Nella Cuba di oggi non c’è posto per gli annessionisti o per i mercenari. Difendere la nostra cultura è difendere la Patria e il Socialismo
Fonte: Granma Traduzione aggiunte: GFJ
Un inno redentore con il suo richiamo «al combate, corred…» («al combattimento, correte…», ndt) una città (Bayamo, ndt) per la prima volta libera dal giogo straniero, e una storia iniziata come mambisa e poi diventata ribelle, ci ricordano ogni 20 ottobre perché il popolo cubano ha annidato nei suoi sentimenti l’enorme orgoglio di celebrare in questa data la Giornata Nazionale della Cultura.
Tuttavia, ci sono molte ragioni per commemorare e difendere ciò che anche noi, in questo caimano barbuto, intendiamo come la nostra identità.
Considerata lo scudo e la spada della nazione, la “linfa della libertà” e la sublime miscela delle radici più radicate, la cultura cubana costituisce una trincea morale che esalta l’opera emancipatrice della patria.
All’interno della Rivoluzione”c’è ancora posto per tutto e tutti, tranne che per coloro che cercano di distruggere il progetto collettivo…. Nella Cuba del 2021 non c’è posto per gli annessionisti o per i mercenari del momento”. Miguel Díaz Canel. Presidente di Cuba
Per confermarlo, basta approfondire l’autentico ajiaco creolo che ha forgiato le fondamenta della nazione, o rivedere la spinta culturale dal trionfo rivoluzionario del gennaio 1959, con il ruolo di primo piano svolto da artisti, creatori, storici e intellettuali che hanno saputo toccare “l’anima” delle comunità di montagna così come delle città; Hanno strappato applausi entusiastici nei teatri e nei quartieri intricati, e hanno posto le quattro lettere della loro piccola isola al vertice della scena internazionale.
Questa cultura, che si è diffusa come simbolo di un paese, all’educazione, allo sport e alla medicina, vogliono strapparcela dal petto con inviti, dalla scena virtuale, all’oblio storico e al distacco dai valori forgiati dalla Rivoluzione.
Sono i soliti nemici, determinati – nel mezzo del complesso scenario che Cuba sta affrontando con l’inasprimento del blocco e l’impatto del COVID-19 – a dirigere i loro laboratori di sovversione contro il cuore stesso della Patria: la sua cultura.
Di fronte a questa guerra non convenzionale, in cui si difendono soprattutto il presente e il futuro della nazione, il Primo Segretario del Partito e Presidente Díaz-Canel ha chiarito qual è la posizione del nostro popolo.
All’interno della Rivoluzione, ha detto, “c’è ancora posto per tutto e tutti, tranne che per coloro che cercano di distruggere il progetto collettivo…. Nella Cuba del 2021 non c’è posto per gli annessionisti o per i mercenari del momento“.