A. Korybko da http://oneworld Traduzione M. Pondrelli marx21.it
Le conseguenze interne della crisi economica globale causata dalla risposta scoordinata del mondo al COVID-19 sono sfruttate come copertura per portare avanti un tentativo di rivoluzione colorata a Cuba, sostenuto dagli Stati Uniti, il che significa che mentre alcuni manifestanti potrebbero avere rimostranze legittime come la maggior parte dei loro coetanei in tutto il mondo in questo momento difficile, ci sono senza dubbio alcuni che stanno attivamente cercando di approfittare di questo per rovesciare il loro governo.
Cuba è tornata alla ribalta dopo che le proteste scoppiate inaspettatamente nella capitale. I partecipanti affermano che stanno manifestando in risposta al deterioramento delle loro condizioni socio-economiche causate dalla risposta del loro governo al COVID-19, mentre il governo li accusa di essere parte di un complotto sostenuto dagli Stati Uniti per realizzare una rivoluzione colorata. La verità, come sempre, sta probabilmente da qualche parte nel mezzo, dato che la situazione è molto più complicata di come la dipingono entrambe le parti. La situazione è anche peggiorata a causa dei funzionari americani, compreso il presidente degli Stati Uniti Biden, che fanno pressione sulle loro controparti cubane per ragioni politiche di interesse personale.
Le sfide socio-economiche decennali della nazione insulare sono il risultato diretto della politica di sanzioni unilaterali degli Stati Uniti, che minaccia anche di imporre le cosiddette “sanzioni secondarie” contro una vasta gamma di entità straniere che potrebbero decidere di fare affari a Cuba. Il popolo cubano, guidato dal partito comunista del suo paese, ha valorosamente perseverato durante questo periodo difficile, ma i costi sono impossibili da ignorare. Gli osservatori non possono neanche ignorare l’impatto psicologico a lungo termine della perniciosa campagna di guerra dell’informazione degli Stati Uniti nel plasmare le percezioni dei giovani sul loro futuro.
Quello che sta accadendo ora è che il COVID-19 ha esacerbato i problemi socio-economici di Cuba e di conseguenza ha creato il pretesto per le “cellule dormienti” della rivoluzione colorata per scendere in strada. Sarebbe sbagliato accusare tutti coloro che stanno protestando di essere “agenti americani”, poiché le lamentele che hanno sono legittime e in una certa misura condivise dalla maggior parte della popolazione mondiale. Tuttavia, il problema è che alcuni dei manifestanti stanno incolpando il loro governo e in particolare la sua ideologia comunista come responsabile dei loro guai, il che non è una valutazione accurata dei fatti.
Questi individui sono collegati in qualche modo agli Stati Uniti o si comportano come minimo come “utili idioti”, il che trasforma improvvisamente le loro proteste superficialmente socio-economiche in una pressante minaccia alla sicurezza, considerando il loro intento di cambio di regime. Le dichiarazioni ufficiali degli Stati Uniti potrebbero anche accennare a un’altra ondata di sanzioni contro la nazione insulare, strategicamente programmata per peggiorare ulteriormente la situazione lì, al fine di catalizzare un ciclo di disordini autosostenuto, secondo le basi della teoria della rivoluzione colorata. Il deterioramento degli standard di vita potrebbe naturalmente indurre più proteste, alcune delle quali potrebbero diventare tumultuose e provocare la risposta dei servizi di sicurezza.
La difesa dell’ordine pubblico e dello stato di diritto da parte dello stato potrebbe poi essere facilmente travisata attraverso filmati montati come presunta prova dei cosiddetti “attacchi a freddo contro pacifici manifestanti disarmati a favore della democrazia”, che potrebbero poi essere la base su cui imporre ulteriori sanzioni. Anche così, tuttavia, questo non significa necessariamente che gli ultimi giorni del governo siano vicini. Il governo e il popolo che rappresentano sono sopravvissuti a passaggi molto peggiori durante gli anni ’90 dopo il crollo sovietico. Non c’è motivo di prevedere che il governo cadrà se gli Stati Uniti impongono altre sanzioni e continuano a intromettersi nei suoi affari.
Ciò che è più preoccupante, tuttavia, è come la percezione dei giovani potrebbero continuare plasmarsi sugli ultimi eventi. Il modus operandi dell’infowar degli Stati Uniti è quello di spargere gradualmente i semi del dubbio nelle menti dei giovani di ogni paese il cui governo non è completamente conforme ai diktat dell’America. Cuba è stata un obiettivo per decenni, ma con la rivoluzione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) degli anni ’90 questo ha iniziato ad avere un effetto notevole a Cuba. Mentre internet continua a proliferare e sempre più giovani vengono esposti alle narrazioni statunitensi, alcuni di loro potrebbero perdere la fiducia nel sistema del loro paese.
È questa fascia demografica che è l’avanguardia di ogni tentativo di rivoluzione colorata, anche se a volte è guidata da persone più anziane, alcune delle quali possono rimanere nell’ombra, ma tutte sono in qualche modo legate agli Stati Uniti nel contesto cubano. Realisticamente parlando,non c’è molto che il governo cubano può fare per il suo popolo considerando le sanzioni paralizzanti e l’evento cigno nero del COVID-19. Nessuna risposta statale al virus è stata perfetta e tutti nel mondo hanno sofferto in qualche modo. È illusorio immaginare che tutto sarebbe stato perfetto a Cuba se non ci fossero stati i comunisti.
Al contrario, tutto si è sviluppato così tanto proprio grazie a quegli stessi comunisti che hanno liberato Cuba dalla morsa neo-imperialista degli Stati Uniti. Il paese era poco più di una grande piantagione con qualche bordello e casinò per il divertimento dei turisti americani. Anche se non ha ancora raggiunto i livelli di sviluppo socio-economico dell’Occidente, ha comunque fatto abbastanza bene per se stesso ed è sopravvissuto così a lungo nonostante tutte le previsioni, specialmente quando si ricorda che è in quello che gli Stati Uniti considerano il loro “cortile di casa”. È questo spirito rivoluzionario di resistenza che ha fatto andare avanti Cuba così a lungo.
Come tale, è naturale che gli Stati Uniti abbiano preso di mira con grande aggressività questi ideali per decenni. Finora hanno fallito, ma la crisi economica globale causata dal COVID-19 ha creato il pretesto perfetto per riprovarci, anche se sotto una copertura diversa. Invece di essere motivate da scopi puramente ideologici come prima, le “cellule dormienti” possono ora affermare in modo più plausibile di essere guidate da rimostranze socio-economiche oggettivamente esistenti, anche se dipinte come unica colpa dei comunisti, ignorando il fattore sanzioni USA. Washington vuole ingannare quanti più giovani possibile per assemblare indirettamente una massa critica di manifestanti antigovernativi.
Con questa considerazioni in testa, non c’è dubbio che gli eventi attuali siano il segno di una rivoluzione colorata sostenuta dagli Stati Uniti, ma le proteste sono anche conseguenza della crisi economica globale causata dal COVID-19. Non tutti coloro che sono arrabbiati con lo status quo e in particolare con quello che potrebbe essere il loro tenore di vita in declino sono “agenti americani”, ma quelli che sfidano la legge e gridano slogan di cambio di regime sono come minimo “utili idioti”. La situazione viene anche sfruttata dagli Stati Uniti per minacciare altre sanzioni, ed è possibile che diventi una questione di parte anche in vista delle elezioni di midterm del prossimo anno.