Dopo essere atterrata a Tokyo con la sua più piccola delegazione degli ultimi sei decenni, Cuba ora vanta personaggi storici sulla scena olimpica, quando il libro di storia ha ancora pagine bianche per nuove gesta.
Quando il ticchettio degli orologi annuncia l’avvicinarsi dell’epilogo della competizione sportiva, la delegazione caraibica supera gli ostacoli e compie un’impresa a dir poco sensazionale, come mostrano le statistiche, che questa volta non sono né fredde né soggettive, e rivelano una realtà palpabile.
Dopo la medaglia d’oro vinta questo venerdì dal pugile stellare Julio César la Cruz, nei 91 chilogrammi, la più grande delle Antille è diventata la sesta nazione a conquistare sei titoli con un gruppo di meno di 70 membri dai giochi di Roma 1960.
Esattamente, Cuba ha viaggiato con 69 esponenti, e tale impresa è stata raggiunta solo dalla Turchia nel 1960 (49 atleti-sette ori), Romania a Seul 1988 (68-sette), Kenya a Pechino 2008 (48-sei), Iran a Londra 2012 (53-sette) e Giamaica a Rio de Janeiro 2016 (56-sei), riflettono gli storici.
Infatti, il contesto a Tokyo è abbastanza favorevole, perché il territorio latinoamericano ha nei pugni di Andy Cruz la possibilità di aumentare il numero di medaglie, quando affronterà il combattimento finale nei 63 chili del pugilato nella capitale giapponese.
Cruz, considerato il miglior pugile della sua categoria dell’evento, affronterà il pugile americano Keyshawn Davis, ma tutti gli specialisti gli attribuiscono un ampio favoritismo. Inoltre, l’isola sta ancora sognando nelle acque, con i canoisti José Ramón Pelier e Fernando Dayán Jorge, entrambi nei 1.000m C1.
A 48 ore dall’addio ai cosiddetti Giochi del Silenzio, a causa delle misure per contrastare il Covid-19, Cuba, inoltre, ha già dato il meglio di sé negli ultimi 13 anni, superando i risultati di Pechino 2008, Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016.
Finora, il saldo a Tokyo 2020 è sei oro, tre argento e quattro bronzo, al di sopra di quanto accaduto in Cina (3-10-17), Regno Unito (cinque-tre-sette) e Brasile (cinque-due-quattro).
Inoltre, sembra avere un percorso abbastanza chiaro per finire tra i primi 20 paesi nel medagliere complessivo, che era l’obiettivo fissato dalle autorità dell’Istituto Sportivo Cubano.
Tutto questo accade quando la delegazione caraibica si trova al tredicesimo posto nella tabella, confermando la sua posizione come il secondo paese di maggior successo (83-69-81) in tutto il continente americano nella storia, dietro gli Stati Uniti, e il leader tra tutte le nazioni di lingua spagnola.
Tokyo è, quindi, un nuovo inizio per recuperare il terreno perduto e rendere giustizia ai decenni di gesta di atleti che sono andati da semplici mortali a leggende all’interno di un territorio desideroso di vedere i loro figli salire l’Olimpo degli dei.
Fonte: Prensa Latina
Traduzione: italiacuba.it