Alessandro Di Battista
Vi sta a cuore Cuba? Benissimo. Allora informatevi sul “bloqueo”, una vergognosa e ripetuta violazione dei diritti umani che va avanti da 60 anni. Leggete pezzi di giornalisti davvero indipendenti che raccontano indicibili verità nell’era della pavidità giornalistica. Verificate le condizioni di vita di milioni di bambini in centro e sud America, bambini fantasma perché vivono in Paesi amici dell’occidente, dove nessun politico ha osato nazionalizzare risorse naturali o industrie strategiche.
Ci ho scritto articoli su articoli, ho visitato le comunas di Medellin, i bordos di San Pedro Sula, El Chorrillo a Panama, El Gallito a Città del Guatemala. Tutti paesi satellite degli USA, andate a vedere (con precauzione) come vivono le persone, se hanno lavoro, medicine, “libertà”.
Ipocriti, fino a ieri Cuba non esisteva, oggi dal Dipartimento di Stato USA si decide di attaccare mediaticamente e milioni di pecoroni vanno dietro alle notizie che l’establishment decide di dare.
Nulla è stato più violento dell’embargo a danno del popolo cubano. Combattete affinché questa porcata immonda finisca, poi giudicheremo come in qualsiasi altro Paese le azioni del governo.
In tutto ciò in Colombia, dove le decisioni politiche vengono prese dopo essersi consultati con Washington, da mesi vanno avanti proteste popolari nel silenzio della comunità internazionale.
Pochi giornalisti hanno il coraggio di riportare le notizie e, credetemi, ci sono eccome notizie da raccontare. Giovani attivisti spariti durante le proteste vengono ritrovati in mezzo ai campi assassinati, alcuni decapitati. Ma la Colombia è un Paese “allineato” e certe vergogne vanno tenute nascoste. Sono tornati i paramilitari (i paracos) con le loro pratiche omicide che in Colombia ricordano tutti quanti.
Cuba ha 1000 problemi e 1000 limiti e senz’altro molti dei manifestanti hanno le loro ragioni. Ma è profondamente vile ed ingiusto ignorare una serie di conquiste che la perseveranza del popolo cubano ha permesso e soprattutto il fatto che tali conquiste siano state realizzate contro tutto e tutti, in una piccola isola che non ha risorse naturali a parte il coraggio del suo popolo.
Ormai è chiaro che se poteri mediatici si uniscono ad influencer (spesso ignoranti come capre) e decidono di “piazzare” un tema quel tema viene piazzato, spesso e volentieri a discapito della verità o comunque di altri sacrosanti punti di vista. Mai come oggi siamo obbligati all’approfondimento, alla scelta accurata di giornalisti che amano raccontare e dunque amano i lettori, alla sovranità culturale e all’indipendenza mentale.
P.S. Leggete (pubblicato nei commenti) un meraviglioso pezzo di Gianni Minà. Un abbraccio a tutti!