In Azerbaigian i professionisti cubani hanno ricevuto vari riconoscimenti. I ministri di Salute, delle Emergenze e il Presidente dell’Associazione d’amicizia Azerbaigian-Cuba hanno elogiato l’alta qualità del lavoro realizzato.
Yenia Silva Correa
Il ritorno dei nostri medici in Patria è sempre un avvenimento emozionante anche se è ben noto.
Giovedì 8, nell’aeroporto internazionale José Martí, erano 113 quelli che agitavano le bandiere cubane e hanno intonato l’Inno Nazionale.
Loro, membri del contingente internazionale dei medici specializzati in situazioni di disastri e gravi epidemie Henry Reeve, hanno lavorato per un anno in Azerbaigian.
Il nostro personale sanitario – 53 medici di differenti specialità, 49 diplomati in Infermeria, due in Elettromedicina, due in Terapia Fisica e Riabilitazione, due in Igiene e Epidemiologia, due in Immunologia, uno in Virologia, un professore d’Idioma e un amministratore della Salute– ha prestato servizi nell’Ospedale General di Bakú.
Arrivando a Cuba il dottor Dalsy Torres Ávila, specialista in Medicina Interna e Terapia Intensiva, ha avallato l’impegno dei medici d’incorporarsi ai compiti dello scontro alla COVID-19 en Cuba.
La brigata che è tornata in Patria ha realizzato 77390 assistenze mediche, ha ricoverato 2254 pazienti e salvato 1960 vite. Nel loro impegno professionale nel paese euroasiatico hanno assistito 287 donne in gravidanza, hanno realizzato 31 operazioni impegnative e 355075 assistenze infermieristiche, 2414 studi radiologici, 19836 esami di laboratorio ed hanno riabilitato 23433 pazienti.
Inoltre hanno impartito corsi sul Protocollo d’attuazione per pazienti con COVID-19, Ventilazione Meccanica e Gasometria e Bilancio Idrominerale.
In Azerbaigian i professionisti cubani hanno ricevuto vari riconoscimenti. I ministri di Salute, delle Emergenze e il Presidente dell’Associazione d’amicizia Azerbaigian-Cuba hanno elogiato l’alta qualità del lavoro realizzato.