Leonov, la sincerità

Un documentario di due ore e 20 minuti con una sola persona che parla?

Ho fatto un gesto di dubbio senza sapere bene a cosa si riferivano. Quando ho finito di vederlo ha guardato l’orologio senza credere al trascorrere del tempo, e volevo sapere di più.

Auguste Rodin scrisse nel suo testamento che «l’arte è una magnífica lezione  di sincerità e il vero artista  esprime sempre quello che pensa, anche a rischio di sbilanciare tutti i pregiudizi stabiliti».

Il cineasta Manuel Pérez Paredes ha avuto la fortuna d’incontrare la sincerità più spregiudicata in  Nikolai Leonov, generale ritirato del KGB, Nikolai Leonov, amico di Cuba, e soprattutto di  Raúl, dai tempi in cui far crollare la  tirannia batistiana era un progetto che non si poteva rimandare, nella mente di un gruppo di giovani comandati da Fidel.

Leonov ha una virtù che i buoni registi apprezzano e che Manuel Pérez ha saputo approfittare al massimo: sa raccontare, essere ameno, divertente – chissà senza proporselo – utilizzare toni adeguati, ridere e diventare serio quando l’occasione lo domanda.

La prima parte del documentario ci ha lasciato con il desiderio di continuare a sapere.  Le aspettative sono state soddisfatte ampiamente nella proiezione finale trasmessa dalla Mesa Redonda (trasmissione televisiva quotidiana) che termina con Leonov a L’Avana nel febbraio del 1960, come traduttore della delegazione d’alto livello della URSS  guidata da Anastas Mikoyan.

Di cosa si parlò in quei giorni in cui il governo di Eisenhower faceva oscillare sopra le nostre teste non solo i cannoni delle sue minacce?

Gli stessi desideri di conoscere si scatenano quando l’intervistato parla dell’incontro di Fidel con Nikita Jruschov a Mosca, con lui come testimone, a pochi mesi  dalla Crisi d’Ottobre, un piatto forte che, per la prima volta innervosì il traduttore.

Per Leonov è stato particolarmente duro parlare degli ultimi anni dell’Unione Sovietica e delle cause che motivarono il suo crollo.

Un’analisi personale la sua, da considerare nell’ora di valutare il ruolo giocato nella storia da inetti, opportunisti e traditori.

Queste riflessioni offrono molto per riflettere e per  trarre profitto e gli argomenti non si contano.

Inoltre vedere la vita che è restata indietro è una lezione di umanesimo che con la stessa sincerità di Leonov, raccomando.

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