perù, con sforzi per impedite al vincitore delle elezioni, il socialista Pedro Castillo, di entrare in carica.

L’ex-presidente Lula da Silva, l’avversario di Bolsonaro nel 2018, che guidava i sondaggi prima di essere incarcerato nell’operazione congiunta anti-corruzione USA-Brasile Lava Jato, è ora assolto e libero, con sondaggi che lo trovato vincitore alle Elezioni del 2022 al primo turno, con un vantaggio del 30% sul presidente in carica.

In Brasile, Cile e Colombia, i tre alleati chiave degli USA in Sud America, i candidati di sinistra attualmente guidano i sondaggi elettorali, sullo sfondo di massicce proteste di piazza contro i capi di estrema destra, sostenuti dagli USA, in quello che per molti è la ripetizione della “marea rosa” che spazzò il continente vent’anni fa.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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