Domande ineludibili per capire il perché dei blackout a Cuba

Oscar Figueredo Reinaldo www.cubadebate.cu

Quando lo scorso 14 maggio il ministro dell’Energia e Miniere è apparso sulla TV nazionale, molti si erano già resi conto della complessa situazione elettro-energetica che stava attraversando il paese.

In diverse province erano iniziate le interruzioni di corrente che superavano il consueto per questa stagione di piogge, e le parole avaria, termoelettrica e blackout sono ricomparse nel discorso popolare.

In una speciale Mesa Redonda, Liván Arronte Cruz ha reso nota la tesa situazione del settore, segnata dalla rottura di alcune centrali termoelettriche di alta generazione e dalla mancanza di combustibile.

Nonostante gli ingenti sforzi con cui si sta lavorando, e in consonanza con la volontà politica di risolvere un problema così delicato per la popolazione, a tre mesi dall’annuncio, la situazione non si è ancora stabilizzata. Cubadebate ne ha parlato con Jorge Armando Cepero Hernández, direttore generale dell’Unione Elettrica (UE).

  • Come si genera l’elettricità a Cuba?

Fino ad ora, dipendiamo in gran parte dai combustibili fossili. Il paese non ha grandi fiumi e quindi abbiamo solo una centrale idroelettrica, situata ad Hanabanilla, e altri piccoli impianti mini-idroelettrici sparsi su tutto il territorio nazionale.

In questo momento si stanno potenziando altre fonti rinnovabili, con un maggiore sviluppo del solare-fotovoltaico. Questa fonte è quella che riunisce le nostre più grandi aspirazioni data la riserva che abbiamo. Allo stesso modo, si sta facendo strada l’energia eolica con la presenza di diversi parchi nel paese.

Un’altra origine è la biomassa, principalmente con l’industria dello zucchero.

  • Come è composta oggi la matrice elettrica?

La prima riserva sono le energie rinnovabili, il cui sviluppo è ancora incipiente. Ciò rappresenta circa il 2% dell’energia consumata oggi a Cuba.

Come tutti sanno, esiste un programma per lo sviluppo di questo tipo di generazione, ma negli ultimi anni è stato interrotto a causa delle forti restrizioni economiche che soffre il paese, soprattutto a causa della crisi generata dalla pandemia di covid-19 e che ha avuto un impatto sugli investitori.

Un altro elemento che ha rallentato questo processo è l’applicazione del Titolo III della legge Helms-Burton. Da quel momento, Cuba ha avuto seri problemi nell’ottenere finanziamenti.

Nel caso della “Ciro Redondo”, che lavora con la biomassa della canna da zucchero, è attualmente paralizzata. Nel frattempo, nell’energia solare la principale limitazione è che oggi il paese non ha accumulatori, e quindi questa energia viene utilizzata durante il giorno mentre abbiamo disponibilità di sole.

Da parte sua, l’energia eolica fornisce a seconda del vento e l’idrica ha sì una generazione stabile a seconda dell’acqua presente negli invasi.

Il secondo elemento che compone la matrice elettroenergetica è il gas, proveniente dagli impianti ENERGAS, che utilizzano il gas di accompagnamento. Queste strutture si trovano a Varadero, un’altra a Puerto Escondido e un’altra a Jaruco.

Tuttavia, c’è stata una diminuzione dei livelli di gas ed oggi abbiamo una capacità che non si riesce a completare a causa del deficit di gas. Allo stesso tempo, si registrano alcune rotture negli impianti, per non poter acquisire le risorse fondamentali per la manutenzione. L’unità a ciclo combinato di Varadero è fuori servizio per questi problemi. In totale, per questi motivi, non vengono più prodotti circa 90 MW.

Nella misura che si vadano individuando nuovi giacimenti e si pongano in sfruttamento nuovi pozzi, la disponibilità di gas aumenterà.

Il terzo elemento della generazione elettrica sono gli impianti termici, che costituiscono la sua generazione base e sono il sistema più robusto.

A Cuba oggi ci sono 19 blocchi termici e 8 impianti.

La CTE (Centrale Termo Elettrica) Máximo Gómez situata in Mariel nella provincia di Artemisa dispone attualmente di tre unità da 100 MW ciascuna con tecnologia dell’ex Unione Sovietica. Questa centrale ha la possibilità di consumare greggio nazionale che contribuisce all’indipendenza energetica del paese.

La CTE Otto Parellada situata nella capitale del paese ha una capacità installata di 60 MW con tecnologia dell’ex Cecoslovacchia, che ha il vantaggio di essere vicina al consumo, ciò che contribuisce alla riduzione delle perdite di energia elettrica. Questa unità è in fase di manutenzione.

La CTE Ernesto Guevara nel comune di Santa Cruz del Norte nella provincia di Mayabeque, dispone di tre unità da 100 MW ciascuna di tecnologia sovietica che possono consumare anche combustibile grezzo nazionale con il vantaggio di avere l’approvvigionamento attraverso l’oleodotto ciò che riduce i costi di trasporto del combustibile.

La CTE Antonio Guiteras, nella provincia di Matanzas, ha la maggiore unità generatrice del paese con una potenza di 330 MW di tecnologia francese, questo blocco consuma greggio nazionale che riceve via oleodotto ed è il più efficiente del paese.

La CTE Carlos Manuel de Céspedes, in provincia di Cienfuegos, con due unità giapponesi da 158 MW di potenza installata ciascuna, sono le più affidabili e possono ricevere il combustibile via oleodotto dalla raffineria di Cienfuegos, sono predisposte per la combustione di greggio nazionale, anche se regolarmente consuma olio combustibile.

La CTE Diez de Octubre, nel comune di Nuevitas in provincia di Camagüey, con tre unità da 125 MW di potenza ciascuna e tecnologia prodotta nell’ex Cecoslovacchia.

La CTE Lidio Ramón Pérez, a Felton in provincia di Holguín, con due unità da 250 MW di potenza ciascuna con tecnologia dell’ex Cecoslovacchia.

La CTE Antonio Maceo, nella penisola di Renté a Santiago de Cuba, dispone di quattro unità da 100 MW di potenza ciascuna con tecnologia dell’ex Unione Sovietica, questi blocchi consumano anche greggio nazionale.

Come abbiamo visto in precedenza, alcuni di questi blocchi avevano una potenza di 100 MW, ma quando hanno iniziato a bruciare greggio cubano, hanno una potenza limitata, poiché il combustibile nazionale è molto più pesante da bruciare. Tutti questi impianti producono circa la metà dell’energia consumata nella nazione.

Il quarto elemento sono i motori di generazione distribuita, con due tipi principali: motori a olio combustibile e motori diesel.

Nel caso dei primi, insieme agli impianti termici, fanno parte della generazione di base. I motori a olio combustibile sono di due tipi: due siti da 18 MW che consumano greggio di qualità più bassa e il resto di altre caratteristiche che sono distribuiti nelle diverse province.

Nel caso dei motori diesel, si considerano l’ultimo passaggio e la rigenerazione più costosa perché importata.

Allo stesso modo, il paese ha tre patana a Mariel (impianti termici), molto simili agli impianti da 18 MW.

La concezione ideale è quella di avere a tempo pieno fonti rinnovabili, gas e impianti termoelettrici poiché consumano il greggio nazionale. Quindi si va coprendo, a seconda della domanda, gli impianti che utilizzano olio combustibile di qualità inferiore ed infine il gasolio.

Con la generazione termica in condizioni ottimali, il diesel viene utilizzato solo durante i periodi di picco della domanda. Ma siccome abbiamo avuto scarsa disponibilità negli impianti termoelettrici si è dovuto utilizzare, in modo continuativo, gli impianti di diesel, il che è molto costoso per il paese si ripercuote sulle apparecchiature poiché non è una generazione destinata a funzionare in regime continuo.

Per migliorare questa situazione, il paese sta sviluppando diversi investimenti come i nuovi parchi eolici a nord di Las Tunas, mentre è allo studio l’ampliamento di piccole capacità nell’idrica, principalmente nell’est del paese. Si implementa anche un programma più ambizioso con il solare-fotovoltaico e si continuerà a promuovere la biomassa con Azcuba.

Allo stesso modo, la generazione termica deve essere ampliata. È in cantiere la costruzione di quattro nuovi blocchi, tre a Este Havana e uno a Mariel che utilizzano greggio nazionale. Il tutto con finanziamento russo.

Attualmente si sta lavorando nell’unità numero 1 di Felton, che dalla fine del 2019 ha sofferto un guasto e ha subito un processo di investimento. Le turbine sono state recuperate e ne sono state installate di nuove; è stata recuperata gran parte della caldaia con le sue tubazioni; il generatore è stato modernizzato e l’unità è stata sincronizzata al sistema ed è in fase di adeguamento. Pur trattandosi di un’unità progettata per 250 MW, con la ricapitalizzazione che è stata effettuata, ha raggiunto il valore di 260 MW.

Trattandosi di investimenti complessi e che richiedono diversi test, in questo processo si verificano avarie, soprattutto nei componenti che non sono stati modernizzati. Una volta che questa si sarà stabilizzata, sarà un miglioramento perché sono 260 MW in più al sistema.

L’altro investimento che si sta sviluppando è nel blocco 6 di Mariel, che era stato chiuso. Sarà un blocco da 100 MW con tecnologia totalmente nuova. L’investimento è già completato, ora è in fase di adeguamento e avviamento. Il processo di sincronizzazione deve realizzarsi in questo mese di agosto.

  • Perché tante rotture? Forse non vi è manutenzione?

Sì, si fa manutenzione. Abbiamo un programma, basato sulla natura pianificata della nostra economia. Ad esempio, quando si prevede il piano economico del prossimo anno, dobbiamo informare con quanta energia disponiamo in base alle manutenzioni che vogliamo fare e gli investimenti da realizzarsi.

Tuttavia, le risorse per realizzare queste opere vengono importate come tuberie, elettrodi, elementi ausiliari come pompe dell’acqua, ventilatori, bruciatori, mentre per altri elementi si importano i loro materiali per fabbricarli a Cuba.

La pianificazione viene eseguita in base al numero di ore di funzionamento. Ogni anno è previsto un qualche tipo di manutenzione (leggera, parziale o capitale). Sebbene l’introduzione del greggio domestico ci dia indipendenza, presenta alcune cattive caratteristiche dal punto di vista qualitativo. Ha un alto contenuto di zolfo, è molto pesante e bruciandolo nelle centrali termoelettriche i livelli di sporco sono più alti e questo accorcia i cicli di manutenzione del sistema per gli alti livelli di residui.

Cosa ci è successo con la manutenzione? Ebbene, ricordiamo che uno dei primi provvedimenti presi dall’amministrazione Trump era rivolto proprio a questo settore. In primo luogo, hanno ostacolato l’accesso delle navi che potessero somministrare carburante al paese. Successivamente, hanno iniziato a imporre sanzioni contro tutti i fornitori per rendere più costoso l’accesso alle tecnologie.

Inoltre, di solito si lavora con linee di credito e hanno iniziato a bloccarci quei finanziamenti. Persino anche avendo il denaro non c’era modo di ottenere i rifornimenti. In questo modo, hanno iniziato ad accumularsi le manutenzioni nei gruppi di generazione termica.

Affinché un gruppo abbia sicurezza e stabilità, dispone di tre pompe (due in funzione e una di riserva). Questo permette di ruotarle in caso di guasti o si pianifica la manutenzione. Non potendo eseguire queste azioni preventive, arriva un momento in cui si rompe e non funziona più.

Ciò implica anche che si perde potenza nei blocchi generatori e quando si verifica questo tipo di affettazione, viene prodotta solo una potenza parziale al previsto. Questa situazione è presente oggi in molte unità.

Le manutenzioni non eseguite non sono dovute a mancanza di previsione o preparazione del personale, ma piuttosto alla mancanza delle risorse necessarie per eseguirla.

A Cuba sempre si è data manutenzione alle unità di generazione termica e nessuno se ne accorge. Persino sono usciti due e tre blocchi, ma poiché c’è abbastanza generazione, non succede nulla.

Lo stesso è accaduto con i motori di generazione distribuita. La prima cosa è stata che ci hanno chiuso le linee di credito con diversi fornitori internazionali europei e asiatici.

Di fronte a questa problematica, si limitano i blocchi nella loro potenza. Se avevi un’unità da 100 MW, la passi a 80 MW perché non ha il ventilatore o il sensore che aveva. Oggi il problema principale con l’elettricità è il suo livello di limitazioni. Ad esempio, c’è una potenza installata di 100 MW che oggi fornisce solo 50 MW a parità di consumo di carburante.

Tutte queste limitazioni sono iniziate nel 2016 e sono  state cumulative.

Quindi, se un’unità è già stata riparata, perché si ferma di nuovo a causa di un altro problema? Perché è come la macchina, cambi il motore, ma forse non avevi , al momento dell’arresto, gli ammortizzatori e quando la riaccendi vengono fuori i problemi.

A questa situazione si aggiunge l’impatto della pandemia, dal momento che il paese ha dovuto destinare quasi tutte le risorse all’acquisto di medicinali e alimenti. C’è anche la limitazione di non poter acquistare nei mercati vicini o utilizzare il dollaro.

Nel caso della “Guiteras”, abbiamo posticipato da quattro anni il suo ciclo di mantenimento capitale e sebbene si facciano piccoli lavori, non sono sufficienti.

Questo è successo con “Felton”, li è incorporato il blocco 1, ma è necessario agire nel 2 poiché è sovrasfruttato. Attualmente ci sono 13 blocchi al di fuori del ciclo di manutenzione.

Cosa significa essere fuori dal ciclo di manutenzione? Che non sia più affidabile o che è lo stesso, che può uscire dal SEN (servizio elettrico nazionale) per qualsiasi problema e anche se lo si ripara, può tornare a danneggiarsi perché richiede una manutenzione capitale.

Quali sono le prospettive? Abbiamo in servizio due nuovi blocchi, si è ricapitalizzato il blocco 5 di “Rente”. C’è un programma intensivo per le energie rinnovabili, un finanziamento con l’olio combustibile e devono cominciare ad arrivare i pezzi.

Cuba neppure sta raffinando molto olio combustibile. Anche in queste unità di generazione distribuita c’è un alto livello di guasti perché non si sono avuti i finanziamenti.

  • Perché ci sono blackout che durano più delle quattro ore annunciate?

È vero che non è stato adempiuto. Questa era la pianificazione iniziale, ma abbiamo affrontato situazioni più complesse. Un sistema per essere affidabile deve avere una riserva rotante maggiore della “macchina più grande che hai nel sistema”. Il blocco più grande che abbiamo è “Felton”, con due macchine da 250 MW. Quindi è necessaria una riserva maggiore della potenza massima che hai nel sistema in modo che, se quel blocco dovesse spegnersi, in automatico coprirebbe la richiesta e non dia blackout.

Quando si opera con una potenza inferiore alla massima capacità che ha il sistema, allora arrivano i problemi. Oggi Cuba opera senza riserve, tanto più perché le unità stanno lavorando con limitazioni (al di sotto della loro reale capacità).

Non importa quanto si pianifica, quando si lavora in queste condizioni, il minimo impatto può allungare i blackout.

La prima causa è che molti blocchi sono fuori dal loro ciclo di manutenzione, quindi stanno lavorando al di sotto della loro capacità nominale.

Abbiamo anche problemi nel sistema di distribuzione (linee, cabine, trasformatori per mancanza di pezzi di ricambio), che si combina con l’acquisizione da parte della popolazione di apparecchiature di alto consumo, che deve avere un supporto che consenta espandere la capacità di distribuzione, ma mancano questi finanziamenti, si mantiene lo stesso sistema e compaiono i guasti.

Questi problemi aumentano in estate, perché aumenta il consumo. Allo stesso modo, le scariche elettriche che colpiscono soprattutto il nostro sistema di distribuzione, poiché la maggior parte sono sistemi aerei, quindi a volte eri in black-out, accade un evento atmosferico e ti colpisce il circuito, benché non sia alimentato e si estende anche il taglio.

L’altro elemento è che in ogni territorio c’è un insieme di circuiti protetti dall’interesse sociale che ha, come ospedali, industrie, enti governativi.

Quindi c’è un livello di carico che non si può spegnere e benché tu dica che riguarda quattro ore, quando una provincia deve fare questa distribuzione secondo le sue particolarità, si possono estendere gli effetti perché le rotazioni non sono uniformi e ci sono circuiti a cui non può mancare la corrente come i centri di isolamento.

  • Quali sono i vantaggi della nuova politica per promuovere l’uso di energie rinnovabili nel settore residenziale?

La prima cosa è che alla popolazione sono state date diverse opzioni per l’acquisizione di pannelli e altre apparecchiature che utilizzino energie rinnovabili, che vanno dall’acquisto o importazione sino al finanziamento di questo tipo di energia.

È importante sapere che dopo aver installato questo dispositivo, viene installato un altro tipo di contatore, che consente di misurare sia i consumi domestici sia ciò che genera la cella fotovoltaica. Da questo calcolo viene fatto uno sconto alla popolazione e nel caso in cui generi più del necessario, lo si paga.

Infine, vorrei aggiungere che stiamo lavorando instancabilmente per risolvere tutti i problemi che si stanno verificando. E’ volontà del nostro governo e dei nostri lavoratori la soddisfazione della popolazione.


Preguntas ineludibles para entender el porqué de los apagones en Cuba

Por: Oscar Figueredo Reinaldo

Cuando el pasado 14 de mayo el ministro de Energía y Minas comparecía en la televisión nacional, ya muchos se habían percatado de la compleja situación electroenergética por la que atravesaba el país.

En varias provincias se habían iniciado cortes eléctricos que superaban lo habitual para esta época de lluvias, y las palabras avería, termoeléctrica y apagón reaparecían en el habla popular.

En Mesa Redonda especial, Liván Arronte Cruz daba a conocer la tensa situación del sector, marcado por la rotura de varias termoeléctricas de alta generación y la falta de combustible.

A pesar de los ingentes esfuerzos con los que se vienen trabajando, y en consonancia con la voluntad política para resolver un problema tan sensible para la población, a tres meses del anuncio aún no se ha logrado estabilizar la situación. A propósito del tema, Cubadebate conversó con  Jorge Armando Cepero Hernández, director general de la Unión Eléctrica (UE).

—¿Cómo se genera electricidad en Cuba?

Hasta la actualidad dependemos en su gran mayoría de los combustibles fósiles. El país no cuenta con grandes ríos y por ello solo tenemos una hidroeléctrica, ubicada en el Hanabanilla, y otras pequeñas mini hidroeléctricas dispersas en el territorio nacional.

En este momento se están potenciando otras fuentes renovables, con un mayor desarrollo de la solar-fotovoltaica. Dicha fuente es la que reúne nuestras mayores aspiraciones dada la reserva que poseemos. Igualmente se abre paso la energía eólica con la presencia de varios parques en el país.

Otro origen es la biomasa, fundamentalmente con la industria azucarera.

—¿Cómo se compone hoy la matriz eléctrica?

La primera reserva son las energías renovables, cuyo desarrollo aun es incipiente. Esta representa alrededor del 2% de la energía que se consume hoy en Cuba.

Como todos conocen, hay un programa para el desarrollo de este tipo de generación, pero en los últimos años se ha detenido debido a las fuertes restricciones económicas que ha sufrido el país, sobre todo por la crisis generada por la pandemia de covid-19 y que ha tenido un impacto en los inversionistas.

Otro elemento que ha ralentizado este proceso es la aplicación del Título III de la Ley Helms-Burton. Desde ese momento Cuba ha tenido serios problemas para adquirir financiamientos.

En el caso de la “Ciro Redondo”, que trabaja con la biomasa cañera, se encuentra paralizada en estos momentos. Entre tanto, en la energía solar la principal limitante es que hoy el país no cuenta con acumulación, y por tanto se usa esta energía durante el día mientras contamos con disponibilidad de sol.

Por su parte, la eólica entrega en dependencia del viento y la hídrica sí cuenta con una generación estable según el agua que haya en los embalses.

El segundo elemento que integra la matriz electroenergética es el gas, a partir de las plantas de ENERGAS, las cuales utilizan el gas acompañante. Dichas instalaciones se encuentran en Varadero, otra en Puerto Escondido y otra en Jaruco.

No obstante, ha habido un descenso en los niveles de gas y hoy tenemos una capacidad que no se logra completar por déficit del mismo. A la vez, se presentan algunas roturas en las plantas, por no poder adquirir los recursos fundamentales para dar mantenimiento. La unidad de ciclo combinado de Varadero está fuera de servicio por estas cuestiones. En total hoy se dejan de producir unos 90 MW por esas cuestiones.

En la medida que se vayan encontrando nuevos yacimientos y se pongan en explotación nuevos pozo, aumentará la disponibilidad de gas.

El tercer elemento de la generación eléctrica son las plantas térmicas, que constituyen su generación base y son el sistema más robusto.

En Cuba existen hoy 19 bloques térmicos y ocho plantas.

La CTE Máximo Gómez ubicada en Mariel provincia de Artemisa cuenta en la actualidad con tres unidades de 100 MW cada una con tecnología de la antigua Unión Soviética. Esta central tiene la posibilidad de consumir combustible crudo nacional que contribuye a la independencia energética del país.

La CTE Otto Parellada ubicada en la capital del país tiene una potencia instalada de 60 MW con tecnología de la antigua Checoslovaquia, que tiene el beneficio de estar cerca del consumo lo que contribuye a la disminución de las pérdidas eléctricas. Esta unidad está en un proceso de mantenimiento.

La CTE Ernesto Guevara en el municipio de Santa Cruz del Norte en la provincia de Mayabeque, cuenta con tres unidades de 100 MW cada una de tecnología soviética que también puede consumir combustible crudo nacional con la ventaja de que tiene el suministro a través de oleoducto lo cual reduce los costos por transportación del combustible.

La CTE Antonio Guiteras, en la provincia de Matanzas, cuenta con el mayor unidad generadora del país con una potencia de 330 MW de tecnología francesa, este bloque consume crudo nacional que recibe por oleoducto y es el más eficiente del país.

La CTE Carlos Manuel de Céspedes, en la provincia de Cienfuegos, con dos unidades japonesas de 158 MW de potencia instalada cada uno, son los de mayor confiabilidad y pueden recibir el combustible por oleoducto desde la refinería de Cienfuegos, están preparadas para la quema de combustible crudo nacional aunque regularmente consume fuel oil.

La CTE Diez de Octubre, en el municipio de Nuevitas en la provincia de Camagüey, con tres unidades de 125 MW de potencia cada una y de tecnología fabricada en la Antigua Checoslovaquia.

La CTE Lidio Ramón Pérez, en Felton en la provincia de Holguín, con dos unidades de 250 MW de potencia cada uno con tecnología de la antigua Checoslovaquia.

La CTE Antonio Maceo, en la península de Renté en Santiago de Cuba, cuanta con cuatro unidades de 100 MW de potencia cada uno con tecnología de la Antigua Unión Soviética, estos bloques también consumen petróleo crudo nacional.

Como vimos anteriormente, algunos de estos bloques tenían una potencia de 100 MW, pero al pasar a quemar crudo cubano, se limitan en potencia, ya que el combustible nacional es mucho más pesado para quemarlo. Todas estas plantas producen cerca de la mitad de la energía que se consume en la nación.

El cuarto elementos son los motores de generación distribuida, con dos tipos fundamentales: los motores a fueloil​ y los motores a diésel.

En el caso de los primeros, junto a las plantas térmicas, son parte de la generación base. Los motores a fueloil son de dos tipos: dos emplazamientos de 18 MW que consumen el crudo de más baja calidad y el resto de otras características que se encuentran distribuidos por las diferentes provincias.

En el caso de los motores a diésel se consideran el último escalón y la regeneración más cara porque se importa.

Igualmente el país cuenta con tres patanas en Mariel (plantas térmicas), muy similares a las plantas de 18MW.

La concepción ideal es tener a tiempo completo las fuentes renovables, el gas y las termoeléctricas ya que consumen el crudo nacional. Luego se va cubriendo en dependencia de la demanda, las plantas que emplean fueloil de más baja calidad y por último el diésel.

Estando en condiciones óptimas la generación térmica, el diésel solo se emplea en los horarios de máxima demanda. Pero como hemos tenido baja disponibilidad en las termoeléctricas se ha tenido que utilizar las plantas de diésel en régimen continuo, lo cual es muy costoso para el país y repercute en los equipos pues no es una generación diseñada para trabajar en régimen continúo.

Para mejorar esta situación el país desarrolla varias inversiones como son los nuevos parques eólicos en el norte de Las Tunas, al tiempo que se estudia ampliar pequeñas capacidades en la hídrica, fundamentalmente en el oriente del país. También se implementa un programa más ambicioso con la solar-fotovoltaica y se seguirá impulsando la biomasa con Azcuba.

Igualmente, se debe ir ampliando la generación térmica. Está en proyecto la construcción de cuatro nuevos bloques, tres en Este Habana y uno en el Mariel que empleen crudo nacional. Todos con financiamiento ruso.

En la actualidad se trabaja en la unidad número 1 de Felton, la cual desde finales del año 2019 sufrió una avería y se sometió a un proceso inversionista. Se recuperaron las turbinas y se colocaron nuevas; se recuperó gran parte de la caldera con sus tuberías; se modernizó el generador y la unidad se sincronizó al sistema y está en una etapa de ajuste. Aunque es una unidad diseñada para 250 MW, con la recapitalización que se hizo alcanzó el valor de 260 MW.

Al ser inversiones complejas y demandar diferentes pruebas, en este proceso salen averías sobre todo en los componentes que no se modernizaron.  Una vez que esta se estabilice será una mejora porque son 260 MW más al sistema.

La otra inversión que se desarrolla es en el bloque 6 del Mariel, al cual se le había dado baja. Será un bloque de 100 MW con tecnología totalmente nueva. La inversión ya está concluida, ahora se encuentra en la fase de ajuste y puesta en marcha. El proceso de sincronización debe realizarse en este mes de agosto.

—¿Por qué tantas roturas? ¿Acaso no se da mantenimiento?

Sí se da mantenimiento. Tenemos un programa, partiendo del carácter planificado de nuestra economía. Por ejemplo, cuando se prevé el plan de la economía del próximo año, debemos informar con cuánta energía disponemos en base a los mantenimientos que se quieran dar y las inversiones a ejecutarse.

Sin embargo, los recursos para realizar estas labores son importados como tuberías, electrodos, elementos auxiliares como bombas de agua, ventiladores, quemadores, mientras que otros elementos se importan sus materiales para fabricarlos en Cuba.

La planificación se ejecuta a partir de la cantidad de horas en funcionamiento. Todos los años se prevé algún tipo de mantenimiento (ligero, parcial o capital). Si bien la introducción del crudo nacional nos da independencia, posee algunas características malas dese el punto de vista de la calidad. Tiene un alto nivel de azufre, es muy pesado y al quemarlo en las termoeléctricas los niveles de suciedad son mayores y esto acorta los ciclos de mantenimientos del sistema por los altos niveles de residuos.

¿Qué nos ha pasado con los mantenimientos? Pues recordemos que una de las primeras medidas tomadas por la administración de Trump estuvo dirigida a este sector. Primero entorpecieron el acceso de buques que pudieran suministrar combustibles al país. Más adelante comenzaron a poner sanciones contra todos los proveedores para encarecer el acceso a las tecnologías.

Además, usualmente se trabaja con líneas de créditos y comenzaron a trancarnos esos financiamientos. Incluso, aun contando con el dinero no había forma de conseguir los insumos. De esta forma empezaron a acumularse los mantenimientos en los grupos de generación térmica.

Para que un grupo tenga seguridad y estabilidad, tiene tres bombas (dos en funcionamiento y una de reserva). Esto permite rotarlas en caso de averías o le planificas el mantenimiento. Al no poder ejecutar estas acciones preventivas, llega un momento en que se rompe y no funciona más.

Esto también implica que se pierda potencia en los bloques generadores y cuando se tiene este tipo de afectaciones solo se produce una potencia parcial a lo diseñado. Esta situación está presente hoy en muchas unidades.

Los mantenimientos que no se han dado no son por falta de previsión ni preparación del personal, sino por carecer de los recursos necesarios para hacerlos.

En Cuba siempre se han dado mantenimientos a las unidades de generación térmica y nadie se entera. Incluso han salido dos y tres bloques, pero como se cuenta con suficiente generación no sucede nada.

Con los motores de generación distribuida ha pasado lo mismo. Lo primero fue que nos cerraron las líneas de crédito con varios proveedores internacionales europeos y asiáticos.

Ante esta problemática, se limitan los bloques en su potencia. Si tenías una unidad de 100 MW, la pasas a 80 MW porque no tienes el ventilador o el sensor que llevaba. Hoy el principal problema que tiene la electricidad es su nivel de limitaciones. Por ejemplo, hay una potencia instalada de 100 MW que hoy solo está dando 50 MW con el mismo gasto de combustible.

Todas estas limitaciones comenzaron desde el 2016 y han sido acumulativas.

Entonces, ¿si ya se reparó una unidad por qué se vuelve a parar por otro problema? Porque es como el carro, que le cambias el motor, pero tal vez no tenías en el momento de la parada los amortiguadores y cuando lo echas andar salen los problemas.

A esta situación se le suma el impacto de la pandemia, pues el país tuvo que destinar casi todos los recursos a la compra de medicamentos y alimentos. También está la limitante de no poder comprar en los mercados cerca ni usar el dólar.

En el caso de la “Guiteras”, llevamos cuatro años posponiendo su ciclo de mantenimiento capital y aunque se hacen trabajos menores no son suficientes.

Esto nos pasó con “Felton”, ahí se está incorporando el bloque 1, pero se debe emprender acciones en el 2 al estar sobre explotado. En la actualidad hay 13 bloques fuera del ciclo de mantenimiento.

¿Qué significa estar fuera del ciclo de manteniendo? Que ya no es confiable o lo que es lo mismo, que puede salir del SEN por cualquier problema y aunque lo repares, puede volver a afectarse porque requiere ya un mantenimiento capital.

¿Cuáles son las perspectivas? Tenemos en servicio dos bloques nuevos, se recapitalizó el bloque cinco de “Rente”. Hay un programa intensivo para las energías renovables, un financiamiento con fueloil y deben comenzar a entrar las piezas.

Cuba tampoco está refinando mucho fueloil. También en estas unidades de generación distribuidas hay un nivel de averías grande porque no se ha contado con los financiamientos.

—¿Por qué hay apagones que duran más de las cuatro horas anunciadas?

Es cierto que no se ha cumplido. Esa era la planificación inicial, pero hemos enfrentado situaciones más complejas. Un sistema para que sea confiable debe tener una reserva rodante superior a la “máquina más grande que tengas en el sistema”. El bloque más grande que tenemos es “Felton”, con dos máquinas de 250 MW. Entonces se requiere de una reserva superior a la máxima potencia que tienes en el sistema para, si ese bloque saliera, en automático cubrir la demanda y no dar un apagón.

Cuando se opera con una potencia menor a la máxima capacidad que tiene el sistema, entonces vienen los problemas. Hoy Cuba está operando sin reservas, sobre todo porque las unidades están trabajando con limitaciones (por debajo de su capacidad real).

Por mucho que se planifique, al estar trabajando en estas condiciones, la más mínima afectación puede alargar los apagones.

La primera causa es que muchos bloques están fuera de su ciclo de mantenimiento, por tanto, están trabajando por debajo de su capacidad nominal.

Igualmente tenemos afectaciones en el sistema de distribución (líneas, subestaciones, transformadores por la misma falta de piezas de repuesto), lo que se combina con la adquisición por la población de equipos altos consumidores, lo cual debe tener un respaldo que permita ampliar la capacidad de distribución, pero al carecer de esos financiamientos, se mantiene el mismo sistema y aparecen las averías.

Estas afectaciones aumentan en el verano, porque se incrementa el consumo. Igualmente inciden las descargas eléctricas que afectan sobre todo a nuestro sistema de distribución al ser la mayoría sistemas aéreos, entonces a veces tú estabas en apagón, pasa un evento atmosférico y te afecta el circuito, aunque no esté energizado y se te extiende aun el corte.

El otro elemento es que en cada territorio hay un grupo de circuitos protegidos por el interés social que tiene, como pueden ser hospitales, industrias, organismos gubernamentales.

Entonces tienes un nivel de carga que no se puede apagar y aunque tú digas afectar cuatro horas, cuando una provincia tiene que hacer esta distribución atendiendo a sus particularidades pueden extenderse las afectaciones porque las rotaciones no son parejas y hay circuitos que no puede faltarle la corriente como los centros de aislamiento.

—¿Qué beneficios tiene la nueva política para impulsar el uso de energías renovables en el sector residencial?

Lo primero es que se le ha dado a la población varias opciones para la adquisición de paneles y otros equipos que emplean energías renovables, que van desde la compra o importación hasta el financiamiento de este tipo de energías.

Es importante que se conozca que luego de instalado este dispositivo, se le instala otro tipo de metro contador, que permite medir tanto el consumo del hogar como lo que genere la celda fotovoltaica. A partir de este cálculo se le hace un descuento a la población y en el caso de que genere más de lo que necesita se le paga.

Por ultimo quisiera agregar que se trabaja sin descanso por solucionar todas las afectaciones que se están produciendo. Es la voluntad de nuestro gobierno y nuestros trabajadores la satisfacción de la población

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