Mision Verdad, 27 luglio 2021
Con la presenza dei 33 Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, il Messico ospitava il XXI Incontro dei Ministri degli Esteri della CELAC (Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi), guidato dal Segretario per le Relazioni Estere Marcelo Ebrard. L’incontro CELAC si concentrava sull’integrazione delle Americhe, lotta a pandemia e catastrofi nei Paesi dell’America Latina e cooperazione spaziale.
A settembre si terrà in Messico un incontro dei leader della CELAC. Sulla lotta alla pandemia di covid-19, il Ministro degli Esteri messicano Ebrard presentva in una successiva conferenza stampa il futuro percorso vaccinale in America Latina raggiunto all’incontro. Inoltre, l’incontro promise di adottare una posizione regionale unita sui Paesi sviluppati che rappresentano quasi i tre quarti dei vaccini mondiali. Nella giornata, il discorso del Presidente Andrés Manuel López Obrador (AMLO) si distinse per la difesa dell’integrazione delle nazioni del continente, ispirata alla dottrina bolivariana, e il rifiuto dell’ingerenza degli Stati Uniti. Le parole di AMLO furono assecondate da Venezuela e altri Paesi dei Caraibi latini.
Il Messico, presidente pro tempore della CELAC, inseriva nel vertice annuale dei ministri degli esteri la celebrazione dei 238 anni della nascita del Liberatore Simón Bolívar. In questo senso, il presidente messicano tracciava un’ampia panoramica storica della vita di Bolívar, mettendo in luce il progetto di unità latinoamericana da lui realizzato. “Nato nel 1783, esattamente 30 anni dopo Miguel Hidalgo, Simón Bolívar decise di combattere fin da giovanissimo per cause nobili e giuste, come lo stesso Hidalgo e José María Morelos y Pavón, entrambi padri del nostro Paese”, furono le parole con cui che iniziò il discorso dal castello di Chapultepec. “Conosceva l’arte della guerra ed era al tempo stesso un politico con vocazione e volontà di trasformazione: conosceva l’importanza del discorso, la forza delle idee, l’efficacia dei proclami ed era consapevole della grande utilità del giornalismo e della stampa come strumento di lotta. Conobbe l’effetto provocato dalla promulgazione delle leggi a beneficio del popolo e, soprattutto, apprezzò l’importanza del non arrendersi, della perseveranza e di non perdere mai la fiducia nel trionfo della causa per cui si combatte, per il bene degli altri”. Ripercorse i trionfi ma anche le difficoltà dell’idea integrazionista del Liberatore, ricordando che a volte possono nascere ostacoli dalle divisioni interne: “Non tutto fu facile. Perse battaglie, affrontò tradimenti e, come in ogni movimento trasformativo o rivoluzionario, apparvero divisioni interne, che possono essere anche più dannose delle lotte contro dei veri avversari”. Seguendo il corso storico, AMLO analizzò il progetto radicalmente opposto degli Stati Uniti che, furtivamente, raccolgono forze espandendosi nella regione. L’”America agli americani” (Dottrina Monroe) finì per disintegrare le nazioni dell’America Latina e dei Caraibi e impose una dinamica di “operazioni aperte o segrete contro i Paesi indipendenti situati a sud del Rio Grande”, affermava. Lopez aggiunse che il dominio degli Stati Uniti è uno dei motivi principali per cui l’integrazione regionale fu un ideale sfuggente. Invitava i Paesi latinoamericani ad unirsi al dialogo cogli Stati Uniti contro le interferenze, le “sanzioni”, l’esclusivismo e gli embarghi, e a istituire un meccanismo di cooperazione regionale, legato a realtà e identità locali, per sostituire il sistema di relazioni delle organizzazioni internazionali che promuovono esclusivamente gli interessi di Washington in questa parte del continente: l’Organizzazione degli Stati americani (OAS). Affermava che il nuovo meccanismo dovrà tenere conto degli interessi di tutti i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, promuovere la cooperazione economica e politica regionale ed essere accettato da tutte le parti in conflitto per mediare in caso di controversia regionale. Nel suo discorso, AMLO simpatizzava con Cuba, recentemente “sanzionata” di nuovo dagli Stati Uniti, affermando che è un modello di sovranità nazionale da più di 60 anni, resistendo imperterrita all’oppressione statunitense.
La posizione del Venezuela
Nel discorso all’incontro, il Ministro degli Esteri Jorge Arreaza ringraziava Simón Bolívar per l’omaggio ed evidenziato il lavoro che il Messico svolse nella protezione degli spazi per l’incontro dei Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, fungendo anche da attore di conciliazione tra posizioni opposte. “Crediamo che il Messico abbia svolto un grande compito, crediamo che il Messico in questi anni di difficoltà, pandemia, sia non solo mediatore, conciliatore, ma impediva che la CELAC avesse il destino dell’Unasur, restando per raggiungere risultati concreti in ambiti specifici”. Descrisse la proposta di AMLO contro l’OSA come parte del dilemma storico tra monroismo e bolivarianismo: “ecco l’OSA, ecco la CELAC”. Aggiunse che il Venezuela ha messo a disposizione le risorse naturali del suo territorio per cooperare coi Paesi della regione e aiutare a superare le difficoltà economiche, aggravate dalla pandemia, ma innescate principalmente dalle politiche neoliberiste degli Stati Uniti. Da parte sua, il Presidente Nicolás Maduro sosteneva la decisione di lasciare l’OSA, che descrisse come organizzazione “morta da tempo e non se ne sono accorti”, sollevando il ruolo fondamentale che giocò nel golpe del 2019 contro il governo dell’ex-Presidente della Bolivia Evo Morales, anche quando il Paese andino gli aprì le porte per partecipare al processo elettorale. Il Presidente Maduro fece questa riflessione durante un’intervista a TeleSur lo stesso giorno della riunione ministeriale della CELAC. Lì propose che gli spazi anti-egemonici delle relazioni internazionali continuino a essere rafforzati, sottolineando la CELAC nel resistere ai tentativi di smantellare la visione integrazionista del continente. “Fin dalla sua fondazione, la CELAC è chiamata a unire i nostri Paesi, a promuovere la solidarietà, l’identità culturale e i valori nella regione (…) Dobbiamo consolidarci, costruire il nostro percorso oltre l’OSA, la CELAC fu fondata da spiriti ribelli”.
Perseverare nell’unione Latinocaraibica
L’OSA è caratterizzata come piattaforma dell’ingerenza negli affari interni dei Paesi della regione dell’America Latina e dei Caraibi controllati dagli Stati Uniti. Il Venezuela si è esplicitamente ritirato e Cuba si è rifiutata di partecipare agli incontri dell’organizzazione. D’altra parte, l’obiettivo della CELAC è l’unione e la cooperazione nel rispetto della diversità delle visioni delle 33 nazioni che compongono il forum. Queste differenze sono sintetizzate nel fatto che, nel quadro della pandemia, l’OSA non diede alcun vaccino ai suoi membri, mentre CELAC ha prodotto, confezionato e distribuito vaccini AstraZeneca nei Paesi dell’America Latina, e crea e sperimenta nuovi vaccini. La maggiore determinazione del presidente messicano nel blocco regionale è preceduta da eventi recenti che probabilmente l’influenzarono: l’assassinio del presidente di Haiti e il tentato golpe a Cuba. Inoltre, vi firono diversi scandali nel finanziamento di gruppi di destra antigovernativi in Messico, che devono aver portato AMLO ad adottare una posizione più ferma. Gli Stati Uniti credono di avere il diritto di stabilire il proprie dominio in quello che considerano loro “cortile di casa”, quindi nell’ultimo decennio si mossero per eliminare i governi che vi si opponevano. Da lì derivano colpi di stato, sostegno a candidati di destra, “sanzioni” e operazioni segrete, tra le altre azioni destabilizzanti e di sabotaggio. Nonostante l’intensità con cui tale politica è esercitata a Washington, i Paesi hanno mantenuto le alleanze, e ora emerge l’intenzione di riprendere la ricerca di un modello di integrazione al passo coi tempi. Il recente capitolo della CELAC, la Resistenza dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America – Trattato del Commercio dei Popoli (ALBA-TCP) e la possibilità di rinascita dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasur), sono gli eventi che meritano il pieno sostegno per affrontare le posizioni imperialiste e promuovere l’”equilibrio dell’universo” bolivarianom il cui epicentro sarà la regione dei Caraibi latini.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
One thought on “Bolivarismo in azione: CELAC contro ingerenza USA”