Il Messico è il paese che ospita il dialogo tra governo e opposizione del Venezuela. Questa volta, rispetto al passato, un’opposizione sconfitta sotto tutti i punti di vista, sembra intenzionata a portare sinceramente avanti il processo di dialogo con il governo bolivariano e non abbandonare il tavolo – su ordine di Washington – come accaduto in passato.
I primi risultati del processo di dialogo avviato in Messico arrivano: il deputato del PSUV Jorge Rodríguez, capo della delegazione del governo che dialoga in Messico con l’opposizione, ha riferito di 2 accordi raggiunti oggi tra le parti. Uno che riconosce la sovranità del Venezuela sulla Guayana Esequiba e un altro per il salvataggio degli attivi nei conti all’estero per utilizzarli nella “lotta contro il Covid-19, acquisire vaccini, forniture ospedaliere, rafforzare i programmi alimentari e prestare attenzione al popolo venezuelano”.
Riguardo all’accordo sulla Guayana Esequiba, Rodríguez ha spiegato che si tratta di “una profonda dichiarazione di sostegno, di rispetto della storia, del diritto che il nostro Paese ha sin dai tempi in cui eravamo una Capitanía General, al territorio della Guayana Esequiba”. L’Accordo di Ginevra del 1966, ha evidenziato Rodríguez, è l’unico strumento che il Venezuela riconosce per risolvere le controversie in materia di confine in modo amichevole e bilaterale.
Il secondo accordo parziale riguarda “la necessità per il Paese di salvare e recuperare beni e denaro in conti all’estero, che appartengono a ogni donna e uomo del popolo venezuelano”. Ha indicato che i soldi dovrebbero essere “impiegati prontamente per la ripresa economica nel post-pandemia, per la lotta contro il Covid-19, l’acquisto del resto dei vaccini mancanti, le forniture ospedaliere, il rafforzamento dei programmi alimentari e l’assistenza in generale al popolo del Venezuela”.
Il capo della delegazione venezuelana ha poi sottolineato: “Non abbiamo bisogno di nessuno che ci faccia donazioni. Abbiamo risorse sufficienti, che appartengono al Paese e sono sufficienti per consolidare la stabilizzazione economica e per servire la popolazione.
Rodríguez, che ricopre anche la carica di presidente dell’Assemblea Nazionale, ha aggiunto che ci sono ancora molte questioni da discutere ed entrambe le parti hanno la volontà di avanzare nel processo.
Il Messico, in qualità di presidente pro tempore della Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi (Celac), ha celebrato il raggiungimento di questi primi accordi tra le delegazioni del governo e l’opposizione del Venezuela.
“Il Messico accoglie con favore gli accordi parziali raggiunti oggi nel processo di dialogo e negoziazione tra il governo del Venezuela e la Piattaforma Unitaria del Venezuela, che si sta svolgendo a Città del Messico”, si legge in un tweet.
Nel comunicato congiunto diffuso al termine del secondo incontro di dialogo, entrambe le parti hanno annunciato che nella prossima riunione, prevista per il 24 settembre, proseguiranno con la discussione sulla protezione economica e sociale del popolo venezuelano, “compresi i Diritti Speciali di Prelievo, disposti a tal proposito dal Fondo Monetario Internazionale (FMI)”.
A questo proposito, l’ex candidato presidenziale ed economista ecuadoriano Andrés Arauz ha ricordato che il FMI, lo scorso agosto, ha concesso un totale di 650 miliardi di dollari in diritti speciali di prelievo a tutti i paesi che lo compongono.
Nel suo account Twitter, Arauz ha sottolineato che dopo l’accordo firmato tra il governo e l’opposizione venezuelana in Messico, ora il Fondo Monetario Internazionale deve eseguire il trasferimento.
L’economista ecuadoriano ha affermato che il Fondo Monetario Internazionale ha bloccato ben 5.000.000.000 di dollari che spettano al Venezuela.