Ramona Wadi, SCF 17 luglio 2021
Quando a Cuba scoppiavano le proteste per la carenza di beni di prima necessità, il blocco illegale USA su Cuba non faceva più parte delle narrazioni dei media.
Nel 2020, l’attenzione dei media era sul contributo cubano alla lotta contro Covid19 e su come, nonostante il blocco, Cuba avesse ancora gestito l’approccio internazionalista, mentre produceva i propri vaccini.
Per un breve periodo, anche il discorso sulla revoca del blocco illegale su Cuba fu parte della narrativa internazionale, anche quando le brigate mediche furono nominate per il Premio Nobel per la pace.
Nel frattempo, a causa del blocco e del Covid19, l’economia cubana si è ulteriormente contratta. Incrollabilmente, il governo USA continuava a finanziare gruppi anti-governativi. Solo le intenzioni USA non sono democratiche, nonostante ciò che la propaganda spaccia.
Nell’aprile 1960, un memorandum dal titolo “Il declino e la caduta di Castro” affermava in parte: “L’unico mezzo prevedibile per alienare il sostegno interno è attraverso disincanto e disaffezione basati su insoddisfazione e difficoltà economiche”. Invitando alla privazione economica, il memorandum inoltre auspicò un’azione che, “sebbene il più abile e poco appariscente possibile, faccia le maggiori incursioni nel negare denaro e forniture a Cuba, diminuire i salari monetari e reali, provocare fame, disperazione e rovesciamento del governo”.
Dato che gli USA non hanno mai ceduto la politica aggressiva contro Cuba, perché la narrativa imperialista viene improvvisamente esclusa dal quadro dei cubani che protestano contro le carenze esistenti sull’isola. Il sabotaggio economico di Cuba da parte degli USA è ben documentato e per 60 anni il popolo cubano ha subito gli effetti della politica estera statunitense contro l’isola, in particolare sulle restrizioni al commercio.
Le ripetute risoluzioni non vincolanti delle Nazioni Unite per revocare il blocco illegale non apportavano alcun cambiamento al riguardo. L’accordo quasi unanime a livello internazionale che il blocco degli Stati Uniti danneggi Cuba è contrario alla politica estera imperialista, che i media prendono e lasciano a seconda di quale narrativa si adatti meglio ai loro interessi.
Il presidente USA Joe Biden non fu particolarmente schietto su Cuba finora, aspettando il momento opportuno, a quanto pare, per ricostruire sulle fondamenta dell’amministrazione Trump. Con Cuba ancora nell’elenco degli sponsor del terrorismo degli USA e alcuno sforzo per rescindere le politiche dell’ex presidente USA Donald Trump su Cuba, Biden ora gioca la carta umanitaria per fomentare disordini politici.
La dichiarazione della Casa Bianca descrive i cubani “che affermano coraggiosamente i loro diritti fondamentali e universali”. Senza dubbio, ma non in linea con le designazioni imperialiste dell’isola. Se gli USA non cedono le loro tattiche repressive contro Cuba, non c’è nulla che suggerisca che il popolo scambi lo stato di diritto con un altro che cerca la sua rovina, per ridare di Cuba il parco giochi degli USA che ricordi i giorni prima della rivoluzione cubana. Quindi, dopo aver sostenuto le politiche di Trump, per non parlare del blocco illegale, Biden dichiarava che era pronto a offrire aiuti umanitari a Cuba e “a fornire quantità significative di vaccino” se un’organizzazione internazionale intervenisse. Questo dopo che Cuba ha realizzato con successo i propri vaccini che rivaleggiano con Pfizer e Moderna in efficacia.
Gli appelli all’intervento straniero dei dissidenti cubani a Miami si aggiungono all’ostilità contro l’isola. I media penserebbero ai tentativi di assassinio di Fidel Castro sponsorizzati dalla CIA e agli attacchi terroristici contro i cubani, e prenderebbero in considerazione le richieste di intervento militare alla luce dei decenni di fallimento nel sottomettere Cuba ai piani imperialisti?
“Speriamo che nel 2021 il presidente Biden possa riparare ciò che Kennedy ruppe nel 1961”, dichiarò l’esule cubano Orlando Gutierrez-Boronat. L’assunto di Miami che l’intervento militare risolva Cuba non ha alcun fondamento, oltre ad illustrare come, a decenni dall’invasione della Baia dei Porci, gli interessi dei dissidenti antirivoluzionari a Miami siano quelli degli USA.
Il passo logico sarebbe per gli USA porre fine al blocco e lasciare che il popolo cubano, che non ha tradito l’isola per gli USA, segua la sua rotta.