Biden potrebbe chiedere a sua moglie sulla vera Cuba

Saranno presto cinque anni che, esattamente l’8 e il 9 ottobre del 2016, come parte del processo di normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Cuba e gli USA che si realizzava in quel momento, l’accademica Jill Tracy Biden, moglie dell’allora vice presidente di questo paese, Joseph R. Biden, aveva visitato Camagüey

Saranno presto cinque anni che, esattamente l’8 e il 9 ottobre del 2016, come parte del processo di normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Cuba e gli USA che si realizzava in quel momento, l’accademica Jill Tracy Biden, moglie dell’allora vice presidente di questo paese, Joseph R. Biden, aveva visitato Camagüey.

Durante il suo soggiorno nella città la nota pedagoga aveva visitato varie istituzioni culturali, tra le quali la sede del Balletto di Camagüey, considerato la seconda compagnia più importante di Cuba, e assieme alla sua direttrice, Regina Balaguer, aveva ammirato la sessione di un saggio dei suoi ballerini.

Come parte dell’agenda, Jill Biden e la delegazione che l’accompagnava avevano conosciuto nelle rispettive gallerie i noti pittori Martha Jiménez, Ileana Sánchez e Joel Jover,  che le avevano mostrato le loro opere e le collezioni in un ambiente familiare, al di fuori di ogni protocollo e formalità.

Nella camminata per il centro storico della città, il cui segmento più antico è stato dichiarato nel 2008 Patrimonio Culturale dell’Umanità, l’allora Seconda Dama aveva apprezzato buona parte dei valori eccezionali che riempiono di orgoglio i suoi abitanti e sono molto apprezzati dai visitatori stranieri.

In quell’occasione Jill Biden aveva avuto l’opportunità di parlare con cubane molto preparate dei settori dell’educazione, la salute e l’attività scientifico- investigativa, che le avevano offerto informazioni di prima mano su risultati promettenti relazionati al trattamento del cancro e del diabete.

La professoressa statunitense fu anche informata sulla marcia dei saggi clinici dei vaccini terapeutici per differenti tipi di cancro, con l’utilizzo di prodotti  Bio-farmaceutici cubani, che contribuiscono a migliorare la qualità di vita del paziente oncologico e la sua sopravvivenza.

In un ambiente cordiale e di rispetto mutuo, la signora Biden e i suoi accompagnatori avevano ricevuto dettagli su molti aspetti d’interesse della realtà cubana e avevano potuto osservare la vita modesta laboriosa e tranquilla del popolo camagüeyano, sicuro dei suoi desideri di benessere e giustizia sociale.

A questo punto vale la pena chiedersi: «Forse al suo ritorno nell’intimità della casa lei non aveva parlato di tutto questo con il suo illustre marito che, anni dopo, è stato proclamato presidente degli Stati Uniti, e sembra aver dimenticato le promesse elettorali in relazione alla politica del suo Governo verso Cuba?

È stata l’immagine di uno «Stato Fallito» come ha osato definire Cuba l’iquilino della Casa Bianca, quello che Jill Biden aveva apprezzato nella sua visita a  Camagüey e in altri luoghi dell’Isola, dov’era stata accolta con l’ospitalità e la bontà che hanno sempre caratterizzato il suo popolo?

Lontano da cambiare l’atteggiamento del suo precursore  Donald Trump, l’attuale mandatario si è incaricato di sommare nuove proibizioni e sanzioni per soddisfare evidentemente i reclami della destra reazionaria cubano-americana che sogna di far sparire ogni dettaglio di socialismo nell’Isola dei Caraibi.

Non è tardi però per far sì che la signora Jill approfitti di tutta la sua sapienza pedagogica per consigliare suo marito, il presidente, perché riprenda il sentiero del dialogo e non del confronto, l’unica maniera per ottenere una convivenza civile tra le due nazioni, lontana dall’odio, dal castigo, l’aggressione e l’ingiuria.

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