Il tweet indica di aver ricevuto un attacco informatico Denial of Services (DDoS) dall’11 luglio 2021.
Un attacco informatico oggi ha compromesso i server del portale web del Ministero degli Esteri cubano nell’ambito della guerra informatica e comunicativa contro il paese, denuncia il ministero dall’account twitter.
Indirizzi IP situati negli USA, Regno Unito, Francia e Turchia generavano l’attacco dell’11 luglio, specificato dall’account Cubaminrex sulla piattaforma. Tuttavia, precisava, la posizione può essere mascherata in altri paesi.
“Tali azioni fanno parte della guerra informatica e di comunicazione contro Cuba”, indicava l’account. I server furono attaccati da 34 indirizzi IP che generavano 10000 accessi simultanei ciascuno.
Il portale Cubavsbloqueo denunciava un’analoga crociata di negazione dei servizi la stessa data. “I principali indirizzi IP che generavano accessi falsi in gran numero e cercato di mandare in crash i nostri server sono geolocalizzati negli USA”, specificava sulla piattaforma di microblogging.
Anche il sito Cubadebate riceveva un attacco informatico denial of service sui mirror internazionali. Questo attacco fu generato tra le 9:53 e le 10:23, principalmente dagli USA. Il team tecnico rilevava e neutralizzava l’attacco, che generava “falsi accessi” in grandi quantità causando la compromissione della banda e la capacità di risposta dei server. I media riportavano il rilevamento di 580mila accessi in 30 minuti, superiore al numero totale di accessi al web in un giorno.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
Attacchi cibernetici contro Cuba
Con il tentativo di mettere la museruola alla verità, la stampa trans nazionale continua a seguire la sceneggiatura di destabilizzazione e manipolazione e ora tenta di far passare come una strategia del governo cubano la guerra delle fake news
19.07 – Come ondate si producono i tentativi di negare i servizi ai media di comunicazione e alle istituzioni cubane con la presenza in internet come parte dell’operazione politico-comunicazionale, e sono al centro dal 5 luglio scorso negli USA, che anche se non sono riusciti nel proposito di provocare un’esplosione sociale di massa a Cuba, hanno attizzato manifestazioni in diversi punti del paese, con scene di violenza e vandalismi.
Cubaperiodistas ha pubblicato che i tentativi per far tacere i media e le istituzioni cubane sono stati neutralizzati, ma rispondono alla stessa sceneggiatura dei manuali di destabilizzazione applicati in altre parti del mondo.
Con il tentativo di mettere la museruola alla verità, la stampa trans nazionale continua a seguire la sceneggiatura di destabilizzazione e manipolazione e ora tenta di far passare come una strategia del governo cubano la guerra delle fake news.
Le piattaforme delle reti sociali si ammutoliscono misteriosamente di fronte ai reclami delle autorità cubane, che esigono una risposta a perché in questo caso non sono state rispettate le regole di funzionamento.
Tra le citazioni senza risposta ci sono quelle realizzate dal cancelliere cubano, Bruno Rodríguez Parilla, che ha sfidato i responsabili delle piattaforme a smentire che c’erano stati attacchi di bots e trolls e che questi provengono dagli Stati Uniti (il sito Cubadebate ha pubblicato le ip coinvolte), e che imprese della Florida hanno finanziato l’operazione con l’etichetta #SOSCuba.